Waterloo, il film (1970)
Il colossal pazzesco prodotto da Dino De Laurentiis sulla battaglia di Waterloo
Se c’è una cosa che ha reso celebri noi italiani è la pastasciutta. Cioè, volevo dire il cinema. Fino a qualche decennio fa eravamo dei campioni in ambito cinematografico. Abbiamo fatto scuola, insegnando a tutti come diavolo si impugna una macchina da presa. Volete un esempio? Prendiamo Waterloo, il film del 1970, diretto da Sergei Fedorovich Bondarchuk (quello di Guerra e Pace) e prodotto dal grande Dino De Laurentis.
La battaglia di Waterloo è stata combattuta il 18 giugno del 1815 fra l’Impero francese guidato da Napoleone e una coalizione composta da Regno Unito e Prussia, rispettivamente guidati dal Duca di Wellington e Von Blucher. Si tratta di una delle battaglie più importanti della storia dell’umanità, e una produzione cinematografica degna di essere chiamata tale non può certo rovinarla con una pellicola scadente. Siccome De Laurentiis e Bondarchuk volevano fare le cose in grande, ecco cosa hanno imbastito.
Il costo della pellicola fu di circa 40 milioni di dollari, uno dei budget più elevati della storia del cinema (negli anni ’70). La produzione italiana non poteva coprire una cifra simile, per questo venne chiesto un contributo da parte della Mosfilm, lo studio cinematografico russo. I soldi però non erano l’unico problema. Come si poteva rappresentare una battaglia che coinvolse centinaia di migliaia di soldati senza grafica computerizzata? Dove trovare tutte le comparse? E l’ambientazione? La risposta a queste domande è la solita: Russia.
E’ probabile che il regista Bondarchuk avesse i suoi agganci. Dopo Guerra e Pace doveva essersi fatto qualche amico molto influente lassù, al Cremlino. Oppure è stata tutta una questione di propaganda: in piena Guerra Fredda, la Russia aveva bisogno di dimostrare il proprio potere. Insomma, non saprei proprio dirvi il perché, fatto sta che i compagni russi non si limitarono a contribuire economicamente alle riprese del film. Per rendere la pellicola più credibile inviarono una squadra di genieri militari in una pianura ucraina per riprodurre fedelmente Waterloo; misero a disposizione del regista un’intera brigata di cavalleria e 16.000 fanti dell’Armata Sovietica. Già, 16.000.
I soldati dell’Armata Sovietica furono addestrati per mesi all’impiego di formazioni da battaglia ottocentesche, impararono a combattere con la sciabola, a sparare con il moschetto e il cannone da campo. Ogni giorno dopo colazione marciavano fino al gigantesco edificio che conteneva decine di migliaia di costumi storici, indossavano gli abiti del proprio reggimento e si mettevano in formazione per il vasto territorio ucraino scelto come location. In pratica, durante le riprese, il regista Bondarchuk divenne involontariamente capo di uno degli eserciti più vasti dell’epoca 1.
Se vi capita di vedere questo film fate caso ai lunghi piani sequenza. Per rendere il paesaggio più simile a Waterloo vennero distrutte due colline con i bulldozer, steso 5 miglia di strade, piantati 5.000 alberi e ricostruiti edifici storici come lo Château d’Hougoumont, uno dei punti focali dell’intera battaglia.
I produttori di Waterloo non badarono a spese neppure sotto il profilo tecnico. Nonostante l’età, la qualità dell’immagine eguaglia le moderne tecniche digitali. Un esempio lo si può osservare nella scena cardine dell’intero film: la carica dei Royal Scots Greys. A circa un’ora e mezzo dall’inizio, dopo che il fragore dei colpi di moschetto e i boati scaturiti dalle bocche dei cannoni hanno imperversato per gran parte della pellicola, si fa improvvisamente silenzio. La carica di cavalleria rallenta, la telecamera indugia sugli zoccoli che sollevano fango e pietre… e poi inizia una musica, lenta e maestosa, priva di qualsiasi effetto sonoro. I Royal Scots Greys cavalcano in slow motion. Uno slow motion fluido, teatrale, molto più dinamico di quelli che si vedono negli Avengers. Pazzesco.
Ho visto questo film per la prima volta qualche mese fa e ne sono rimasto meravigliato. Non me l’aspettavo. Precisione, amore per il dettaglio e accuratezza storica. C’è solo una cosa che manca: una storia. Ma sapete che vi dico? In questo film non c’è alcun bisogno di una storia. E’ stato presentato nelle sale con il nome di Waterloo, e ci ha mostrato la battaglia di Waterloo. Che altro dovremmo desiderare di più?
Ci sono pure i Gordon Highlanders che suonano le cornamuse a passo di marcia. Meglio di così.
- Corrigan, Major J. G. H., Waterloo (review), Channel 4 ↩
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