Il castello di Eilean Donan

Il castello di Eilean Donan, una delle fortezze più amate di Scozia, e la leggenda di Duncan MacRae: ultimo highlander contro Gorm MacDonald
Le origini del castello di Eilean Donan si perdono nella leggenda. Sono poche le informazioni sopravvissute allo scorrere del tempo1, ed eventuali reperti archeologici potrebbero trovarsi ancora sotto le fondamenta del castello, in attesa di essere scoperti. L’unico indizio di cui siamo a disposizione è la presenza di pietra vetrificata sull’isola. Intorno al 700-300 a.C. alcuni insediamenti fortificati di Scozia erano sottoposti a un particolare tipo di trattamento: le pietre venivano scaldate a temperature talmente elevate da causarne la vetrificazione. Si tratta di una tecnica a noi sconosciuta, la cui presenza è stata attestata in altre regioni nord-europee.
Il nome dell’isola è dovuto a San Donnàn, fondatore di una comunità cristiana nel VII secolo. Egli giunse dall’Irlanda per diffondere la religione cristiana nelle Ebridi e perfino oltre. Secondo il mito, San Donnàn stava celebrando la santa messa sull’isolotto dove oggi sorge il castello, quando all’improvviso affiorarono delle navi vichinghe all’orizzonte. Il Santo non si lasciò sconvolgere dall’imminente assalto e con fermezza e dedizione proseguì la liturgia. Purtroppo per lui i vichinghi non erano uomini di gran fede: lo decapitarono assieme ai 52 monaci suoi confratelli.
Gli invasori che provenivano dalla Scandinavia non si limitarono a razziare le coste delle Isole Britanniche. Con il passare del tempo si stabilirono sul territorio e cominciarono ad annettere le regioni settentrionali ai propri domini. Fu in questo clima difficile che venne fondato il castello di Eilean Donan. Il re degli scozzesi Alessandro II aveva ordinato la costruzione di una fortezza per difendere la costa dalle incursioni vichinghe.

Eilean Donan è un’isola minuscola, e per questo relativamente semplice da difendere. Il bastione che fa da guardia al ponte è un elemento aggiunto nel Cinquecento, per migliorare la difesa del castello e far fronte alla diffusione delle armi da fuoco e dei primi cannoni. Sulla sommità esagonale del bastione venne perfino montato un pezzo d’artiglieria, in grado di proteggere con un ampio angolo di visuale gran parte del tratto di loch circostante.
Durante la visita al castello ho incontrato un simpatico signore anziano, con folti baffi e il kilt tradizionale indosso. Mi ha raccontato una storia affascinante riguardo il bastione di Eilean Donan prima che venisse dotato di cannone; una storia che narra le gesta di Duncan MacRae, antico progenitore del clan ancora oggi in possesso del castello (ho perfino realizzato un video sul mio canale Youtube, a riguardo, non perderlo!).
Scozia, 1539. Castello di Eilean Donan.
La sentinella di guardia sul bastione cominciò a gridare. Una galea era comparsa all’orizzonte e faceva rotta verso il castello. Il conestabile ordinò la chiusura dell’ingresso principale, ma sapeva bene che la situazione era disperata. La fortezza era completamente sguarnita, gli unici uomini che potevano difenderla erano la sentinella, lo stesso conestabile e Duncan, un giovane guerriero del clan. Tre uomini in tutto.L’imbarcazione nemica raggiunse le sponde dell’isolotto affacciato sul loch e gli assalitori scesero a terra del tutto indisturbati. Non erano razziatori vichinghi, bensì guerrieri del clan rivale dei MacDonald guidati dal famigerato Gorm. Gorm aveva devastato le terre di Skye con le sue incursioni, uccidendo chiunque avesse osato opporre la minima resistenza. Non appena Duncan riconobbe il volto del nemico sguainò la spada e si diresse al cancello. Non si sarebbe tirato indietro dinnanzi a colui che aveva sterminato i suoi fratelli, non finché gli fosse rimasto fiato in corpo.
Gli assalitori si lanciarono all’attacco e sciamarono nello stretto passaggio di pietra, pronti a spezzare la vita di quel giovane highlander. Ma Duncan era un bravo spadaccino e seppe sfruttare la strettoia per affrontarli uno alla volta, mantenendo la posizione senza indietreggiare di un solo centimetro. Gli avversari erano molti e cominciarono a tempestare di frecce il bastione. La sentinella che presidiava le mura venne raggiunta al petto e poco dopo toccò al conestabile; entrambi si accasciarono a terra, colpiti a morte dalla pioggia di frecce. Duncan era rimasto solo.
L’ultimo difensore stava ancora in piedi davanti all’ingresso, coperto di sudore e sangue, stremato, senza la minima possibilità di sopravvivere. Non poteva certo batterli tutti a colpi di spada. Cominciò a ritirarsi attraverso i passaggi che conosceva a menadito, rifugiandosi dietro un portone e sbarrando la via agli assalitori. Era solo questione di tempo, prima o poi il nemico si sarebbe resto conto della totale assenza di difensori e avrebbe fatto irruzione. Duncan doveva pensare a qualcosa, alla svelta.
Si lanciò sulle scale e raggiunse la cima del bastione. Afferrò l’arco della sentinella, incoccò l’ultima freccia rimasta e prese la mira. La freccia saettò dritta ai piedi delle mura, tra le fila dei nemici, conficcandosi sulla fronte di Gorm: precisa, in mezzo agli occhi. Il capo dei razziatori cadde all’indietro e affondò nell’erba bagnata. Si fece improvvisamente silenzio. Le grida e la furia della battaglia s’interruppero. I razziatori fissarono il corpo immobile ai piedi del bastione mentre in cima alle mura la sagoma di Duncan si stagliava contro il cielo grigio.
Uno a uno cominciarono ad allontanarsi. Abbandonarono il campo e si ritirarono sulla galea. Salparono, lontano da quell’isolotto e dall’highlander che lo difendeva. Non fecero più ritorno a Eilean Donan.
Dopo questa bella storia ho ringraziato il signore con il kilt e sono uscito a buttare giù due righe, per evitare di scordarmi qualche passaggio o confondermi (e vi assicuro che ci si confonde molto ascoltando il dialetto scozzese. Sembra tutt’altra lingua rispetto all’inglese). Più tardi, uscendo dal castello, ho scoperto che il simpatico signore non era altri che uno dei discendenti di Duncan MacRae e proprietario del castello. Ganzo, no?
Il castello ai tempi di Duncan e Gorm era molto diverso da come lo vediamo oggi. Innanzitutto era più grande, tanto da occupare quasi interamente l’isola. Vi erano delle mura esterne, torri di rinforzo e un ampio cortile attraverso il quale si poteva accedere a una porta sul mare. Tuttavia durante la ribellione giacobita dei primi del XVIII secolo, tre fregate della Royal Navy bombardarono il castello di Eilean Donan, riducendolo a un mucchio di sassi fumanti.
Grazie agli ultimi discendenti dei MacRae, il castello venne ricostruito con una metodologia conservativa per non stravolgere quello che doveva essere il suo aspetto originario, studiando le testimonianze dell’epoca e i resoconti storici. Oggi è possibile ammirarlo in tutto il suo splendore, e credetemi, trovarsi di fronte a un simile spettacolo sulle rive del loch è una roba davvero emozionante. Se siete in viaggio attraverso la Scozia non potete permettervi di saltare questo importante reperto storico. Andate a visitarlo e, se siete fortunati, vi ritroverete ad ascoltare qualche antica leggenda raccontata dagli stessi discendenti dei MacRae.
Prossima tappa, il castello di Dunstaffnage.
- Le fonti che mi hanno consentito di scrivere questo testo derivano dalla visita al castello stesso e dal volume Eilean Donan, Jarrold Publishing ↩
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