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22 Novembre 2025

Manoscritti Inquietanti: 3 storie DARK medievali (autentiche)

storie dark medievali

3 storie macabre e soprannaturali, tramandate da Walter Map nel manoscritto De nugis curialium

Oggi voglio svelarvi il lato oscuro del Medioevo. 3 storie DARK e macabre che ci sono state tramandate da Walter Map, Arcidiacono di Oxford vissuto nel XII secolo, un alto chierico di corte, importante, la cui testimonianza soprannaturale è custodita in un manoscritto inquietante, il De nugis curialium1.

Le futilità dei cortigiani. È essenzialmente una raccolta di osservazioni, aneddoti e storie, che l’autore compose nei ritagli di tempo mentre serviva alla corte di Re Enrico II d’Inghilterra. Ci sono resoconti di eventi importanti, molto gossip medievale, ma quel che interessa a noi sono gli aneddoti soprannaturali. Delle storie di cronaca del tempo, derivanti dal folklore britannico e gallese, dal sapore veramente dark, che mi hanno particolarmente schockato.

Perciò, direi di partire subito con la prima di queste tre storie. Sarà un crescendo, secondo il mio gusto. Ovvero andremo via via peggiorando in una discesa verso il baratro. Detto questo, iniziamo!

I figli della madre morta

In quella terra che oggi chiamiamo Bretagna (la “Britannia Minore” come la chiama Map, che non è l’Inghilterra, attenzione! Ma è la regione nel nord della Francia), un cavaliere aveva perso la sua amata moglie. Il dolore era così profondo da diventare uno strazio, un lutto cui non trovava pace.

Una notte, mentre vagava in una vasta e desolata valle, un luogo che sembrava uscito da una leggenda, la vide. Lì, in compagnia di un grande gruppo di donne misteriose, c’era lei: la sua sposa defunta! Il cavaliere fu colto da un misto di stupore e terrore, i suoi occhi dubitarono della realtà. Era davvero lei, tornata dalla tomba? O forse era un inganno, un gioco dei Fati (o Fate, come venivano spesso chiamate queste figure soprannaturali che tessevano il destino).

Ma l’uomo era un guerriero, un cavaliere, non un codardo. Decise in un istante: doveva agire. Se fosse stata lei per davvero, l’avrebbe ripresa; se fosse stata un fantasma, avrebbe smascherato l’illusione. Quindi, doveva agire in ogni caso. Senza contare che non voleva che si venisse a sapere che si era cacato sotto in quella occasione. Metti che passava qualcuno di lì (fisime da cavalieri).

Così, con un coraggio da eroe, la afferrò. E la cosa incredibile accadde: non era un fantasma! Poteva toccarla. La donna, quindi, restò con lui. La portò a casa e cissero insieme per molti anni, un’unione felice, alla luce del sole, proprio come la prima. E non solo: ebbero dei figli.

I discendenti di questa unione soprannatura, dice l’autore del manoscritto, esistono ancora oggi e sono noti come “Figli della Madre Morta”. E la storia finisce così.

Una storia che non è isolata nel mondo del folclore. Ci ricorda il mito greco di Orfeo ed Euridice, dove l’innamorato scende negli Inferi per riportare indietro la sua sposa, anche se in quel caso fallisce perché non rispetta una condizioen (ovvero non voltarsi mai a guardarla). Qui, invece, c’è una sorta di lieto fine, ma molto inquietante, macabro. Anche perché il mistero rimane: la donna era tornata dalla tomba o era stata rapita e poi liberata da esseri soprannaturali, come le Fate? Non lo sapremo mai.

Il Cavaliere Nero

Tutto accadde a Lovanio, nelle Fiandre, in un luogo chiamato Lata Quercus, che significa semplicemente la “Quercia Larga”. Quel giorno vi era una folla immensa di cavalieri, armature scintillanti e cavalli scalpitanti, tutti radunati per un bel torneo. All’epoca, questa era una vera e propria prova di forza e abilità, un momento importante della vita cavalleresca. Ma, visto che siam qui a parlarne, significa che quel giorno successe qualcosa di parecchio inquietante. E ora vi accontento subito.

Prima che la giostra cominciasse, spuntò un personaggio che catturò subito l’attenzione. Era un cavaliere magnifico, di statura imponente, armato di tutto punto con un equipaggiamento splendido. In sella al suo grande cavallo, si appoggiò alla lancia e lasciò scappare un sospiro così profondo e malinconico da farsi notare da tutti. Gli chiesero la ragione di tanta tristezza.

Lui rispose, con un tono che era metà superbia e metà lamentela: “Mio Dio, che fatica dovrò fare per sconfiggere tutti quelli che si sono radunati qui oggi!”

Una frase del genere fece il giro degli spalti. L’indignazione per la sua sfacciataggine era palpabile. Ma il Cavaliere non perse tempo. Fu il primo ad avventarsi nella mischia e, per tutto il giorno, si batté con una forza incredibile. Ottenne una vittoria dopo l’altra, sconfisse ogni singolo avversario. Il suo successo fu così totale che persino i più invidiosi furono costretti ad applaudirlo. L’odio si trasformò in ammirazione.

Ma quando il giorno volgeva al termine e tutti si stavano ritirando, un colpo inatteso mise fine a tutto. Un cavaliere nero e senza nome gli si parò davanti e, con un solo colpo di lancia, lo trafisse al cuore. Il grande eroe cadde, morto sul colpo.

Tutti i cavalieri si radunarono attorno al caduto. Quando gli tolsero l’elmo e l’armatura per identificarlo nessuno lo riconobbe. Non era un duca, non un barone, non un campione noto. Non era nessuno. Ancora oggi, la sua identità rimane un mistero assoluto. E la storia finisce così, col campione senza nome lasciato nella polvere dal cavaliere nero.

Ma io non vi lascio senza risposte, ora vi spiego tutto. Chi era il Cavaliere senza nome? Molto probabilmente, non era una persona reale. La sua intera performance è quella di un “fantasma”, un’illusione. Lui era l’incarnazione della gloria cavalleresca, perfetta in tutto, dal bell’aspetto alla forzaa. Ha raggiunto l’apice della fama in un giorno, ma la sua vanità (quella frase arrogante all’inizio) è stata punita in modo immediato. La sua identità svanisce con la sua morte: in questo modo, l’autore (che era un chierico) dimostra che l’eroismo guadagnato in questi violenti spettacoli è inconsistente e sparisce diventando polvere. È una critica alla vanità, alla società cavalleresca.

E il Cavaliere Nero? Chi era? È descritto come un “oscuro cavaliere” (anche lui senza nome). Il cavaliere glorioso non è stato battuto da un avversario degno, ma da un “nessuno”, uno strumento del destino. Questoserve a rafforzare l’idea che la caduta dell’eroe sia stata casuale, inspiegabile, assurda, proprio come la guerra.

La strega mutaforma

Questa, come promesso, è la storia più inquietante di tutte quelle contenute nel manoscritto di Map. Mandate a letto i bambini che s’è fatto tardi. Vi erano un valoroso cavaliere e la sua nobile e amatissima moglie. La loro gioia più grande, il loro primogenito, fu stroncata nel modo più crudele: il mattino dopo la nascita, i due genitori si svegliarono e lo trovarono nella culla con la gola recisa. Un anno dopo, la stessa sorte toccò al secondo figlio, e poi, l’anno seguente, al terzo. Un orrore che si ripeteva, sfuggendo a ogni sorveglianza, nonostante gli sforzi disperati del cavaliere e di tutta la servitù.

Il dolore era insopportabile. Ma i genitori, chissà come, continuavano a figliare. In attesa della quarta nascita, la coppia e l’intera famiglia (perché la storia ormai si era sparsa fra tutti i parenti) si immersero in giorni di digiuni, elemosine e preghiere incessanti, chiedendo protezione con lacrime sincere. Quando nacque finalmente un altro maschietto, tutti i parenti e i vicini si unirono in una veglia. Circondarono il bambino con fuochi e torce. Tutti rimasero lì, con gli occhi fissi sulla culla, in attesa di capire il mistero.

Durante la veglia, arrivò un pellegrino, stanco del lungo viaggio. Chiese ospitalità in nome di Dio e fu accolto con grande rispetto da tutta la famiglia. E questo pellegrino si unì subito al gruppo di guardiani, per proteggere il neonato, pure lui.

Dopo la mezzanotte, tutti caddero addormentati. Tutti tranne il pellegrino. Il quale rimase sveglio a far la guardia e, improvvisamente, accadde l’inaspettato. Perché lo so cosa state pensando tutti, ma sarebbe troppo semplice: no, il responsabile non è il pellegrino. Anzi, costui, che era l’unico sveglio vide comparire tra le ombre una donna anziana. La donna si chinò sulla culla per compiere la sua orrida impresa!

Senza un attimo di esitazione, il pellegrino scattò in avanti e la afferrò, tenendola saldamente fino a quando tutti si svegliarono e si radunarono attorno a loro. Molti la riconobbero subito: era la signora più rispettata e nobile della città, conosciuta per il suo buon carattere, le sue ricchezze e la sua onestà.

Eppure, la prigioniera non diceva nulla. Stava in silenzio, muta, senza rispondere ad alcuna domanda. E nessuno dei presenti sapeva come comportarsi. Tranne il pellegrino. Si fece avanti e gridò a tutti: “Questa non è una donna, è un diavolo!”

Allora marchiò il volto della donna con un segno. Poi, chiese che la VERA signora nobile venisse immediatamente portata al suo cospetto. E infatti, in casa poco dopo fu condotta la vera nobildonna, mentre il pellegrino teneva ancora l’altra. E tutti rimasero a bocca aperta. Tanto per chiarire, in quel momento nella stanza c’erano due donne identiche, persino nella marchiatura sul volto.

Il pellegrino, che ormai era lanciatissimo (vero protagonista caccia-demoni tipo Van Helsing) spiegò: “Questa donna appena giunta è una persona retta e cara a Dio. Le sue buone azioni hanno scatenato l’ira dei diavoli, che hanno inviato questo loro emissario malvagio con le sue sembianze. Volevano gettare su di lei l’infamia di questo orribile crimine. Per dimostrarvi la verità, guardate cosa accadrà quando la lascerò andare.”

Il pellegrino liberò la falsa signora e costei si gettò all’istante attraverso la finestra con urla e lamenti spaventosi, e volò via.

Questa storia affonda le radici in una delle figure più antiche del mondo magico: la strega. Fin dalle tradizioni greco-romane, le streghe si sono macchiate di azioni orride, come assaltare di notte gli innocenti per uccidere, o addirittura rubare gli organi. Nelle “Metamorfosi” di Apuleio, un’opera scritta nel tardo II secolo, si racconta quasi la stessa cosa: ovvero di una veglia notturna per proteggersi dagli assalti delle streghe, che usavano piombare durante il sonno dei viventi per compiere veri e propri orrori.

Si conclude così questo episodio dark medievale.

Se vuoi ascoltare gli episodi che ho pubblicato finora, li trovi tutti nella playlist Leggende Affilate, sono più di cento, uno più bello dell’altro. Grazie e alla prossima!

  1. Walter Map, De nugis curialium
Lorenzo Manara