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15 Aprile 2019

Nostalgia di una storia: il remake

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Quando il ricordo è più potente della novità: meglio remake che originale

Uno strano decennio questo del XXI secolo. E’ sempre accaduto, ne sono certo, ma l’intensità del fenomeno non è mai stata così forte. Comincio a credere che fra cent’anni verremo ricordati come strani tizi che adoravano riguardare la stessa identica storia sempre uguale, rifatta più volte. “Ancora, ancora“, come dicevano i Teletubbies.

Dumbo, Aladdin, Il re leone, Lilli e il Vagabondo, Mulan, Pinocchio, Il Gobbo di Notre Dame, Lilo & Stitch, La Sirenetta. Ma uscendo dal reame Disney anche Dirty Dancing, Starship Troopers, Un lupo mannaro americano a Londra, La storia infinita, American Psycho, Fuga da New York, Heavy Metal, Highlander, Scarface… Questa non è una lista di classici del cinema, ma una serie di titoli attualmente in produzione o annunciati: una bella sfilza di Remake.

Per scrivere questo articolo mi sono rapidamente documentato sul web e la lista di titoli è davvero impressionante. La tendenza è innegabile: ci stanno propinando la stessa zuppa, un pochino riscaldata e con l’aggiunta di effetti speciali innovativi, avanzata dall’abbuffata degli anni ’80 e ’90.

Lo ammetto, alcuni dei titoli della lista hanno risvegliato qualcosa dentro di me. Un sentimento caldo e avvolgente raggiunto poi da una sferzata d’entusiasmo irrazionale. E’ la nostalgia, quella cosa rassicurante che ti culla e ti rasserena. Non c’è niente di meglio della spensieratezza di ricordi offuscati, di storie vissute con l’occhio inconsapevole e facilmente influenzabile di un ragazzino… Ma è tutto sbagliato.

Nonostante la nostra fame di storie, non dovremmo restare ancorati al passato. Lo stato confortevole e rassicurante di un’esperienza già vissuta, che conosciamo e di cui siamo esperti, non ci fa crescere. Sembra una cazzata ma è così. Nell’ultimo decennio internet ci ha stordito con i contenuti su misura, i “consigliati” e gli algoritmi che ci propongono tutto ciò che ci piace. Vediamo solo pubblicità di prodotti che desideriamo, leggiamo solo articoli di giornale della fazione politica che ci rappresenta, video di personaggi influenti le cui idee sono affini alle nostre e film che abbiamo già visto, ma che intendiamo rivedere: tutto si ripete, sempre uguale, ridondante e martellante, per confermarci ancora una volta ciò che già sappiamo e conosciamo. Come un remake.

Se fosse sbagliato? Se il concetto che andiamo ripetendoci da sempre fosse sbagliato? Di certo non possiamo saperlo restando confinati nella bolla costruita su misura per noi. Se continuiamo a leggere gli stessi articoli, ad ascoltare le stesse persone dire le stesse cose e a vedere gli stessi film quando cresceremo?

Ve lo dico subito: mai. Non cresceremo. Resteremo allo stesso livello culturale, sospesi in una consapevolezza che si alimenta di finte certezze e un probabile mucchio di menzogne. Come statue fatte di pietra e pregiudizi.

Forse sto esagerando con questo tono apocalittico. Dopotutto sono soltanto film, che male potranno mai fare. Se una storia è bella perché non ripeterla? E poi c’è Will Smith che interpreta il genio della lampada, dai.

Ancora, ancora.

Lorenzo Manara
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