Close

17 Aprile 2018

Il sottomarino Nautilus

nautilus robert fulton

Il Nautilus: primo sommergibile funzionante al mondo, finanziato da Napoleone e reso famoso da Jules Verne in “Ventimila leghe sotto i mari”

Nel romanzo Ventimila leghe sotto i mari fa la sua comparsa un personaggio memorabile, ormai divenuto icona della cultura letteraria umana: il capitano Nemo. Egli è il comandante del Nautilus, il sottomarino che attraverso gli inesplorati fondali oceanici ha permesso a milioni di lettori di vivere incredibili avventure. L’immaginazione di Jules Verne era sconfinata, ma le sue non erano trovate del tutto fantasiose. Le novità che il progresso scientifico ottocentesco portava alla luce erano motivi di ispirazione per lui, e uno dei macchinari che più influenzò le sue opere fu il primo sommergibile funzionante al mondo, che si chiamava, appunto, Nautilus.

Il Nautilus fu ideato da Robert Fulton. Egli era un ingegnere statunitense già conosciuto per aver fatto navigare il primo piroscafo con l’apparato motore di James Watt, ed era attivamente impegnato nella lotta alla Reale Marina d’Inghilterra 1, la quale sul finire del XVIII secolo deteneva il controllo dei traffici marittimi ai danni del giovane stato statunitense. Invece di impugnare il moschetto come tutti gli altri, Fulton preferì impiegare il suo tempo in ciò che sapeva fare meglio: inventare.

Nel 1797 propose al governo francese una nuova macchina da guerra destinata a porre fine al predominio inglese. La risposta interessata giunse poco più tardi, assieme a una sovvenzione di 10.000 franchi per la realizzazione di questa innovativa tecnologia bellica. Grazie ai soldi di Napoleone, nel 1801 Fulton potè mostrare al mondo la sua arma segreta: il sommergibile Nautilus.

nautilus sottomarino sommergibile
Replica del Nautilus, Cité de la Mer (Cherbourg, Normandia)

Il Nautilus era lungo 6,50 metri e largo 2,13, composto da uno scafo metallico che poteva ospitare al suo interno un equipaggio di tre uomini. La forma era quella a “siluro”, con tanto di torretta e due diversi tipi di propulsione: un albero con vela a ventaglio e un’elica a due pale. Tale soluzione permetteva al Nautilus di navigare in superficie alla velocità di 3 nodi servendosi della vela, e in profondità alla velocità di 2 nodi grazie a un meccanismo azionato manualmente dall’equipaggio per muovere l’elica. Le prestazioni erano straordinarie. Si trattava di una macchina da guerra così efficiente che, paradossalmente, non piacque affatto (ho pubblicato anche un video a riguardo sul mio canale YouTube, corri a vederlo!).

Di fronte alla commissione governativa, il Nautilus si immerse a 7 metri di profondità e vi restò per un’ora, percorrendo 450 metri con la sola propulsione manuale. L’unica arma in dotazione era una torpedine: un congegno esplosivo galleggiante ricoperto da detonatori a contatto, trainato per mezzo di una lunga fune. Tale ordigno era in grado di esplodere non appena toccava lo scafo delle imbarcazioni nemiche ed è proprio così che venne affondata la vecchia goletta scelta come bersaglio della dimostrazione. Nonostante lo spettacolare successo però la commissione diede esito negativo. Il Nautilus venne giudicato un’arma terribile, un ordigno moralmente inaccettabile da parte dello Stato.

Subito dopo aver incassato il rifiuto dei francesi, Fulton si recò da coloro che aveva sempre considerato suoi nemici: gli inglesi. Al termine di un’ulteriore dimostrazione della validità del Nautilus e un vecchio brigantino da 300 tonnellate affondato, il responso da parte del governo inglese arrivò da parte del Primo Lord dell’Ammiragliato, John Jervis, il quale disse:

“Solo uno stupido incoraggerebbe un genere di guerra che chi possiede il dominio del mare non può volere, e che se si diffondesse lo priverebbe di tale dominio.” 2

Parere che venne rafforzato dalle parole del Primo Ministro William Pitt jr:

Questo mezzo (il Nautilus), una volta messo in pratica con successo, non mancherà di distruggere tutte le marine da guerra.3

Insomma, l’invenzione faceva così spavento che nessuno Stato voleva sovvenzionarla per paura che gli si ritorcesse contro. Tuttavia, come ben sappiamo, la tecnologia è andata avanti e i sommergibili, divenuti oggi sottomarini, hanno potuto imperversare per gli oceani dando vita a un nuovo tipo di guerra: quella subacquea.

  1. “La Marina da Guerra” Giovanni Santi – Mazzini
  2. Torpedo War and submarine explosions, Fulton R. 1810
  3. Submarine Warfare, Barnes J.S. 1869
Lorenzo Manara
Latest posts by Lorenzo Manara (see all)