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30 Maggio 2024

Il mito della scala a chiocciola medievale

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Il falso mito della scala a chiocciola che sale in senso orario nei castelli medievali: una boiata senza senso

Ogni volta che andiamo a visitare un castello e si arriva davanti a ‘sta benedetta scala a chiocciola, ecco che parte la curiosità del secolo, talvolta pronunciata addirittura dalla guida turistica: ovvero che le scale a chiocciola ruotano in senso orario per ostacolare l’assalto del nemico, che viene da sotto, e quindi si trova a combattere male con la spada, perché la impugna con la destra, e le scale girano a destra. Una curiosità ripetuta all’infinito, soprattutto sul web, copia-incollata a più non posso. Perché in questi tempi di produzione incessante di contenuti bisogna produrre video, shorts, tiktok, a valanga, 10, 100 al giorno (cosa che è incrementata esponenzialmente con le intelligenze artificiali), e quindi via libera a tutto ciò che pare sensazionalistico o anche semplicemente “curioso”; e non importa se vero o no, conta solo quella manciata di centesimi di euro ogni 1.000 views, e tutti contenti. Quindi: è vero che nel Medioevo facevano le scale dei castelli e delle fortificazioni in senso orario per difendersi meglio?

Il fatto è non ci sarebbe bisogno di argomentare. Perché quando si porta avanti un’affermazione storica, di qualcosa che è avvenuto o, in questo caso, addirittura di una consuetudine generalizzata che riguarda l’intera storia medievale, colui che afferma questa cosa deve portare delle fonti a sostegno. Cosa che non avviene, in questo caso, mai. Io ho spulciato molti di questi articoli e shorts e tiktok, eccetera, e mai nessuno cita una cronaca d’epoca o un documento. Al massimo si cita un qualche libro, dove si può leggere questa affermazione, la cui fonte non è presente (e l’informazione è buttata lì, nel mucchio). O al massimo, in tal libro si cita come fonte un altro libro contemporaneo la cui fonte è un altro libro contemporaneo, e via così, senza mai arrivare all’origine storica.

Perciò, io voglio sapere: quale sarebbe la fonte medievale che attesta in maniera inequivocabile la correlazione fra l’orientamento della scala a chiocciola nei castelli e un qualsiasi tipo di vantaggio o svantaggio in combattimento? Mi sono messo a cercarla, ovviamente. Ho cercato l’origine, il punto di inizio da dove si è diffusa questa cosa. E vi dico subito che è stato faticoso, molto più faticoso di quando vado a pescare brani del X secolo per raccontarvi storie di non-morti medievali e gente che si prende a spadate in faccia. Il che è già un campanello d’allarme.

Che comunque… Apro una parentesi. Se anche esistesse una fonte storica, da qualche parte, che ne so, nell’archivio storico di Borgo a Buggiano, dove un qualche autore del XIV secolo dice che tal castello è stato fatto secondo la regola d’arte della scala a chiocciola in senso orario per difendersi dall’inimici, be’, non basterebbe. Perché che correlazione potrebbe esserci tra il fantomatico documento del XIV secolo di Borgo a Buggiano con delle fortificazioni del X secolo… in Scozia? o dell XI nella Spagna Araba? O nel Regno d’Ungheria? Nessuna. Per una consuetudine così ampia, che riguarda il “Medioevo”, le fonti dovrebbero essere molteplici, provenienti da svariati paesi. E, invece, e qui arriviamo all’esito della mia ricerca, non mi pare che avvenga nulla di tutto questo.

Andando a ritroso nel tempo, sapete qual è la data più lontana cui sono riuscito ad arrivare, nel tracciare l’origine di questa storia della scala a chiocciola? Il 1902. Ebbene sì, il XXI secolo. Il mio stesso secolo, tra l’altro, perché io sono novecentesco.

Tale fonte è una pubblicazione inglese dal titolo “The Shell of Leonardo”, poi ristampata in un libro consultabile anche su archive.org “Spirals in Nature and Art”. L’autore di quest’opera, un critico d’arte, studiando la forma delle spirali nella natura e nei manufatti umani (un campo, quello della ricerca di una geometria naturale, di una matematica delle cose, che all’epoca andava molto di moda, e appassionava moltissimo), si ritrova ad analizzare pure le scale a chiocciola dei castelli medievali, lanciandosi in una apparentemente innocente considerazione: ovvero, che risalendo una scala orientata verso sinistra, un eventuale attaccante avrebbe avuto la mano destra libera per colpire i difensori, di sopra, che quindi erano in svantaggio. “Parole dure, parole dure di un uomo davvero strano.” (cit. I Simpson)

La fonte di questa sua affermazione? Non c’è, ovviamente. Potremmo chiudere il discorso qui, allora. Ma qualcuno potrebbe dire che finché non viene provato il contrario, allora un determinato fatto o evento è possibile. Si tratta di un principio che ha un certo senso al livello di progresso scientifico, perché ad esempio duecento anni fa era impossibile per l’uomo andare nello spazio, poi invece si è scoperto che è possibile. Ma a livello di ricerca storica le cose sono leggermente diverse, e poi non ci si può nascondere dietro questa frasetta per sparare qualsiasi boiata ci venga in mente, tanto non si può provare il contrario. Sarebbe la morte di ogni discussione razionale, no?

Senza contare che, in realtà, per quanto riguarda questo mito della scala a chiocciola, è possibile dimostrare che sia fasullo. E, visto che ormai sono qui, penso proprio che lo farò. Dunque, approfondiamo la questione e andiamo ad analizzare gli stessi castelli medievali, oggetto di questo mito. Come sono queste scale a chiocciola, nella realtà che ci circonda? Sono sempre in senso orario? Inutile dirlo: no. Possiamo osservare coi nostri occhi scale di castelli medievali che salgono sia in senso orario che in senso antiorario.

In ambito anglosassone, ad esempio, abbiamo scale che salgono in senso antiorario nel castello di Norwich e nella Torre di Londra, eretti nel XI secolo. Stessa cosa per quanto riguarda i castelli di Helmsley, Richmond, Newark nel XII secolo e, nel XIII secolo, Caerphilly, Conwy, Beaumaris e Caernarfon1. Ma vi sono moltissimi altri esempi, tanti che sono stati riuniti in uno studio del 2011, messo in piedi proprio per sfatare il mito2, dove vengono menzionati più di 85 castelli, rilevati nella sola Inghilterra e in Galles, datati dal 1070 al 1500: 85 castelli in cui sono presenti scale a chiocciola che salgono in senso antiorario. 85 castelli sbagliati? Costruiti da degli imbecilli che sono andati contro la regola d’oro delle scale a chiocciola verso destra perché erano scemi?

Potremmo analizzare molti altri castelli in molti altri paesi, ma possiamo affrontare il problema anche da un’altra angolazione, analizzando l’effettiva utilità: all’atto pratico, è vero che si sta più sicuri se le scale del proprio castello girano verso destra? Partiamo dalla base, ovvero dalla scala stessa. A che serve una scala? Be’, una scala serve a percorrere i piani di una costruzione, dal basso verso l’alto e viceversa. Partendo da questo presupposto, chi l’ha detto che il nemico viene sempre da sotto? Immaginiamo una torre perimetrale, lungo le mura di un castello. Nel corso di un assalto, se i nemici si arrampicano sulle mura con le scale e vogliono penetrare all’interno della fortificazione, allora si faranno strada combattendo fino a salire sul camminamento in cima alla muraglia, entreranno dalla porticina della torre che si affaccia sulla cima delle mura e scenderanno le scale per raggiungere lo spazio aperto, di sotto, all’interno della fortificazione. Dall’alto verso il basso. Questo manda a monte tutto quanto. Che c’è, le scale sul perimetro della muraglia devono allora prevedere scale antiorarie perché i nemici vengono da sopra? Ebbene, sarebbero sbagliate anche così! Perché immaginiamo un altro scenario, ovvero che quegli stessi nemici abbiano conquistato un singolo tratto di muraglia, un pezzetto, e che siano riusciti a penetrare dentro la fortezza. Ecco, a quel punto, per andare a prendere a spadate in faccia i difensori che sono ancora in cima alle altre parti di muraglia, sciameranno verso gli ingressi alla base delle altre torri perimetrali, e risaliranno le scale. Insomma, il nemico potrebbe salire o scendere a seconda dei casi. E non lo si può prevedere.

L’unico caso in cui il nemico potrebbe venire solo da sotto, riguarda l’assalto di un singolo edificio fortificato: che potrebbe essere un palazzo o una torre cittadina, oppure l’elemento centrale situato all’interno del complesso di un castello. Tutte queste varianti corrisponderebbero il più delle volte a un nucleo abitativo, che nel caso dell’elemento centrale del castello viene chiamato torrione, o dongione o maschio. I nemici che sfondano l’ingresso di questa singola e isolata costruzione, e salgono le scale, lo fanno esclusivamente dal basso verso l’alto, ma a quel punto a che cavolo serve l’orientamento destra sinistra? Il nemico è sulle scale dell’ultimo edificio rimasto e praticamente sta salendo in camera da letto.

Suona stupido? Lo è. Anche perché, e qui arriviamo all’ultimo punto per sfatare questo mito, se proprio gli ultimi quattro-cinque soldati rimasti vogliono difendere la camera da letto sulla tromba delle scale, quando tutto è evidentemente perduto, per la gloria o la redenzione o chissà cos’altro, non c’è nessuna evidenza marziale che combattere su una scala che gira verso destra sia vantaggioso per chi sta sopra e svantaggioso per chi sta sotto. Prima di tutto, perché le variabili in campo sono infinite. Cambiano le armi e le armature, cambiano i modi di combattere. Immaginiamo, ad esempio, che entrambi i due combattenti abbiano lo scudo, seguendo il principio che sta dietro al mito, a utilizzarlo in maniera più efficiente sarà il combattente che sale le scale, visto che ha la mano sinistra più libera dell’altra, mentre il difensore non può difendersi bene con lo scudo perché ha la mano destra più libera di quella sinistra. Senza considerare che se arriva uno da sotto che è mancino, te lo butta direttamente nel Swhing. Ma non mi soffermo troppo su questo ultimo punto, perché a fronte delle altre spiegazioni che ho già fornito, diventa davvero irrilevante. 

Ovviamente mi aspetto già di essere contattato dal masnadiero di turno che mi dice “Eh, Lorenzo, ma io ho provato a combattere sulle scale nella mia sessione di rievocazione storica e ho sgominato tutti i miei avversari grazie alla spirale oraria…” Si vabbé, ma l’esperienza personale è completamente ininfluente perché, ripeto, le variabili sono infinite e questi generi di “test” devono essere ripetuti centinaia, migliaia di volte per avere un valore “statistico”, giusto? Come si fa e deve esser fatto con tutti gli studi scientifici. E poi, ripeto, il mito in sé è davvero stupido proprio perché semmai si arrivasse a questa situazione, di combattere sulle scale per difendere la camera da letto, la battaglia è finita. Tutto è perduto.

Dico questo, anche perché arrivato a più di 70 episodi di questa serie di Leggende Affilate, di last man standing sui gradini, combattimenti all’ultimo sangue sulle scale, ne ho trovati alcuni. E voglio raccontarvene due, brevi ma divertenti, tanto per concludere in bellezza.

Il primo è letteralmente un’occasione persa per i sostenitori del mito della scala a chiocciola. Siamo ad Adrianopoli, nell’odierna Turchia, nel 1305. La città si tinge di sangue perché una compagnia mercenaria, la famosa compagnia Catalana di stanza lì per questioni diplomatiche, viene pugnalata alle spalle dagli alleati di Costantinopoli. I mitici guerrieri almogaveri, di origine spagnola, tra i più fieri del tempo, vengono ammazzati tra le tavole imbandite dei banchetti, e persino nel sonno. In campo aperto avrebbero venduto cara la pelle, ma durante una simile congiura, non ne hanno la possibilità. Tra l’altro ho narrato la loro storia completa in un altro mio podcast, dal titolo “Sangue e Metallo”: un podcast storico accompagnato da musiche metal, un esperimento molto particolare e secondo me bellissimo, disponibile su Spotify.

In ogni caso, tre cavalieri di Catalogna, tra i migliori guerrieri almogaveri, riescono a salire sulla cima di un campanile, per dare inizio a una strenua difesa contro la marea nemica, che dilaga in città. Nessuno riesce ad abbatterli, su per la stretta scala, dove il talento del ferro è l’unica cosa che conta. L’autore della cronaca, Ramon Muntaner, commenta così: “Si difesero tanto bene che il figlio dell’imperatore disse che sarebbe stato un peccato se fossero stati uccisi; e così diede loro un salvacondotto.”

Purtroppo, l’autore non dice che quei tre fenomeni hanno portato a casa la pelle grazie anche alle scale a chiocciola, che giravano a loro favore. E non solo, l’autore rimarca il fatto che fossero stati davvero bravi, e che quindi l’esito della loro impresa fosse dovuto al loro talento. Poiché persino il nemico riconobbe tale merito, permettendo loro di scappare. Cosa che avrebbe potuto anche evitare, eh. All’imperatore di Costantinopoli non gli ci sarebbe voluto niente a tapparli dentro e lasciarli morire di fame, in quel campanile. Oppure, come veniva fatto più e più volte, far crollare direttamente il campanile. Insomma, quei tre cavalieri non rappresentavano una minaccia, un ostacolo invalicabile, potevano semplicemente essere ignorati. La benevolenza dell’imperatore, stando alla cronaca, è davvero benevolenza. Questo, per rimarcare il fatto che combattere sulle scale dell’ultimo edificio rimasto, non influisce affatto sull’esito di una battaglia.

L’ultimo divertente episodio che voglio raccontarvi si trova nella cronaca di fra Salimbene de Adam, del XIII secolo, il quale narra di un vescovo originario di Faenza, che era un uomo malvagio, e fu eletto vescovo per ragioni di “violenza, simonia, denaro e minacce”. Infatti, non era per niente benvoluto e il popolo decise di espellerlo, come si faceva al tempo con gli avversari politici. Ovvero fu cacciato dalla città, con le armi, e questo significa che egli stesso sarebbe potuto finire sepolto in una fossa, colto da spadata. Ma il vescovo riuscì a fuggire e si ritirò a Bagnacavallo, dove si nascose per timore degli “stormi notturni”, come dice il frate, ovvero delle scorrerie nemiche. Quindi, siccome aveva paura che potessero trovarlo, il vescovo trascorreva le notti in cima al campanile della chiesa di Bagnacavallo.

Purtroppo per lui, pochi giorni dopo fu scovato dai suoi nemici. E, scale orarie o meno, lo andarono a pizzicare lassù, in cima al campanile, e gli diedero il ben servito. Non si specifica se il vescovo abbia messo mani alle armi per difendersi, cosa non rara tra gli uomini di Chiesa, eh, pure loro impugnavano la spada ogni tanto, e ne ho raccontato spesso in svariati episodi; in ogni caso anche qui, come in tutte le altre storie in cui mi sono imbattuto, non ho trovato alcuna menzione della medievale consuetudine di costruire scale orarie. E non solo, entrambi questi episodi riguardano dei combattimenti sulle scale di campanili. Me ne sono accorto dopo averli selezionati, in realtà, quindi è stato casuale. Però, siccome ho visto che a volte il mito viene esteso non solo alle fortificazioni militari, ma anche agli edifici di altra destinazione, come le chiese e i monasteri, ecco, con queste due storie abbiamo parlato pure di quello.

E con questo, ho finito. Mi raccomando seguimi e recupera tutti gli altri episodi della serie “Leggende Affilate”, ordinati in comoda playlist. E se li hai già tutti affrontati fino in fondo, come il più eccellentissimo tra i masnadieri allora ricorda che le mie storie non finiscono qui, ma si ampliano nei miei romanzi, come gli ultimi due usciti: “La Stirpe delle Ossa”, e “La Canzone dei Morti“, che puoi trovare in tutte le librerie e online, Amazon compreso. Alla prossima!

  1. James Wright, Triskele Heritage, Mediaeval Mythbusting blog #3: the man who invented the spiral Staircase Myth
  2. The rise of the Anti-clockwise Newel Stair”
Lorenzo Manara
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