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7 Maggio 2021

Interrogatorio della strega o dello stregone

interrogatorio della strega

Le modalità di interrogatorio della strega secondo i dettami del Malleus Maleficarum, manuale dell’eccellentissimo inquisitore

Nel Malleus Maleficarum, manuale per giudici e inquisitori pubblicato sul finire del Quattrocento in Germania dai frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, vengono spiegate nel dettaglio le modalità di interrogatorio della strega o dello stregone.

Quando ho iniziato a sfogliare questo trattato per trovare spunti da utilizzare nei miei romanzi non immaginavo che mi sarei trovato davanti a una miniera di informazioni interessanti. Ammetto che molte affermazioni suonano stupide perché la logica che c’è dietro è fallace (e questo lo dico al netto della morale moderna: anche all’epoca, per i lettori più attenti, molte di queste affermazioni suonavano stupide1), ma il fascino dell’occulto vince sempre. Che ci posso fare.

Lo svolgimento di un processo per eresia, magia e stregoneria è strettamente regolamentato nel Malleus Maleficarum e le fasi d’interrogazione della strega sono fra le più delicate. Se dopo aver esaminato le dicerie, i sospetti, i testimoni e gli indizi il giudice si rende conto che il fatto è pienamente (o parzialmente) provato allora il Giudice può procedere all’arresto dell’accusata e citarla in giudizio per un primo interrogatorio. Se non c’è timore che la strega scappi l’arresto non è necessario. Attenzione però, l’interrogatorio generale avviene senza l’impiego della tortura. Quella arriva dopo, non preoccupatevi.

Prima di passare alle domande però, c’è una cosa molto importante da fare e che gli autori del manuale da eccellentissimo inquisitore si premurano di ricordare. Il giudice deve perquisire la casa della strega all’improvviso, aprire tutti i cassetti e requisire tutti i vasi nascosti e gli strumenti che vi si trovano. Questo è fondamentale per recuperare prove di stregonerie e magie demoniache di vario genere. Senza contare che se si dovesse procedere all’arresto e i sospetti sono molto forti, la strega deve essere prelevata in una certa maniera, chiusa in un cesto o in una gabbia e sollevata da terra. Troverete maggiori dettagli nel mega articolo Malleus Maleficarum: il manuale del perfetto inquisitore.

Raccolti i vari elementi, il giudice finalmente può organizzare l’interrogatorio della strega alla presenza del notaio. Farà giurare l’accusata sui quattro vangeli per impegnarsi a dire la verità su sé stessa e sugli altri e si deve premurare di trascrivere i dettagli uno per uno, pronunciando le domande nella seguente maniera:

  1. Dove abita e dove ha origine l’accusata?
  2. Chi sono i suoi genitori?
  3. I genitori sono vivi o morti?
  4. Se sono morti, la causa è naturale?
  5. Se i genitori non sono morti di causa naturale, allora sono stati bruciati?

La prima fase dell’interrogatorio della strega serve a vagliare le possibilità che l’accusata sia il frutto di una progenie infetta. Innanzitutto si chiede la sua origine, nel caso in cui abbia abbandonato il paese natale, e successivamente la causa di morte dei genitori. Perché se costei dovesse essere figlia di eretici o stregoni condannati sul rogo allora le cose si mettono davvero male. Infatti le streghe offrono spesso i loro figli ai diavoli per educarli alla magia, ecco il motivo della domanda numero cinque.

Se la diocesi di provenienza dell’accusata è un luogo dove abbondano le eresie allora è probabile che si sia trasferita per perseguire i suoi scopi diabolici. Se invece ha cambiato domicilio senza che né la madre né nessun altro dei suoi parenti fossero sospetti allora si deve proseguire l’interrogatorio in questo modo:

  1. Perché ha abbandonato il paese natale?
  2. Ha sentito parlare di stregoneria in questi luoghi?

Da questo punto in poi arriviamo al fulcro della questione. Il giudice deve sapere quale sia il vero motivo per il quale l’accusata si sia trasferita e se ha sentito parlare di stregoneria. Questa fase è delicata perché bisogna cercare di incalzarla a parlare da sola e farsi raccontare tutto ciò che conosce della magia.

Se l’accusata non rilascia alcun dettaglio specifico e se ne sta troppo sul vago (o addirittura resta in silenzio) allora deve essere il giudice a chiederle se ha mai sentito parlare di bestie stregate, di mucche che non danno più latte o tempeste improvvise e diaboliche.

L’accusata deve raccontare tutto ciò che ha da dire sull’argomento, ma se dovesse affermare di non aver mai sentito parlare di queste cose allora si proceda così:

  1. Ritiene che esistano le streghe?

Gli autori del Malleus Maleficarum pongono molta attenzione su questa domanda. E specificano che in generale le streghe dapprima per lo più negano. Ora, c’è da chiarire che qui stiamo affrontando l’argomento dal punto di vista di due inquisitori tedeschi della fine del Quattrocento, che hanno scritto un trattato cominciando con queste tre parole: Esiste la stregoneria?

Il fatto è che non tutti ci credevano, anzi. Abbiamo già sfatato nei precedenti articoli il mito di una caccia alle streghe dilagante attraverso ogni paese d’Europa a partire dal Medioevo. La caccia alle streghe è un fenomeno per lo più rinascimentale e moderno che ha preso piede in una società spaccata in due: infatti c’era chi ci credeva e chi no.

Svariati scritti umanisti del Rinascimento si pongono in maniera del tutto contrastante con le tesi a sostegno della stregoneria. Perfino alcuni teologi, cattolici e protestanti, portarono avanti la tesi che l’origine di tutte le disgrazie era Dio stesso e di certo non delle streghe che operavano con l’aiuto del demonio 2.

Nel De prasestigiis daemonum del 1563 e nel De lamiis del 1582, l’autore Johann Weyer attacca con forza le affermazioni del Malleus Maleficarum. Secondo lui le donne che ammettevano di essere streghe erano solo ignoranti e soffrivano di allucinazioni, per questo non dovevano essere processate. La cosa interessante di questi scritti è che le varie ipotesi vengono dimostrate tramite il sapere medico: le confessioni e le relative attività diaboliche venivano considerate conseguenza della melanconia, un disturbo dell’utero.

Ma, come abbiamo visto finora, il Malleus Maleficarum è forse l’espressione più oscura e becera della religione cristiana e i due autori del trattato per eccellentissimi inquisitori se ne sbattevano alla grande di ciò che scrivevano i detrattori. E dovrei imparare anche io a fare come loro, perché le critiche al proprio lavoro sono difficili da mandar giù. Le recensioni negative appaiono sempre, è innegabile. Dal momento in cui si esprime un’idea vi è sempre qualcuno nel mondo pronto a negarla. Appena pubblicherò il prossimo romanzo cercherò di ricordare questa simpatica coppia d’inquisitori e di imitare la loro forma mentis. In senso buono, ovviamente.

Ma continuiamo con l’interrogatorio. Se l’accusata nega l’esistenza della stregoneria allora deve essere punzecchiata con la seguente formula:

  1. Se la stregoneria non esiste, allora si condannano gli innocenti sul rogo?

Eh, già. Perché se l’accusata mette inavvertitamente in discussione la stregoneria, non fa altro che comunicare all’inquisitore che il suo mestiere è fondato sul nulla. E non solo. Se la stregoneria non esiste allora tutti i condannati sono innocenti e dunque i giudici emettono sentenze sbagliate. Cosa non proprio carina da sentirsi dire, giusto?

L’interrogatorio della strega deve proseguire tutto di seguito, senza essere rimandato. Ed è necessario arrivare alla parte in cui le si chiede di scendere nei particolari delle testimonianze.

  1. Perché la gente ha paura dell’accusata?
  2. Sa di essere infamata e odiata?

Queste domande servono per arrivare al fondamento dell’inimicizia, di cui abbiamo discusso nell’articolo su come si svolgeva un processo. Perché se le testimonianze sono viziate da inimicizia è possibile ottenere un’assoluzione, punto sul quale gli avvocati difensori facevano leva per vincere la causa.

Seguono poi tutte le domande riguardo le deposizioni dei testimoni. Si tratta di situazioni specifiche che variano di caso in caso e che devono essere prese in esame attentamente, senza tralasciare alcun dettaglio. Nel Malleus Maleficarum vengono indicati esempi di accuse e testimonianze, ipotizzando comportamenti sospetti che l’accusata ha manifestato:

  1. Ha stregato bambini o bestie?
  2. Come li ha stregati?
  3. Perché è stata vista nei campi o nella stalla con gli animali?
  4. Perché toccava bambini e animali come fanno di solito le streghe?
  5. Cosa faceva nei campi al momento della tempesta?
  6. Perché pur avendo soltanto una vacca o due ha più latte delle vicine che ne hanno quattro o sei?

L’interrogatorio della strega dunque prosegue su questi punti e addirittura prevede di tornare indietro alle domande precedenti per verificare se l’accusata resta o no dello stesso parere. Tutto viene trascritto finché non si arriva al momento della confessione. L’accusata rilascia una confessione che non necessariamente deve essere positiva (ovvero conferma dell’accusa), ma può essere negativa, positiva o ambigua.

E gli autori del Malleus Maleficarum lo sapevano bene. Per questo, arrivati a questo punto, consiglio di fissare una data e dare una spazzata al pavimento del sotterraneo: perché la camera di tortura attende solo di essere aperta…

  1. Come avviene nel De prasestigiis daemonum del 1563 e nel De lamiis del 1582
  2. La caccia alle streghe in Europa – B. P. Levack
Lorenzo Manara
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