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18 Aprile 2017

I duellanti

i duellanti

Il primo film di Ridley Scott, basato sul romanzo breve di Joseph Conrad

Nell’Ottocento napoleonico non esisteva legame più potente del vincolo d’onore. Nel film I duellanti (1977), che vede l’esordio alla regia di Ridley Scott, assistiamo all’ineluttabilità di tale vincolo che per quindici anni costringe le vite di due uomini a dipendere l’una dall’altra. Una dipendenza in negativo, costruita sulla violenza “gentile” di una società che non lasciava alcuno spazio al perdono se non quello divino.

Il tenente Féraud è un ussaro privo di senso della misura. Trascorre le giornate a provocare i suoi pari, cercando lo scontro fra gentiluomini ogni volta che il tempo lo consente. Durante uno di questi duelli ferisce gravemente il nipote del sindaco di Strasburgo, ma il rango dello sconfitto gli vale un breve periodo di arresto per la sua condotta inappropriata. Tale arresto gli viene comunicato da D’Hubert, altro ussaro appartenente al reggimento. L’incontro tra i due inizia nel peggiore dei modi e finisce nel più prevedibile: un bel duello.

I duellanti è basato sull’omonimo romanzo breve di Joseph Conrad. I due protagonisti si muovono a margine della storia di Napoleone, dalla sua presa di potere in Francia fino alla sconfitta e all’esilio; pedine in balia degli eventi che nel loro piccolo non possono fare a meno di replicare le imprese della Grande Armée attraverso i duelli condotti con spada, sciabola e pistola. Le regole per battersi sono ferree, rigide come l’appartenenza al reggimento e seconde solo alla volontà stessa di Napoleone (se siete interessati a conoscere le regole del duello, vi consiglio la lettura di questo articolo). Nonostante l’impeto e l’irosità con cui si affrontano i due ussari, nessuno riesce ad avere ragione dell’altro.

Dopo il primo duello, D’Hubert si allontana per la guerra. Spera di non dover incontrare mai più Féraud, e confida nell’avanzamento di grado per non essere costretto a combattere un nuovo duello. Le regole infatti impedivano che due ufficiali di grado diverso si battessero. Tuttavia verrà smentito qualche mese dopo: entrambi gli ussari sono saliti di grado e si ritrovano a sfidarsi per concludere la vicenda, ovviamente senza successo.

I duelli che compaiono nel film in tutto sono 7, di seguito riassunti:

  • 1800, Strasburgo, duello di sciabola: D’Hubert ferisce Féraud al braccio destro.
  • 1801, Augusta, duello di stocco: Féraud ferisce D’Hubert al petto.
  • 1801, Augusta, duello di sciabola: Féraud e D’Hubert sono entrambi feriti.
  • 1806, Lubecca, duello a cavallo con sciabola: D’Hubert ferisce Féraud alla fronte.
  • 1812, Russia, duello di pistola: interrotto a causa dell’assalto di una compagnia di cosacchi.
  • 1816, Tours, duello di pistola: D’Hubert grazia Féraud dichiarandolo morto.

Neppure alla fine, con l’ultimo duello di pistola, i due ussari riescono a uccidersi. D’Hubert infatti punta l’arma verso Féraud ma invece di premere il grilletto sceglie di graziarlo, dichiarandolo virtualmente morto. Questo pone fine alla contesa definitivamente, e i due non si rivedranno mai più.

Sembrerebbe che Joseph Conrad abbia basato il suo romanzo su una serie di eventi realmente accaduti. Per diciannove anni, dal 1794 al 1813, due ufficiali di cavalleria dell’esercito napoleonico chiamati Dupont e Fournier hanno combattuto più di trenta duelli 1. Sono riusciti a risolvere la contesa solamente nel 1813, con la stessa metodologia usata nel film.

Il paragone del film I duellanti con il Barry Lyndon di Stanley Kubrick è stato più volte affrontato fin dall’uscita del film di Ridley Scott, nel ’77. Io però credo che siano due film profondamente diversi, accomunati solo dalla ricercata qualità fotografica. L’aspetto sul quale sembrano concordare tutti è l’accuratezza coreografica dei combattimenti: I duellanti viene più volte citato come uno dei migliori film per quanto riguarda l’uso della spada, assieme a un altro film di cui ho già discusso in precedenza: Rob Roy.

Se siete appassionati di storia, consiglio di non perdervi questa perla cinematografica. E poi L’espressione facciale di Féraud, interpretato da Harvey Keitel, vale da sola l’intera pellicola.

féraud

  1. Maj. Benjamin C. Truman, The field of honor ; being a complete and comprehensive history of duelling in all countries (1883), pp. 572-574
Lorenzo Manara
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