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1 Luglio 2018

La sottile linea rossa: l’ultima difesa degli highlanders

la sottile linea rossa degli highlanders nella battaglia di balaclava

I duecento highlanders che resistettero alla carica di cavalleria russa nella battaglia di Balaclava. Il significato dell’espressione: la sottile linea rossa

“Non c’è ritirata da qui, uomini. Dovrete morire là dove siete.”
“Aye, Sir. Faremo il possibile.”

25 ottobre 1854, battaglia di Balaklava. Duemilacinquecento cavalieri dell’Impero Russo irruppero nella valle, diretti all’accampamento britannico; galoppavano fieri e sicuri della loro superiorità numerica, ma tra loro e l’obiettivo si frapponeva una sottile linea rossa: i duecento highlanders del 93mo reggimento.

La battaglia era già iniziata da qualche ora. Tra i fumi dei moschetti e il roteare delle sciabole i combattimenti infuriavano sulle aspre colline a nord della cittadina di Balaclava. I russi avevano sferrato l’attacco per prendere possesso dell’accampamento e gli inglesi li avevano accolti sul campo. Mentre la Light Brigade del marchese inglese di Cardigan si lanciava alla carica nella valle della morte, al trotto, sotto il devastante fuoco incrociato dell’artiglieria russa (regalando ai posteri uno degli episodi più celebri della storia militare), poco più a sud un pugno di uomini delle Highlands formava una sottile linea difensiva per proteggere l’accampamento.

La sottile linea rossa

Quattro squadroni di cavalleria russa (quattrocento uomini) si erano staccati dal gruppo impegnato a nord per puntare direttamente su Balaclava e aggirare il grosso dell’esercito inglese. A difendere l’ingresso all’accampamento britannico erano poco meno di quaranta Guardie Reali, trecentocinquanta fucilieri alleati dell’Impero Ottomano e duecento highlanders del 93mo reggimento di Sua Maestà1.

Allo scorgersi della potente cavalleria nemica che risaliva il crinale della collina, il contingente turco che avrebbe dovuto supportare il fianco degli highlanders ruppe la formazione e si diede alla fuga. I fanti britannici si voltarono a guardare i loro alleati mentre abbandonavano il campo: adesso erano soli2. Sir Campbell del clan scozzese di Inveraray ordinò di formare una linea profonda due uomini per coprire in lunghezza più terreno possibile. Il corrispondente del Times che era presente a Balaklava per documentare la battaglia successivamente usò queste parole:

“Tra la cavalleria russa e l’accampamento di Balaclava si scorgeva solo una sottile linea rossa da cui spuntavano punte d’acciaio.”

Gli squadroni russi si lanciarono al trotto. Quattrocento cavalieri rivoltarono la terra con la loro forza travolgente, le sciabole vennero sollevate, grida di guerra riempirono la vallata. Nessuno parlava tra le fila del 93mo reggimento; se ne stavano immobili, fianco a fianco, i moschetti stretti nei pugni e gli sguardi fissi sul nemico in avvicinamento.

Quando i russi giunsero a cinquecento metri di distanza venne ordinata la prima scarica di proiettili. Gli highlanders sollevarono i fucili, le bocche di fuoco rivolte davanti a loro; presero la mira e tirarono i grilletti. L’impatto fu irrilevante, ma la fanteria britannica non si fece scoraggiare. Nonostante il nemico fosse il doppio di loro mantennero le posizioni.

L’eroica difesa degli highlanders

Dopo la lunga operazione di riarmo dei moschetti ad avancarica, venne sparata la seconda scarica alla distanza di trecento metri. Questa volta i proiettili raggiunsero le fila dei cavalieri russi, ma l’azione non si rivelò efficace neanche questa volta. Sir Campbell ordinò di sospendere il fuoco per tentare un’ultima raffica a distanza ravvicinata. Gli Highlanders attesero con i pallettoni in canna mentre la cavalleria nemica si avvicinava. La distanza si ridusse a duecento metri, poi a centocinquanta. I nervi restarono saldi, nessuno indietreggiò di un passo neanche quando la distanza si accorciò a cento metri. Fu a quel punto che venne ordinato di fare fuoco.

La sottile linea di highlanders scaricò il contenuto dei moschetti contro i russi. Molti caddero da cavallo, altri ancora cominciarono a rallentare. Nell’indecisione, i difensori ebbero modo di sparare un’ulteriore selva di proiettili decretando così l’esito dello scontro. I russi vacillarono, si voltarono per ritirarsi e la loro incursione verso il campo di Balaclava fallì.

Mentre i nemici si allontanavano per la vallata, alcuni highlanders sguainarono le spade e si gettarono all’inseguimento a piedi. Dovettero essere fermati da Sir Campbell in persona, che gridò: “Maledetti highlanders, frenate il vostro entusiasmo!”3

Il significato dell’espressione sottile linea rossa nacque in seguito a questo episodio di coraggio e sprezzo del pericolo. Il 93mo reggimento non cedette dinnanzi alla morte e riuscì a trionfare sulle forze nemiche soverchianti accompagnato dal suono delle cornamuse. “Ci aspettavamo di dover combattere dei soldati” dicono abbia commentato un cavaliere russo sopravvissuto allo scontro “Non dei diavoli rossi”.

  1. Trevor Royle – Crimea: The Great Crimean War, 1854-56
  2. Le fonti sono discordanti sulla fuga dei fucilieri turchi. E’ probabile che siano davvero fuggiti alla vista degli squadroni russi, ma è ancora più probabile che la propaganda inglese abbia inventato questa storia per sensibilizzare l’opinione pubblica
  3. B. Perrett, “At All Costs!”
Lorenzo Manara
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