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3 Settembre 2018

La piramide della città sommersa di Yonaguni

città sommersa di Yonaguni

La città sommersa al largo della costa del Giappone, costruita da un antico popolo più di 10.000 anni fa

Quando nel 1986 alcuni subacquei scelsero come luogo di immersione il tratto di mare al largo dell’isola di Yonaguni, in Giappone, non immaginavano certo di ritrovarsi dinnanzi ai gradoni di una strana struttura piramidale. Nel buio delle profondità, illuminati dalla sola luce delle torce, si resero conto di essere incappati in qualcosa che nessuno aveva mai visto prima d’allora.

La zona venne subito invasa da archeologi e geologi che, dopo svariate ricerche e sopralluoghi, formularono un’audace ipotesi: l’ignota costruzione sommersa appartiene a una civiltà perduta vissuta 10.000 anni fa.

La notizia fece il giro del mondo. Il mistero dell’Atlandide giapponese richiamava studiosi da ogni angolo del pianeta. Le formazioni rocciose tanto precise ma al tempo stesso di difficile modellazione ricordavano agli appassionati di narrativa dell’orrore la famosa R’lyeh, la città sommersa ideata da H.P. Lovecraft dove il morto Cthulhu sogna e attende.

Recentemente però, la notizia ha smesso di generare entusiasmo e la scienza ha prevalso sulla leggenda. Le teorie più accreditate affermano che la formazione di questa città sia del tutto naturale. Le rocce, gli scavi, le pareti e perfino gli angoli più squadrati che a prima vista sembrerebbero artificiali sono invece opera del mare. Il Giappone infatti si trova nella cosiddetta cintura di fuoco, una delle aree terrestri più colpite dai terremoti; il continuo movimento geologico e la vicinanza col punto di convergenza fra due placche tettoniche ha fatto sì che la roccia fosse scolpita in maniera geometrica fuorviando subacquei, storici e perfino eminenti archeologi.

Oggi la città sommersa di Yonaguni è una meta che attira molti turisti, appassionati di immersioni e semplici curiosi. Qualcuno di loro non perde occasione per avventurarsi in profondità con la speranza di scoprire qualche angolo nascosto e la prova inconfutabile che si tratti veramente di una città perduta.

L’unica mia speranza è che non si tratti davvero di R’lyeh. Perché se così fosse sarebbe un vero guaio.

Lorenzo Manara
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