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27 Settembre 2018

Alexander Selkirk: il vero Robinson Crusoe

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Per 4 anni abbandonato su un’isola deserta: la storia di Alexander Selkirk, il corsaro scozzese che ha ispirato le avventure di Robinson Crusoe

Ottobre 1704. Il Cinque Ports veleggiava ormai da mesi, lo scafo aveva subito danneggiamenti dopo l’ultimo combattimento e il morale degli uomini era basso. Dopo una breve sosta nell’isola disabitata di Más a Tierra per fare rifornimenti il capitano ordinò di riprendere la rotta, ma il corsaro Alexander Selkirk si oppose: le condizioni del galeone erano pessime, il Cinque Ports non avrebbe retto un nuovo scontro. “Preferirei rimanere sull’isola piuttosto che navigare su un galeone che imbarca acqua” disse Alexander. E il capitano, che non aveva intenzione di avere indisciplinati a bordo, lo prese in parola.

Il corsaro Alexander Selkirk venne abbandonato sulla spiaggia di sabbia dorata dell’isola di Más a Tierra con un moschetto, della polvere da sparo, un’accetta, un coltello, qualche strumento da falegname, un piatto, un materasso, dei vestiti e una bibbia. Il Cinque Ports si allontanò verso la linea dell’orizzonte e scomparve per sempre: Alexander divenne ufficialmente l’unico abitante dell’isola.

I primi giorni restò sulla spiaggia cibandosi di granchi, aragoste e molluschi. Tuttavia con l’arrivo di una colonia di elefanti marini resi aggressivi dalla stagione dell’accoppiamento, fu costretto a inoltrarsi nel cuore dell’isola sfidando l’ignoto. Nell’entroterra trovò delle capre selvatiche che lo rifornirono di carne e latte e addomesticò qualche gatto per tenere lontani i topi. Costruì una capanna con il legno degli alberi di pepe e con i pochi strumenti a sua disposizione riuscì a sopperire a ogni bisogno, perfino fabbricandosi dei vestiti.

Pochi mesi più tardi due navi spagnole approdarono sull’isola per rifornirsi d’acqua. Alexander era un corsaro scozzese e non poteva rischiare di finire imprigionato dai nemici di Sua Maestà, perciò preferì nascondersi. Tuttavia i marinai lo scovarono e lo inseguirono nel bosco costringendolo ad arrampicarsi sulla cima di un grande albero. Attesero per qualche ora ai piedi del tronco, schernendolo e urinando sul terreno, finché non si stancarono e se ne tornarono al vascello.

Alexander Selkirk riuscì a sopravvivere sull’isola per quattro anni e quattro mesi. Il 2 febbraio 1709 un’imbarcazione inglese lo trasse in salvo comunicandogli una notizia sconcertante: il Cinque Ports, il veliero che lo aveva abbandonato quattro anni prima, era affondato subito dopo essere salpato dall’isola. L’equipaggio era annegato e i pochi sopravvissuti erano stati fatti prigionieri dagli spagnoli. Nonostante tutto, Alexander Selkirk ci aveva visto giusto.

Qualche anno più tardi la storia del corsaro scozzese abbandonato su un’isola deserta con qualche attrezzo e una bibbia ispirò il capolavoro ancora oggi in vendita sugli scaffali di tutte le librerie: Robinson Crusoe.

Lorenzo Manara
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