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14 Dicembre 2022

Così muore il pirata Barbanera

la morte di barbanera

La morte di Edward Teach, alias pirata Barbanera, secondo la cronaca del Boston News-Letter dell’anno 1719 nell’Età d’oro della Pirateria

Barbanera è il protagonista dell’età d’oro della pirateria, collocata tra la fine del 1600 e il primo ventennio del 1700, ambientata nell’avventuroso mar dei Caraibi. Figura leggendaria, celebre per il terrore che scatenava nel nemico grazie alla sanguinaria reputazione e agli stratagemmi teatrali che adottava prima di ordinare l’attacco dal ponte del suo vascello, il Queen Anne’s Revenge.

Edward Teach, alias Blackbeard per via della sua lunga barba nera, di nazionalità inglese, ebbe una carriera folgorante, che in soli due anni lo trasformò da un signor Nessuno a un mito ancora oggi conosciuto. Due anni votati al saccheggio delle navi di qualsiasi marina con l’unico scopo di arricchirsi, per poi concludere la propria vita con una delle scene più iconiche dell’intera storia della pirateria, narrata in un articolo del Boston News-Letter dell’anno 17191, pagina di giornale d’epoca da cui ho tratto le vicende che sto per raccontare…

“Il Governatore di Spotswood della Virginia ha allestito due Sloop, ben equipaggiati con cinquanta uomini scelti degli uomini di guerra di Sua Maestà che erano di stanza lì, e armi leggere, ma non grandi cannoni, sotto il comando del tenente Robert Maynard della nave Pearl di Sua Maestà, all’inseguimento di quel famigerato e arcipirata capitano Teach, che fuggì dalla Virginia, quando alcuni dei suoi uomini furono portati lì, quando il tenente pirata Maynard li intercettò nella Carolina del Nord…”

Il tenente Robert Maynard, comandante del HMS Pearl, fu incaricato dal governatore della Virginia di rintracciare il pirata Barbanera. Per svolgere tale compito assunse il comando di due sloop, ovvero veloci imbarcazioni a una sola vela, armate alla leggera e senza cannoni, dotate di equipaggio esperto oltre a 50 soldati di Sua Maestà.

Maynard avrebbe preferito veleggiare a bordo della sua Perla, vascello di 42 cannoni, armato al meglio per affrontare i temibili pirati dei caraibi. Tuttavia gli informatori avevano individuato Barbanera al largo dell’isola di Ocracoke, nella Carolina del Nord, tra le acque poco profonde della laguna di Pamlico Sound: acque che solo gli sloop dal basso pescaggio avrebbero potuto attraversare.

Nel pomeriggio del 21 novembre 1718, i due sloop di Maynard raggiunsero la punta meridionale di Ocracoke. Ben presto scorsero un altro sloop in un’insenatura della laguna, talvolta chiamata Teach’s Hole, dal cognome del pirata Barbanera. Con l’avvicinarsi della sera, Maynard ordinò ai suoi uomini di trascorrere la notte all’ancora, non del tutto sicuro che quell’imbarcazione battesse bandiera pirata.

Barbanera, che si trovava davvero a bordo di quel solitario sloop nella laguna (il leggendario Adventure), trascorse la serata bevendo e facendo baldoria con i sanguinari della ciurma, ignorando completamente la minaccia. La mattina seguente, però, nonostante i postumi della sbronza, si accorse dei nemici inglesi e ordinò di salpare coprendo la fuga con un furioso cannoneggiamento. Il suo sloop, infatti, vantava una batteria di dieci cannoni, a dispetto degli avversari. Il piano era quello di dileguarsi il prima possibile, tempestando il nemico di colpi. Ma, nonostante i soldati di Sua Maestà fossero sprovvisti di cannoni, mantennero la disciplina necessaria a proseguire l’inseguimento.

Quando lo sloop di Maynard, più veloce degli altri, si portò a tiro di pistola dall’imbarcazione di Barbanera, ebbe luogo la breve conversazione tra l’ufficiale inglese e il leggendario pirata. 

Maynard informò Barbanera che era giunto per ordine di re Giorgio, chiedendogli di fermare la barca e farlo salire a bordo. Barbanera avvertì quel misero comandante inglese di lasciarlo in pace, così da evitare spargimenti di sangue. Maynard, però, rispose che era venuto fin lì per catturarlo, e che lo avrebbe fatto in ogni caso: vivo o morto. Barbanera, fattosi portare un bicchiere di vino dai suoi uomini, pose fine alla conversazione con le seguenti parole: “Che io sia dannato, se mai dovessi dare o ricevere pietà.” Le trattative erano finite, e il tempo della polvere nera era appena cominciato.

Maynard disse ai suoi che non ci sarebbe stata alcuna pietà per nessuno. Che i pirati avrebbero combattuto fino alla morte, e che i soldati di Sua Maestà avrebbero dovuto fare lo stesso. Quindi, finiti i discorsi, Barbanera fece fuoco con i suoi dieci cannoni, e la battaglia ebbe inizio.

I pirati spararono addosso agli inglesi palle di ferro e quelle che nell’articolo di giornale vengono definite “swan shot”, ovvero colpi più economici, meno lavorati2, assieme a chiodi appuntiti e pezzi di ferro vecchio, uccidendo in tutto sei dei soldati inglesi e ferendone altri dieci.

A quel punto, Maynard ordinò ai suoi uomini di rifugiarsi sotto il ponte di coperta, mentre egli stesso con un terzo dei soldati restava allo scoperto per fronteggiare il nemico. Si trattava di una manovra per preservare le forze dal cannoneggiamento nemico, ma anche di un’astuta trappola.

“Teach vedendo così pochi sul ponte, disse ai suoi uomini che erano stati tutti uccisi tranne due o tre, e lui sarebbe salito a bordo e avrebbe uccisi quelli rimasti lui stesso, quindi avvicinandosi, salì a bordo; Maynard e lo stesso Teach combatterono con le loro spade, Maynard fece un affondo, la punta della sua spada andò contro la scatola delle munizioni di Teach e si piegò fino all’elsa, Teach ne spezzò la guardia e ferì le dita di Maynard ma non lo uccise, poiché quest’ultimo saltò indietro, gettò via la sua spada e fece fuoco con la sua pistola, che ferì Teach.”

Barbanera, infatti, vedendo così pochi uomini sul ponte dello sloop inglese, comandò alla ciurma di lanciarsi all’arrembaggio per uccidere gli ultimi soldati di Sua Maestà rimasti e tornarsene a navigare nelle libere acque dei Caraibi. L’imbarcazione pirata si affiancò per l’assalto, e Barbanera in persona saltò dal parapetto, con la sciabola in una mano e la pistola nell’altra, per dare un assaggio d’Inferno a quegli stolti che avevano osato sfidarlo.

Maynard duellò con Barbanera, spade alla mano, e colpì la scatola delle munizioni del pirata (il quale ne aveva molte con sé per via delle tre pistole che portava alla bandoliera). La spada dell’ufficiale inglese si piegò contro il metallo, e Barbanera ne approfittò per contrattaccare con la sua lama, ferendo Maynard alle dita. Sembrava che l’ufficiale inglese fosse sconfitto, quando balzò all’indietro per gettare via l’ormai inutile spada, estrasse la pistola e fece fuoco.

Barbanera fu ferito, e in quel preciso istante uscirono allo scoperto i soldati inglesi nascosti sotto al ponte.

“Nel frattempo l’intera compagnia ingaggiò battaglia, uno degli uomini di Maynard essendo un Highlander, ingaggiò Teach con la sua ampia spada, che diede a Teach un taglio sul collo, Teach disse “Ben fatto ragazzo”, e l’Highlander rispose, “se non fosse ben fatto, lo farò meglio”, con ciò gli dette un secondo colpo, che gli tagliò la testa fino alla spalla…”

Un highlander con la sua ampia spada (probabilmente una claymore con elsa a cesto) menò un colpo di taglio sul collo del pirata leggendario, il quale, sanguinante, ma ancora vivo, gli rispose “Ben fatto, ragazzo”. E’ probabile che Barbanera sapesse di essere vicino alla sua fine, ma nonostante questo aveva ancora fegato per schernire il nemico col suo atteggiamento teatrale, da demonio scappato dall’Inferno. L’highlander rispose che se non era riuscito a uccidere il pirata al primo colpo, ci avrebbe riprovato una seconda volta. E quindi gli assestò un fendente così poderoso da tagliargli la testa fino alla spalla.

La morte di Barbanera è uno degli eventi più celebri della storia della pirateria. Il racconto descritto dal Boston News-Letter è un appassionato resoconto che intrattenne il pubblico estasiato dalle sanguinarie vicende del mar dei Caraibi, ma che non sappiamo quanto fosse aderente alla realtà storica. Molte cronache successive arricchirono la descrizione con dettagli sempre più fantasiosi, come ad esempio lo stratagemma delle micce incendiate tra la barba: un aneddoto che ammanta il pirata Barbanera di un’aura fumosa, quasi sovrannaturale, ma che non compare in alcuna fonte contemporanea alle sue imprese.

In realtà, persino Maynard nel suo rapporto liquidò la morte di Barbanera con un misero trafiletto:

“Ne abbiamo uccisi 12, oltre a Barbanera , che cadde con cinque colpi in corpo e 20 lugubri tagli in diverse parti del suo corpo… Ho tagliato la testa di Barbanera, che ho messo sul mio albero di bompresso, per portarla in Virginia.”

Arthur L Cooke, ‘British Newspaper Accounts of Blackbeard’s Death,’ in The Virginia Magazine of History and Biography, vol.61, 3, 1953, pp. 304-307, p. 306.

Niente duelli all’ultimo sangue tra comandanti, insomma. Il corpo senza testa di Barbanera fu lanciato nell’acqua torbida della laguna, dove, secondo la leggenda, gli ci vollero alcuni giri intorno alla nave prima di affondare. Ma si tratta solo dell’ennesimo elemento fantastico che fa parte di un personaggio, quello di Barbanera, ormai divenuto prevalentemente letterario.

Se ti è piaciuta questa storia, seguimi per non perdere le prossime Leggende Affilate.

  1. Il Boston News-Letter, 23 febbraio – 2 marzo 1719
  2. “Prima del 1665 i colpi per le armi da fuoco (distinti dagli swan shot e dai buckshot, che sono sempre stati fusi in stampi) venivano prodotti mediante il laborioso processo di tagliare la lamiera di piombo a cubetti e poi farla rotolare in una botte per arrotondare più o meno gli angoli” Colonial Frontier Guns by T. M. Hamilton
Lorenzo Manara
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