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19 Luglio 2018

Il romanzo gotico: la notte in cui nacquero i mostri

romanzo gotico storie di paura

Mostri, fantasmi, vampiri e creature dell’orrore: il romanzo gotico più celebre della narrativa nacque durante le vacanze estive, in un gioco fra amici

Fu un’estate piovosa e poco clemente quella del 1816. Mary sedeva davanti al caminetto assieme ai suoi amici mentre il picchiettare delle gocce sulle finestre accompagnava i loro discorsi. Erano passati giorni da quando la pioggia aveva iniziato a inondare i giardini della villa di campagna e il gruppo di vacanzieri era costretto in casa, al riparo, senza nulla da fare. D’un tratto però George si alzò in piedi. “Perché non facciamo un gioco?” disse entusiasta. “Mettiamoci in cerchio. Ciascuno di noi dovrà raccontare una storia originale: una storia di paura.”

Un lampo illuminò il salotto buio e John sollevò lo sguardo dal pesante libro di poesie che teneva sulle ginocchia. “Adoro le storie di paura. Con questa atmosfera cupa non potremmo trovare gioco più adatto.” John si tolse gli occhiali e li poggiò sul tavolino, poi si alzò per raggiungere il caminetto, in mezzo al gruppo di amici. “Inizierò io, se non vi dispiace. Sedetevi intorno a me. Voglio raccontarvi qualcosa che sono certo vi procurerà un certo turbamento. Vi è mai capitato di passeggiare per le strade di Londra, al calar del sole, e imbattervi in un gentiluomo dalla pelle cadaverica? Avete mai provato il terrore nello scrutare gli occhi di uno sconosciuto? Attenti, poiché potreste esservi imbattuti in un vampiro…”

John narrò di creature malvagie che amavano travestirsi da gentiluomini di giorno e che si tramutavano in demoni assetati di sangue di notte. Si divertì a far tremare di paura i suoi compagni di salotto e quando concluse il racconto venne ricoperto da un applauso sincero. “Adesso tocca a voi, Mary” disse John, riprendendo posto sulla poltrona. Mary esitò un istante, poi raggiunse il centro del gruppo, davanti al camino. Prese un profondo respiro e cominciò. “La storia che sto per raccontarvi non parla di demoni, ma di un uomo. Un eminente scienziato, per la precisione, dalla mente brillante e la volontà ferrea. Il suo nome è Victor Frankenstein…”

Quella notte del 1816 il lampo del temporale fu la scintilla che diede vita al romanzo gotico. Costretti nel buio e silenzioso salotto della tenuta di campagna, John Polidori e Mary Shelley buttarono giù le prime righe di quelli che sarebbero divenuti due pilastri della narrativa horror: “Il vampiro” e “Frankenstein”.

Lo fecero per gioco, inconsapevoli della rivoluzione culturale che avrebbero scatenato con la loro immaginazione. Il destino ha fatto sì che in quella stanza si rinchiudessero le menti progenitrici del romanzo gotico, capostipiti del terrore che ancora oggi riesce a spaventare ed emozionare (come ad esempio il ciclo horror novecentesco di Cthulhu). Tutto questo sotto le orecchie attente di Lord Byron, poeta fra i più celebri della letteratura anglosassone. Già, perché a proporre il gioco fu proprio lui, Lord Byron in persona, amico di John Polidori e Mary Shelley.

Insomma, c’era davvero un sacco di gente interessante in quel salotto.

Lorenzo Manara
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