Mary Read: una piratessa dei Caraibi
La storia della piratessa Mary Read, compagna e forse amante di Anne Bonny, nella ciurma di Calico Jack
Ahoy! Dopo aver raccontato di Anne Bonny, oggi vi porto alla scoperta di un’altra iconica figura femminile dell’età d’oro della pirateria: la leggendaria Mary Read. Una donna audace, che sfidò le convenzioni del suo tempo e si conquistò il rispetto in un mondo dominato dagli uomini, diventando una piratessa coraggiosa e spietata, con gli schizzi di sangue altrui sulla scollatura.
Preparatevi a conoscere la sua storia incredibile: dal travestimento da uomo ai combattimenti feroci, dal triangolo più piccante dei sette mari, a epiche battaglie navali. Una storia frizzantina che sembra presa da un romanzo, ma che invece appare nel resoconto settecentesco del capitano Johnson, da cui sono tratti tutti i dettagli che andremo a scoprire. Perciò, fuoco alle polveri e cominciamo!
Mary Read nacque in Inghilterra. Sua madre si era sposata giovane, a Londra, con un marinaio che stava sempre via, per mare, e che la lasciava sempre sola. Così come la lasciò sola dopo che lei aveva partorito un bel maschietto. La donna rimase sola per molti mesi con questo figlio da accudire, tanto che si mise l’anima in pace e cominciò a credere che il marito fosse morto in mare. Oppure che avesse trovato una vita migliore, chissà dove. In ogni caso, questa povera donna, che era ancora giovanissima e avvenente, si ritrovò di nuovo incinta e, conseguentemente, di nuovo da sola. Perché il disgraziato che l’aveva messa incinta era sparito. Pure lui.
A quel punto, la donna decise di andarsene da Londra per allontanarsi dallo stigma sociale di quella gravidanza indesiderata, avuta con uno sconosciuto. Non disse a nessuno di essere incinta e annunciò alla famiglia che sarebbe andata a stare con degli amici, in campagna. Per crescere il bambino in un ambiente migliore della soffocante e sudicia Londra settecentesca. Subito dopo la partenza, però, il figliolo, che aveva appena un anno, morì tragicamente. Mai una gioia per questa qua.
Ma la Provvidenza, in cambio di tutti questi tormenti, benedì la donna con la nascita del secondo figlio o, meglio, di una figlia: la nostra Mary Read.
Proprio come Anne Bonny, pure Mary Read era, quindi, una bastarda, nata al di fuori del matrimonio cristiano. La madre visse fuori città con la sua piccolina per tre o quattro anni, finché non si ritrovò completamente senza soldi. L’unica speranza che aveva di sopravvivere, adesso, era di ritornare a Londra dalla suocera. Non poteva in alcun modo, però, presentarsi con quella bambina, perché tutti sarebbero venuti a conoscenza del fatto che lei era un’adultera. Dunque, siccome il suo figlio legittimo, maschio, era morto poco più di quattro anni prima, ecco che nella mente della donna si fece strada l’idea di mettere in piedi una farsa: Mary Read (proprio come la collega Anne Bonny) fin da piccola fu costretta a indossare panni maschili e crescere come un maschio, al solo fine di sopravvivere.
E così, Mary divenne Mario. Sto scherzando, ovviamente. Non mi pare di aver letto il nome del figlio legittimo da nessuna parte nel resoconto del capitano. Però, ecco, il suo nuovo nome era quello del fratello, adesso, qualunque esso fosse.
Madre e figlia tornarono a Londra, dalla suocera, col travestimento e tutto il resto. E la suocera abboccò. Fu così contenta da chiedere di tenersi Mary travestita da bambino, per crescerlo lei. Tuttavia la madre disse di no. Sarebbe bastato un singolo bagnetto per mandare a monte tutto quanto. “Separarmi da Mary, ehm, da Mario, sarebbe un dispiacere troppo grande” disse la donna. E riuscì a ottenere una corona a settimana dalla suocera per il mantenimento, standosene lontano da lei. Magari vedendosi ogni tanto.
Mary Read crebbe come un bambino, e quando diventò abbastanza intelligente da comprendere certe cose, la madre spiegò il suo segreto, raccontandole tutta la storia. Mary venne quindi a conoscenza del fratello e del fatto di dover nascondere il proprio sesso, per ricevere quella corona settimanale necessaria alla loro sopravvivenza.
Un bel giorno la suocera tirò le cuoia, e il mantenimento settimanale scomparve. Di eredità non se ne parlava: le cose cominciarono a mettersi molto male. Mary Read aveva tredici anni, l’età perfetta per cominciare a lavorare. Ed è proprio quello che la madre le comandò di fare, sempre come un maschio, ovviamente. La carriera professionale di Mary iniziò nella bella casa di una signora francese, come un garzone. Ma non durò a lungo. La ragazza aveva già una mente vagabonda, come la definisce il capitano Johnson, e un temperamento forte, ruvido. Caratteristiche perfette per ben altro tipo di impiego: quello in mare, ovviamente.
Mary Read, travestita da bambino, fu imbarcata per la Marina Britannica su una Man of War, una nave da guerra, per svolgere mansioni di fatica e manutenzione o semplice pulizia. Dopodiché fu spedita nelle Fiandre, al seguito di un reggimento dell’esercito come cadetto. Mary, a quel punto, era già cresciutella, in grado di imbracciare le armi. Ed è probabile che abbia combattuto. Nel corso della campagna militare si rivelò diligente e coraggiosa, tanto che avrebbe potuto fare carriera. Se non fosse che, come dice il capitano Johnson, i privilegi nell’esercito britannico in genere si compravano e si vendevano. Per diventare qualcuno, nell’esercito, o si aveva una buona famiglia, o ci si doveva svuotare le tasche per comprare, letteralmente, una buona posizione gerarchica. Altrimenti l’ascesa era difficile. Visto che Mary non aveva un soldo, cambiò aria e prese servizio in un reggimento di cavalleria, dimostrandosi ancora così valida da ricevere la stima di tutti gli ufficiali. Ma un suo compagno di reggimento, un affascinante e giovane ragazzo di origine fiamminga, attirò le attenzioni di Mario, ehm, Mary.
Mary Read, giovanissima (e travestita da uomo) si innamorò di un suo compagno d’armi. Da quel momento in poi cominciò ad agire diversamente, e in maniera meno disciplinata, poiché “Marte e Venere non possono apparire assieme”, dice il capitano. Marte, che rappresenta la guerra, il lato maschile, e Venere che rappresenta l’amore, il lato femminile. Le armi che Mary usava tenere in maniera impeccabile, sempre pronte e in ordine, cominciarono a presentarsi spesso inadeguate. E quando il suo amato veniva spedito da qualche parte, lei lo seguiva senza ricevere alcun ordine in merito, cacciandosi spesso nei guai. Mary si era tanto invaghita da rinunciare persino al suo segreto. Perché trovandosi spesso da sola con questo soldato, una notte s’infilò in tenda con lui e gli raccontò la verità, mostrandogli anche qualcosina, per farsi credere.
Costui fu abbastanza sorpreso, perché non aveva sospettato nulla fino a quel momento. Ma la sorpresa venne soppiantata subito dal desiderio. Quelli erano uomini di guerra, che rischiavano di finire dissanguati ogni giorno nella melma, e una sorpresa del genere era di gran lunga meglio del giorno di Natale: una vittoria alla lotteria, praticamente. Perché di donne da campo, in quelle condizioni, non ce n’erano molte, e il buon fiammingo doveva ritenersi molto fortunato a trovarsene una nella tenda.
Ma non appena s’avventò su Mary, quest’ultima si dimostrò contraria. Gli aveva detto la verità perché lo amava, e non per consumare uno sporco desiderio come bestie, nella tenda, e fine dei giochi. Perciò la ragazza resistette a ogni tentazione. Il soldato, probabilmente preso dalla disperazione, non potendo averla con la forza (visto che se ne sarebbero accorti tutti quanti), fece l’unica cosa che gli venne in mente per poter abbracciare Mary: le chiese di sposarlo. Gli uomini son fatti così, non ci stanno troppo a pensar su.
Mary accettò. E quando la campagna militare fu conclusa, e il reggimento marciò verso casa, per l’inverno (visto che, in inverno, non si combatteva), i due usarono i pochi soldi che avevano per comprare un bel vestito da sposa e convolarono a nozze, pubblicamente.
La storia del matrimonio tra due soldati del reggimento inglese fece il giro del paese. E tutti gli ufficiali che avevano conosciuto Mary, rimasti colpiti dall’incredibile colpo di scena, si presentarono alla cerimonia. La coppia ricevette un mucchio di regali, e di denaro. Tanto da potersi sistemare.
Terminarono il loro servizio presso l’esercito e aprirono una locanda laggiù, nelle Fiandre: “la locanda dei tre ferri di cavallo”. Nome scaramantico? Non ne ho idea. Un’attività che si dimostrò funzionante, anche perché era frequentata dagli ufficiali dell’esercito. La pubblicità era stata molta, dopotutto.
Ma questa bella storia d’amore non durò a lungo. Anche perché, come sappiamo, Mary Read è famosa per essere una piratessa, non una locandiera innamorata. Dunque, suo marito morì poco dopo, non si sa di quale malanno. La vedova Mary, rimasta sola, fu costretta a cedere l’attività, cadendo di nuovo in un baratro di miseria. Per questo, non poté fare altro che riprendere a fare quel che sapeva fare: andare all’avventura. E l’unico modo possibile, a quel tempo, era di essere un maschio. Perciò, procuratasi il suo nuovo travestimento, Mary Read si arruolò ancora nell’esercito. Ma i tempi erano quelli di pace, e non c’erano molte opportunità. Quindi doveva cambiare aria, del tutto, nella maniera radicale e disperata disponibile a quel tempo: imbarcarsi e prendere il mare.
Salpò su un veliero mercantile diretta dall’altra parte del mondo, le Indie Occidentali: ovvero l’insieme di isole americane tra Golfo del Messico e Mar dei Caraibi. Insomma, la classica ambientazione delle storie di pirati. E, infatti, come in un classico della letteratura, la nave di Mary Read fu catturata dai pirati. Pirati che spogliarono la nave d’ogni bene, e setacciarono l’equipaggio per scoprire se c’era qualcosa di interessante per loro. Mary, che era sempre travestita da uomo, non fu scoperta. Tuttavia, era l’unica inglese a bordo. E, come tale, le fu chiesto di entrare a far parte della ciurma. Di diventare un pirata. Cosa che, la nostra Mary Read, pareva volere inconsciamente, fin dalla nascita. Non aveva alcun legame con la terraferma, né con chiunque altro. Sua madre, a quel punto, chissà dove si trovava. Ed è così, insomma, che Mary Read entrò a far parte di una ciurma di pirati. La leggenda ebbe inizio.
La piratessa sotto mentite spoglie navigò coi suoi nuovi compagni, mettendo al loro servizio la sua esperienza di guerra. Era brava davvero, dopotutto aveva servito come soldato di Sua Maestà per un lungo periodo, sia sulla terraferma che in mare. Finché non giunse un’inaspettata notizia: il re proclamò il perdono per tutti quei pirati che si sarebbero arresi entro un determinato giorno. L’inizio di quel processo che portò alla trasformazione di molti pirati in corsari, ovvero mercenari da assoldare contro il nemico numero uno dell’epoca: gli spagnoli.
Non che a Mary Read facesse molta differenza, visto che era travestita. Avrebbe potuto ripulirsi l’identità in ogni momento. Ma la sua ciurma si arrese per abbracciare il perdono e lei fece lo stesso. Visse per qualche tempo a terra, tuttavia, come al solito, i soldi cominciarono a scarseggiare e la possibilità di riprendere il mare si presentò tramite ingaggio corsaro. Nell’isola di Providence si radunavano uomini per salpare contro gli spagnoli, accompagnati dalla benedizione del re. Non tutti, però, avevano intenzione di farlo. Alcuni, infatti, preferirono tornare al vecchio impiego, che avrebbe donato loro la libertà di saccheggiare tutte le navi, non solo quelle spagnole. Ed ecco che alcuni pirati che erano stati perdonati, fecero finta di cominciare una carriera da corsari battenti bandiera inglese, per poi rigirarsi contro gli stessi inglesi. Tra loro, ovviamente, vi era Mary Read.
Ma, come dice il capitano Johnson, in realtà lei aborriva la vita da pirata. E lo avrebbe detto più volte, sostenendo che si dava al saccheggio solo perché non sapeva cos’altro fare. Però è una bella contraddizione, confutata dalle numerose testimonianze di chi l’aveva vista in azione, sulle assi del ponte, mentre volavano bordate di cannone e palle di moschetto. Testimoni che giurarono d’aver osservato coi loro occhi, come sarà trascritto nel processo, che non c’era nessuno più risoluto di Mary Read, durante i combattimenti. Che lei era sempre pronta all’abbordaggio, o a qualsiasi azione rocambolesca, e che se vedeva gli uomini sottocoperta nel pieno della battaglia, li andava a richiamare dietro minaccia di farli fuori lei stessa, se non avessero impugnato il ferro. E talvolta giustiziava per davvero quei codardi disertori.
Mary Read, la migliore, alla pari con Anne Bonny. Due piratesse, le ultime a tenere il ponte, spada e pistola in pugno, fino all’ultimo sangue. Già, perché a un certo punto della storia le loro vicende s’incrociarono. Mary Read, infatti, salì a bordo della nave del capitano Rackam, alias Calico Jack, sotto il vessillo nero col teschio e le spade incrociate. E al fianco di Calico Jack vi era la sua regina: Anne Bonny. Una regina sotto mentite spoglie, pure lei, che si vestiva da uomo per non destare malumori tra gli uomini (col benestare del capitano che, a quel punto, si sentiva anche più tranquillo, visto che la sua amata nascondeva le sue grazie).
Ma Calico Jack forse non si era reso conto di quanto fosse focosa Anne Bonny. Perché la sua donna, colpita da quell’affascinante e misterioso giovanotto (Mary Read travestita), si avvicinò a lui (o meglio, a lei) per corteggiarlo/la. Senza soffermarsi troppi nei particolari, il capitano Johnson ci fa capire che Anne Bonny fu la prima a scoprire il segreto: il vero sesso di Mary Read. E viceversa. Perché anche Mary Read scoprì che Anne Bonny era in realtà una donna.
La storia s’è fatta complicata quanto bollente. Perché le due piratesse, divenute intime, cominciarono a frequentarsi sempre di più, unite dalla condivisione del medesimo segreto (e di qualcos’altro, forse). E il capitano se ne accorse. Calico Jack vedeva la sua donna travestita, Anne Bonny, intendersela con quel giovanotto (ovvero Mary Read), e divenne gelosissimo. Andò pure a dire a Bonny che avrebbe tagliato la gola di quel suo nuovo spasimante, per toglierselo di mezzo. A quel punto, lei lo tirò dentro al segreto, dicendo tutto quanto. E Calico Jack capì che sulla sua nave, adesso, ce n’erano due di piratesse. Un triangolo amoroso del quale il capitano Johnson tace, lasciando un po’ tutto in sospeso, e su cui possiamo solo speculare. Molti si interrogano su come abbiano fatto le due donne a non farsi scoprire dalla ciurma, in mare, per tutto quel tempo. Anche perché le due avevano pure loro degli appetiti da saziare.
Infatti, nel corso degli abbordaggi e dei saccheggi, i pirati si trovarono a fare numerosi prigionieri, tra i quali vi erano un certo uomo, giovane e avvenente, che colpì particolarmente Mary. Dapprima, la piratessa si avvicinò a lui parlando, e facendoselo amico, lasciandogli intendere che a lei non piaceva la vita da filibustiere. Un qualcosa che ripeteva spesso, ma che non sappiamo se rispondesse alla verità. In ogni caso, dopo essersi guadagnata la sua amicizia, da uomo a uomo, Mary fece in modo di fargli scoprire il suo segreto, mostrando “casualmente” il suo seno (che era molto bianco, dice il capitano Johnson, nel resoconto, ovvero di carnagione chiarissima).
Il giovane, divenuto sanguigno all’improvviso, cominciò a farsi molte domande. La curiosità e il desiderio crescevano in lui, perciò cominciò a importunare Mary, chiedendole di raccontargli tutto quanto. Chi lei fosse veramente. Lei raccontò tutto e i due, a quanto pare, divennero amanti. Un amore passionale, violento. Perché il giovane rimase a bordo per molto tempo con la ciurma, ed è probabile che fosse diventato egli stesso un pirata. Ma la cosa non viene specificata e, anzi, viene quasi negata dalla stessa Mary che, in fase di confessione nel corso del processo che la riguarderà, infine, dirà che egli era un brav’uomo, che non aveva nulla a che fare con quei fuorilegge. Insomma, io credo proprio che lo abbia protetto, nascondendo il fatto che lui fosse diventato un pirata, come tutti gli altri.
Anche perché, stando al resoconto, i due se la intendevano parecchio. Ed erano così innamorati da rischiare la vita l’uno per l’altro. Soprattutto Mary, che in questo caso fa la parte del più forte, nella coppia, letteralmente, visto che prendeva le difese dell’amante pure nelle questioni d’onore.
Accadde, infatti, che il suo uomo si trovò a litigare con un pirata, e che i due arrivarono alla conclusione di risolvere la questione tramite un bel duello. Un vero classico. Quando la nave si fermò, all’ancora, vicino a una delle isole delle Indie Occidentali, i due decisero di consumare la faccenda alla maniera dei pirati: ovvero a pistolettate. Ma Mary non voleva che il suo uomo combattesse quel duello, soprattutto contro un avversario che pareva più forte di lui. Non voleva rischiare di perderlo così. E allo stesso tempo non voleva che l’amato si rifiutasse di combattere, perché l’onore era importante tanto quanto la vita: nessuno starebbe mai con un codardo.
Presa da questo dilemma, e dal tormento dell’ansia, Mary decise di intervenire senza violare l’accordo tra i due. Scese a terra e due ore prima del duello sfidò ella stessa l’avversario del suo amato compagno. Si scontrò con lui, spada e pistola in pugno, e lo ammazzò sul posto.
Mary aveva combattuto molte volte, prima di allora. Aveva ammazzato molti uomini. Ma stavolta l’aveva fatto per amore. Non per sé stessa, non per il bottino, ma per puro altruismo.
I due si sarebbero pure sposati, ma non ne ebbero occasione. Al contrario di quel che avviene nei film, il capitano Calico Jack non li sposò mai sul ponte della nave. Ma loro si comportavano comunque come se fossero stati sposati, tenendo l’uno all’altra, sempre fedeli. Infatti, Mary dichiarò successivamente di non aver mai commesso adulterio, nei suoi confronti. Da quel momento aveva messo la testa a posto. Al livello sentimentale, s’intende. E continuò a proteggerlo, fino in fondo al processo, nascondendo la sua identità. Non si sa, infatti, chi fosse quest’uomo, il quale non fu mai preso.
Perché Mary Read, così come Anne Bonny, furono tutti presi. Dal primo all’ultimo. Ma del gran finale di questa incredibile trilogia, ne parlerò nel prossimo episodio, incentrato sul capitano battente bandiera del teschio con le spade incrociate: Calico Jack.
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