Tutankhamon e il pugnale forgiato dal meteorite
L’arma più adatta per un faraone è quella che cade dal cielo; un meteorite di ferro in dono dagli Dei, per un salto nel futuro di mille anni
Egitto, 1922. Dopo quindici anni trascorsi a scavare inutilmente nella Valle dei Re, la spedizione guidata da Howard Carter si imbatté nel primo gradino di una scalinata sepolta nella sabbia. In pochi giorni venne liberato il passaggio e si intuì che il cunicolo sotterraneo avrebbe condotto dritto a una camera funeraria. Le aspettative erano alte, ma nessuno poteva immaginare che sotto quella sperduta valle nel deserto si celasse la più strabiliante meraviglia dell’archeologia mondiale: la tomba del faraone Tutankhamon.
Più di 6.000 pezzi: tale è il tesoro che avrebbe dovuto accompagnare il faraone nel suo viaggio nell’Aldilà. Ci vollero otto anni per rimuovere e catalogare ogni singola testimonianza di un passato millenario. Alcuni pezzi sono così strabilianti da non avere rivali nella storia, come ad esempio la celebre maschera funeraria e il sarcofago d’oro massiccio che conteneva la mummia del faraone.
In mezzo a un simile tesoro da fiaba, però, c’era un oggetto che inizialmente passò quasi inosservato. Occupava un minuscolo spazio, circondato da opere monumentali e sfarzose; nessuno sembrò prestargli troppa attenzione. Nell’Antico Egitto, però, il valore che possedeva era inestimabile. Forse ancor più dell’oro. Di cosa si trattava? Be’, di un pugnale di ferro forgiato da un meteorite.
La caratteristica che lo rendeva inestimabile ai tempi di Tutankhamon era la sua composizione chimica. L’epoca era quella del Bronzo e, come dice il nome stesso, gran parte della produzione metallurgica era dovuta a quel tipo di materiale. Il bronzo, però, è una lega poco adatta alla battaglia: le lame di bronzo potevano piegarsi e rompersi facilmente.
Per questo il pugnale del faraone Tutankhamon era considerato un’arma dalle capacità leggendarie. Si trattava di un manufatto venuto dal futuro, che anticipava l’evoluzione tecnologica umana di almeno qualche secolo. Grazie al meteorite composto da ferro con alte percentuali di nichel e cobalto, il faraone ha potuto godere di un’Età del Ferro anticipata: un vero e proprio dono divino.
Oggi possiamo conoscere la verità grazie alla ricerca di un team internazionale a cui hanno partecipato ricercatori italiani del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa 1, quasi cento anni dopo l’apertura della tomba.
Questa storia è l’esempio perfetto di quanto l’aspetto fisico possa trarre in inganno. Senza gli studi universitari, chi mai poteva immaginare che il pugnale di Tutankhamon provenisse dallo spazio?
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- The meteoritic origin of Tutankhamun’s iron dagger blade, Meteoritics and Planetary Science, 20 maggio 2016 ↩
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