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2 Marzo 2023

Formule magiche medievali, tra Bibbia e stregoneria

formule magiche tra bibbia e stregoneria

Storia della Magia, episodio 9: le formule magiche medievali tra sacro e profano

Fede e superstizione, religione e magia: termini all’apparenza opposti, ma che in realtà costituiscono le rispettive facce della stessa medaglia. Perché il legame tra la Bibbia e la stregoneria nelle pratiche magiche medievali era molto forte. 

Gli stessi uomini di chiesa erano le persone più adatte a praticare la magia, poiché avevano accesso alle conoscenze scritte, anche quelle cosiddette proibite. Non era poi così strano, ad esempio, che il prete di campagna tentasse di guarire i fedeli della parrocchia dai malacci più disparati tramite la lettura di un passo biblico, modificato per l’occasione, dando origine a un vero e proprio incantesimo, da recitarsi solennemente, come una formula magica a metà fra il sacro e il profano1.

I grandi pensatori dell’epoca, teologi e filosofi, naturalmente si scagliavano contro queste stupide superstizioni. Così, come i vertici dell’istituzione ecclesiastica. Tuttavia si trattava di una piccola percentuale non rappresentativa della mentalità popolare: insomma, nel Medioevo non tutti avevano la caratura intellettuale di Tommaso d’Aquino. Ma, a dirla tutta, neppure oggi, nel Ventunesimo secolo, la ragione riesce a dominare la superstizione, visto che la magia è ancora molto diffusa, al fianco di smartphone e computer.

“Origene credeva che una forza speciale risiedesse in certe parole divine e pensava in particolare al prologo del primo libro di Mosè , al Vangelo di Giovanni e alle sette parole di Cristo sulla croce. Il nome di Cristo, soprattutto, possedeva una qualità “magica” e poteva scacciare i demoni.”

Christa Tuczay, Esoterismo e magia nel Medioevo

Nel IV secolo Atanasio di Alessandria, in una lunghissima lettera ai monaci d’Occidente, racconta dell’utilizzo di salmi e preghiere impiegati da Santo Antonio Abate per scacciare i demoni che lo assediavano durante la sua ascesi2. Il santo si era ritirato nel deserto della Tebaide, la regione meridionale d’Egitto la cui capitale era Tebe, ed era vessato giorno e notte da turbe di demoni che lo tentavano in ogni maniera. Tuttavia non riuscirono mai a vincere la sua fede, poiché il santo era armato della parola di Dio.

I conoscenti che andavano a fargli visita, siccome egli non li lasciava entrare, spesso rimanevano fuori per notti e giorni interi. Udivano dentro come di folla che tumultuava e strepitava e poi grida lamentose che dicevano: «Allontanati dai nostri luoghi. Che cosa ci fai nel deserto? Non riuscirai a sopportare le nostre insidie». Dapprima quelli che stavano fuori credevano che dentro ci fossero degli uomini che litigavano con lui e che si erano introdotti con delle scale. Ma poi attraverso un foro quando videro che non c’era nessuno, capirono che erano i demoni e atterriti si misero a chiamare Antonio. E questi, non curandosi dei demoni, si avvicinò alla porta ed esortò quelle persone ad andare via e a non temere. Diceva che i demoni foggiano immagini simili contro coloro che hanno paura. «Voi, diceva, fatevi il segno di croce, andate via con fiducia e lasciate che i demoni si burlino di se stessi». E quelli, dopo essersi segnati con la croce, si allontanarono.

Mostrare con convinzione la propria fede e farsi il segno di croce: questo il modus operandi per scacciare un demone. Ma quali sono le parole più efficaci? Le sacre scritture sono composte da svariati libri, mica si può recitare un salmo a caso. Santo Antonio Abate usava alcuni passaggi da invocare nel momento del bisogno, formule di rito che ricordano un legame simbolico tra bibbia e stregoneria, come nel caso del salmo 68.

«Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano. Come si disperde il fumo, tu li disperdi; come fonde la cera di fronte al fuoco, periscano gli empi davanti a Dio»

Salmo 68

Al pronunciarsi delle formule riprese dai salmi in un rito che impiega conoscenze a metà fra Bibbia e stregoneria, i demoni fuggivano e, addirittura, morivano. In un episodio della vita ascetica ventennale del santo egiziano, egli venne assalito da “una bestia simile a un uomo fino alle cosce e un asino nelle gambe e nei piedi“. Si trattava di un demone oggi corrispondente al classico archetipo del diavolo mezzo uomo e mezzo animale, presente in numerosissime opere letterarie, la cui sola vista avrebbe terrorizzato chiunque. Il santo eremita, però, era pronto ad accoglierlo, forte delle sue difese magico-religiose.

“Antonio si fece il segno di croce e disse: «Sono servo di Cristo; se sei stata mandata contro di me, eccomi pronto». La bestia con i suoi demoni fuggì così velocemente che cadde e morì.”

I testi sacri però non servivano solo a scacciare i demoni. Un altro effetto magico dovuto al legame “Bibbia e stregoneria” era quello della guarigione: pronunciando la giusta parola di Dio era possibile estirpare il male che affliggeva uomini e bestie. Un esempio di tutto questo lo ritroviamo negli incantesimi medievali di area germanica, dei quali voglio leggere alcuni estratti. Quelli che seguono sono racchiusi nell’ottima pubblicazione “Incantesimi e benedizioni nella letteratura tedesca medievale IX XIII secolo”, di Eleonora Cianci.

Giobbe giaceva nel letame, egli invocò Cristo, egli disse: “Tu Cristo misericordioso che sei nel cielo, tu guarisci quest’uomo dal verme” [di’ il nome]. Per la preghiera di Giobbe che egli ti fece, quando egli giaceva nel letame, quando egli gridava nel letame al Cristo santo. Il verme è morto, morto è il verme.

Incantesimo di PRÜL contro i vermi, XII sec.

Questo è un incantesimo contro i vermi del XII secolo che richiama l’episodio biblico di Giobbe. Giobbe nell’Antico Testamento fu privato degli affetti e della salute, in una lunga serie di sofferenze e tormenti che in epoca medievale gli valsero l’elezione a patrono dei malati di lebbra, scabbia, scorbuto e sifilide. In questa invocazione è evidente l’intreccio mistico tra bibbia e stregoneria, alla base del modo di pensare medievale, così come accade in un altro affascinante incantesimo usato per la cura dei vermi intestinali dei cavalli.

“Dopo il tramonto del sole vai dove sta l’erba Verbena e mettici sopra una pietra e di’ tre volte: Verbena, libera quella bestia – se bianca, se rossa o quale sia il colore – dal verme e dalla pena e io ti libero da questa pena altrettanto grande. Poi vai prima del sorgere del sole e di’ di nuovo tre volte quello di sopra e togli la pietra. Allo stesso modo cava l’erba che si dice sigillata e nel frattempo che scavi di’: Cristo nacque in una mangiatoia– qui si nomini il cavallo bianco o di qualunque colore sia e si nomini il suo proprietario – .
Si canti tutto un Padre nostro per dieci volte alternativamente si ripeta quello tedesco e continui tutto il Padre nostro. Quando si è finito di cantare l’ultimo e si dice “sed libera nos” prendi la terra con entrambe le mani e non farla cadere per terra ma sospendila sulla fronte del cavallo che ha il verme finché esso non muore. Quel cavallo non beva all’acqua corrente né vi si faccia il bagno né alcuno vi si sieda sul dorso ma, libero da ogni dovere, possa esso pascolare fino a quando muoiono tutti i vermi. Chi ha aiutato un cane con questo medicamento, dopo non potrà più aiutare nessun altro animale.

Ad uermem qui in caballo est, XIII secolo

In questo incantesimo del XIII secolo il mago trasferisce il male dal cavallo a una pianta, recitando una formula magica da ripetersi tre volte. Al termine del rito è necessario recitare anche 10 padrenostri, per liberare completamente il cavallo dai vermi. Ma vi è anche un avvertimento: il rito non deve essere usato in maniera impropria, ad esempio su un altro animale, poiché perderebbe la sua efficacia per sempre.

Un altro gruppo di incantesimi si concentra sull’arresto di emorragie. Gli episodi biblici citati nelle formule riguardano l’interruzione di un “flusso d’acqua”, spesso riconducibili al libro di Giosuè, quando gli Israeliti che trasportavano l’arca dell’alleanza si ritrovarono dinnanzi al Giordano in piena. Nell’istante in cui vi misero piede, il fiume si fermò, permettendone l’attraversamento, proprio come avvenne nell’episodio di Mosè durante la fuga d’Egitto.

Io voglio così scongiurare il sangue. Io ti scongiuro sangue, io ti bandisco sangue, fermati sangue, si fermi il sangue, sangue resta dentro per l’amore di Dio. Stai calmo nel debole corpo, fermati subito così come fece il Giordano quando il santo Cristo vi è stato battezzato. Comunque tu sia stato battezzato e comunque tu ti chiami, questo per te per guarire. Cristo fu annunciato a Nazaret e partorito a Betlemme e martirizzato a Gerusalemme, per questo io ti ordino sangue di fermarti e di non muoverti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Incantesimi di Millstatt per fermare il sangue, Uppsala, XIII secolo

Un altro tema sacro ripreso dagli incantesimi per fermare il flusso ematico è quello di Longino, il mitico soldato che secondo le scritture trafisse Cristo al costato con la sua lancia. La lancia di Longino è stata la protagonista di numerose “cacce al tesoro” alcune avvenute in tempi recenti, come le spedizioni attribuite al Terzo Reich e alla società di ricerca segreta di Hitler, l’Ahnenerbe.

“Soldato Longino, dalla lunga lancia, il soldato di Cristo, la croce della croce. Ti scongiuro sangue per il Padre il Figlio e lo Spirito Santo che tu non scorra più come l’acqua del Giordano quando Cristo vi fu battezzato dallo Spirito Santo. Padre nostro tre volte con un Gloria.”

Incantesimo di Zurigo per fermare il sangue, X secolo

Questo incantesimo è datato X secolo, il più antico tra quelli citati finora. 

Dopo i vermi e le ferite sanguinanti, il tema più comune degli incantesimi medievali era quello del viaggio. Al pari degli altri aspetti della vita quotidiana, il viaggio prevedeva svariati riti e superstizioni, come ad esempio il divieto di partire di venerdì, giorno sacro che richiamava la morte e, quindi, la sventura. Gli incantesimi di viaggio presentano caratteristiche quasi letterarie, con richiami agli episodi biblici tramite metafore che rievocano significati di difesa e protezione militare. Viene spesso citato l’arcangelo Gabriele che accompagna il figlio del vecchio Tobia nel suo pericoloso itinerario, guidandolo e proteggendolo con la spada. Gli angeli in genere sono un motivo di protezione ricorrente.

Io ti seguo con lo sguardo, io ho spedito al tuo seguito cinquantacinque angeli con le mie cinque dita. Possa Dio mandarti a casa in [buona] salute. Sia aperta per te la porta della vittoria, e ugualmente lo sia quella della beatitutine. Sia per te chiusa la porta del pericolo, e ugualmente lo sia per te la porta delle armi. La benedizione del buon sant’ Ulrico agisca davanti a te e dietro di te e sopra di te e vicino a te, dovunque tu dimori e dovunque tu sia, che possa esserci una buona sicurezza, così come è stato una volta quando la mia madonna santa Maria partorì il santo Cristo.”

Benedizione di Weingarten per il viaggio, XII secolo

L’utilizzo di salmi per scopi magici non riguarda però esclusivamente la protezione dal maleficio. In alcuni casi i testi sacri potevano essere usati per danneggiare il prossimo, e addirittura ucciderlo. Un paradosso che riflette ancora una volta l’incontro antitetico tra Bibbia e stregoneria, e che finisce per sconfinare nella negromanzia, ovvero la magia nera medievale.

Un salmo della bibbia destinato a questo scopo è il 109, il salmo di Davide, “delle venti imprecazioni” o tanto per citare un nome ancora più evocativo: la preghiera della morte3.

Dio della mia lode, non tacere,
perché la bocca dell’empio e la bocca del disonesto si sono aperte contro di me;
m’hanno parlato con lingua bugiarda.
Mi hanno assalito con parole d’odio
e mi hanno fatto guerra senza motivo.

Si tratta di un salmo crudo, colmo di immagini di odio e rancore. Colui che le pronuncia è un innocente, ingiustamente condannato, che si rivolge a Dio per ricevere giustizia. E vendetta. Probabilmente uno dei salmi che più hanno fatto lavorare di fantasia gli autori di storie, probabile ispirazione per quel versetto messo assieme da Tarantino nel suo Pulp Fiction, attribuito a un improbabile Ezechiele, riguardo “il cammino dell’uomo timorato.”

Il folclore antico ha generato e genera tuttora le storie che amiamo leggere, giocare, ascoltare, vivere. Comprese quelle più insospettabili, riguardo proprio la magia. Vi è un’opera del XIII secolo, ad esempio, che narra di una scuola misteriosa, sede di studi per studenti che vogliono imparare gli incanti, le evocazioni e la negromanzia. Una vera scuola di magia medievale.

Ma di questo ne parlerò nel prossimo episodio.

  1. Sui preti superstiziosi, ignoranti e perfino accompagnati da concubine: “I dati che risultano dalla relazione dipingono al vivo le condizioni e le caratteristiche del clero della montagna alla metà del ‘500: un clero ignorante, concubinario, che alleva i propri figli a spese della chiesa, frequenta i mercati e le osterie, non prende sul serio gli avvertimenti del visitatore se non sono seguiti da misure punitive del vescovo…” A. PROSPERI, La religione della Controriforma e le feste del maggio nell’Appennino Tosco-emiliano
  2. Vita Antonii, Atanasio di Alessandria
  3. Christa Tuczay, Esoterismo e magia nel Medioevo
Lorenzo Manara
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