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12 Aprile 2016

Il seggio periglioso: perché essere tredici a tavola porta sfortuna?

tredici a tavola

La superstizione popolare vuole che il numero tredici a tavola porti sfortuna. Lo sapeva pure Merlino.

Il gatto nero, lo specchio infranto, il sale, la scala… Le superstizioni sono molte e tutte abbastanza ridicole se prese in considerazione nel xxi secolo. Tuttavia ce n’è una che vanta una storia di tutto rispetto, le cui origini vanno a pescare addirittura nel Medioevo. Sto parlando dello sfortunato numero tredici a tavola.

Vi è mai capitato di trovarvi nell’imbarazzante situazione di essere tredici a tavola e dover aggiungere un piatto vuoto (con tanto di bicchiere e posate) semplicemente perché uno dei commensali si rifiuta di sedersi per ultimo? La cosa migliore sarebbe quella di sbattere fuori l’ospite superstizioso, ma questo non si addice a un cavaliere della tavola rotonda. Cosa c’entrano i cavalieri? Ora ve lo racconto.

Conoscete tutti il Ciclo bretone, l’epica raccolta di storie che gravitano attorno a Re Artù e la sua corte di paladini dalle armature scintillanti. Una di queste storie narra del seggio periglioso, ovvero di quanto fosse pericoloso sedersi al tredicesimo posto della tavola rotonda.

Secondo la profezia pronunciata da Merlino, soltanto il cavaliere che avrebbe ritrovato il Graal avrebbe potuto occupare l’ultimo posto lasciato vuoto alla destra del Re, in memoria di Cristo. Tutti gli altri sarebbero incappati in una tremenda maledizione, come finire inghiottiti da una voragine o morire all’istante. Con Merlino non c’era mica da scherzare.

I cavalieri, compreso Re Artù, erano dodici1. E uno dopo l’altro furono costretti a partire alla ricerca del Santo Graal. Soltanto un cavaliere si dimostrò tanto valoroso da riuscire nell’impresa: Ser Galahad2.

La leggenda è vecchia quasi mille anni. Eppure dobbiamo sorbirci i suoi effetti ancora oggi. Non c’è pranzo di Natale o cena aziendale che tenga. Adesso che conoscete la storia però potete spiattellarla in faccia a tutti, compreso quell’odioso commensale.

La prossima volta che vi ritrovate in tredici a tavola e le stupide superstizioni non vi consentono di lanciarvi sul piatto di lasagne fate come Merlino: mandateli tutti a cercare il Santo Graal.

Oppure a quel paese. Che tanto è uguale.

  1. La morte di Artù, Thomas Malory XV secolo. In altre versioni il numero di cavalieri varia fino ad arrivare a 150
  2. Nel libro La morte di Artù, Thomas Malory XV secolo. Altre versioni vedono come campione Ser Parsifal
Lorenzo Manara
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