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26 Gennaio 2016

L’armatura eroica rinascimentale

armatura eroica

Nel XVI secolo esisteva un solo modo per apparire come un vero bad-ass: indossare un’armatura eroica

Gli uomini si sono sempre confrontati con la natura, in special modo con il regno animale.  Il leone è forte, l’aquila nobile, la volpe astuta: tante sono le specie quante le virtù che l’uomo cerca di attribuirsi fin dagli albori della civiltà. Per emulare la vicinanza con il proprio animale preferito i nobili tessevano leggende di famiglia, innalzavano stendardi oppure pagavano il migliore corazzaio del Rinascimento per forgiare un’armatura eroica.

I Negroli erano i mastri corazzai più famosi e celebrati del XVI secolo. Una grande famiglia che tra fratelli, cugini, nipoti e zii arrivò a servire i personaggi più ricchi e importanti del Sacro Romano Impero, delle corti reali di Francia e di Spagna. Le loro opere erano basate sui caratteri dell’arte classica greco-romana, e in particolare sulla mitologia. Erano soliti arricchire corazze ed elmi con bassorilievi per i quali i regnanti andavano pazzi. Animali e creature leggendarie, grifoni, cerberi, chimere e perfino eroi della cristianità: un guazzabuglio da Gran Maniera che avrebbe fatto impallidire Luigi XIV, vissuto un secolo più tardi. Questa evoluzione creativa ha partorito la cosiddetta armatura eroica.

armatura eroica

Armatura dei Leoni, Musée de l’Armée di Parigi [1540-1545 ca.] Forgiata da Giovanni Paolo Negroli per Francesco I in ferro, ottone, argento, oro e cuoio. 16,2 Kg di peso.

L’armatura eroica era realizzata per lasciare a bocca aperta gli spettatori: pezze d’armi utili per le sfilate e le parate militari, ma non per la guerra. Giocavano un ruolo simbolico, trasformando i loro possessori alla guisa di eroi dell’Era Antica, della mitologia o della letteratura 1. Gli elmi erano forgiati per i prìncipi rinascimentali educati fin da piccoli allo studio dei classici, le corazze rivestivano gli imperatori che si auto-proclamavano successori e generali dell’antica Roma.

Queste opere testimoniano la presa di coscienza dei corazzai: costoro non sono più artigiani, ma artisti. Lavorano l’oro e l’argento come fanno gli orafi, plasmano la materia come i più grandi scultori dell’umanità. L’armatura eroica apre la strada di un’arte, quella della guerra, fino a quel momento relegata a un livello inferiore. Lo stesso Benvenuto Cellini disegnò diverse armature per Cosimo I, Granduca di Toscana.

armatura eroica

Borgognotta del grifone, Musée de l’Armée di Parigi [1540-1545 ca.] Forgiata da Giovanni Paolo Negroli per la famiglia Medici in ferro, oro e argento. 2,5 Kg di peso.

 Il ricco stile decorativo che prese vita nei laboratori milanesi si contrappose a quello morbido in voga fino alla prima metà del ‘500, affiancandosi alla corrente artistica italiana del Manierismo 2. Il metallo veniva scolpito come una statua, poi decorato e impreziosito da intarsi d’oro e d’argento: un gioiello damaschinato e lustrato che voleva intimorire e affascinare.

Scrittori fantastici siete avvertiti. Se volete far indossare al vostro protagonista adolescente un’armatura con i draghi scolpiti, ricordatevi di farlo sfilare al sicuro tra le mura cittadine. Perché nella guerra vera una roba così non lo proteggerebbe nemmeno da una caduta da cavallo.

  1. Heroic Armor of the Italian Renaissance: Filippo Negroli and his Contemporaries by Stuart W. Pyhrr, Jose-A. Godoy
  2. Arms and Armour from St Louis to Louis XIII, treasure of the historic collection
Lorenzo Manara
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