Il primo paracadute della storia
Gettarsi da una torre con un paracadute a forma di ombrello e sopravvivere all’atterraggio: no, non è un cartone dei Looney Tunes
Il francese Louis-Sébastien Lenormand aveva letto in alcuni rapporti di viaggio che nei lontani paesi orientali i sudditi per divertire il loro re si gettavano da grandi altezze stringendo un parasole. Non si trattava di orrendi spettacoli sanguinari, ma di vere e proprie dimostrazioni di fisica. Reggendosi saldamente agli ombrelloni paracadute questi coraggiosi proto-scienziati cadevano gentilmente senza riportare alcuna ferita. Nel dicembre del 1783, il signor Lenormand volle provare egli stesso la veridicità di quelle storie.
“Ho calcolato la corretta dimensione dell’ombrello in grado di garantire una caduta morbida e gentile. Assumendo che un uomo e il proprio paracadute non superino il peso di duecento libbre, trovo che un diametro di quattordici piedi sia la misura perfetta per cadere dall’altezza delle nuvole senza rischiare la morte.” Lenormand1
Lenormand prese il suo ombrellone e salì le scalinate di una delle torri dell’osservatorio di Montpellier, raggiungendo un’altezza di circa venti metri. Sotto la balconata lo attendeva una folla sbalordita, pronta a scansarsi per lasciar precipitare il folle scienziato. Lenormand montò sul davanzale, in bilico sull’orlo del baratro, con l’ombrello alto sopra la testa. Prese un profondo respiro, chiuse gli occhi, e si gettò di sotto.
Quello che accadde fu inaspettato quanto straordinario: l’ombrello oppose la dovuta resistenza aerodinamica e Lenormand cominciò a cadere lentamente, atterrando con le proprie gambe e rialzandosi subito dopo, illeso e sorridente. La folla esplose in un boato fragoroso e lo scienziato venne accolto come un trionfatore. Ad assistere all’esperimento, quel giorno, si trovava anche un certo Joseph Michel Montgolfier, uno dei fratelli che solo l’anno prima avevano fatto volare la prima mongolfiera al mondo (A proposito, sapevate che contrariamente a quanto si pensa la mongolfiera non è mai apparsa nel libro “Il giro del mondo in 80 giorni“?). Montgolfier si disse entusiasta della dimostrazione e apprezzò molto il nome “paracadute”, complimentandosi con Lenormand2.
L’idea del paracadute ovviamente è ben più antica. Tutti conoscono i disegni di Leonardo da Vinci, col famoso paracadute dalla forma piramidale il quale deriva a sua volta dal paracadute di Mariano di Jacopo detto il Taccola. Non sappiamo però se tali invenzioni fossero mai state provate sul campo, come fece invece Lenormand.
Non sempre però le cose vanno per il verso giusto quando si gioca con la gravità. Nel 1912 Franz Reichelt (un altro pazzoide francese) conosciuto come il “sarto volante”, si gettò dalla Torre Eiffel con una speciale tuta cucita da lui stesso. Secondo i suoi calcoli sarebbe dovuto atterrare come il suo collega Lenormand, fra gli applausi entusiasti degli spettatori. Purtroppo il suo esperimento si concluse in maniera tragica.
Concludo questo breve articolo con la documentazione videografica dell’epoca: il filmato del 1912 da cui si può vedere la caduta del sarto volante. Buona visione!
(C’è chi dice che Franz Reichelt toccò il suolo che era già un cadavere. Secondo alcune fonti ebbe un infarto durante il volo e morì di crepacuore.)
- Annales de physique et de chimie, XXXVI, 97. Da notare che le misure espresse da Lenormand sono relative agli standard francesi dell’epoca. I 14 piedi cui fa riferimento non equivalgono all’unità di misura omonima odierna, come ad esempio quella statunitense. ↩
- Les Merveilles de la science – Les Aérostats, Louis Figuier, 523 ↩
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