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7 Giugno 2016

Mad Jack: il soldato che uccideva nazisti con spada, arco e frecce

mad jack

La Seconda Guerra Mondiale è piena di eroi. Ma nessuno di questi era paragonabile a Mad Jack, il soldato britannico di stampo medievale

Lt. Col. Jack Churchill, conosciuto da tutti come Mad Jack, è stato l’unico alleato a uccidere con arco e frecce durante la Seconda Guerra Mondiale1. Accadde nel maggio del 1940, in Francia; Jack uccise il sergente al comando di una pattuglia tedesca durante un’imboscata. Lo fece con il longbow, celebre arma medievale di stampo inglese molto temuta nei campi di battaglia intorno al XIV secolo.

Oltre all’arco, Mad Jack adorava portarsi dietro una claymore scozzese, spada a una mano dalla lama larga ed elsa a cesto (da non confondersi con lo spadone). In molti giurano di averlo visto brandire queste armi medievali a cavallo della sua amata motocicletta, e di suonare la cornamusa poco prima di ogni assalto. Insomma, il personaggio perfetto per un manga. O per un romanzo trash fantasy.

mad jack
Mad Jack che assalta una spiaggia durante l’addestramento. Lo potete distinguere dagli altri comuni soldati perché è quello sulla destra, con la spada sguainata.

Quando venne interrogato da un ufficiale riguardo questa sua strana idea di portare la spada in battaglia, Mad Jack replicò così:

Secondo la mia modesta opinione, Signore, ogni ufficiale che va all’azione senza spada è equipaggiato in modo inappropriato.”

E tu sei completamente fuori di melone, deve avergli risposto l’ufficiale. Tuttavia gli inglesi sono famosi per il loro sense of humor, e la follia di Mad Jack non venne ostacolata, anzi. Lui piaceva molto agli uomini, e le storie (anche le più assurde) venivano spesso incentivate dai motori propagandistici di ogni nazione dell’epoca. Erano tempi grigi e serviva un po’ di positività per spronare i cittadini a servire al meglio il proprio paese.

Mad Jack venne insignito della Military Cross per il coraggio dimostrato sul campo. Ma le sue avventure non si esaurirono con una medaglia. Nel luglio 1943 divenne comandante di un plotone di British Commandos (le forze speciali del Regno Unito create nella Seconda Guerra Mondiale) e sbarcò in Italia. La sua missione era quella di catturare un posto di osservazione tedesco dislocato lungo la costa campana, compito ben al di sopra delle possibilità di soli cinquanta uomini. I nazisti difendevano un paese fortificato, situato in una posizione tale da dominare il passo che conduceva alla città di Salerno; avevano mitragliatrici e mortai, ma Mad Jack aveva di meglio: una cazzutissima spada.

Con i suoi cinquanta uomini assaltò il posto di osservazione durante la notte. Ordinò ai suoi di fare un gran baccano, gridare e sparare. Poi si recò al posto di guardia dei nazisti, puntò loro addosso la spada urlando come un indemoniato e indovinate cosa accadde? I nazisti si arresero. Mad Jack quel giorno fece quarantadue prigionieri compresa un’intera squadra mortai, e venne insignito della Distinguished Service Order 2.

Si tratta di verità o di un gran cumulo di baggianate? Be’, le medaglie ci sono state, ma da sole non bastano ad avvalorare queste storie. Purtroppo le fonti in questi casi non sono mai abbastanza fidate; può darsi che gli eventi siano stati leggermente “gonfiati”, ma io non sono nessuno per dirlo. Il personaggio di Mad Jack merita di essere conosciuto da tutti perché è troppo ganzo. Prima o poi ci faranno un film, ne sono sicuro.

Ah, vi lascio con un’ultima curiosità, questa ben documentata. Il buon vecchio Jack riusciva a far parlare di sé anche da pensionato. Ogni giorno, nella tratta ferroviaria che percorreva per tornare a casa, spaventava tutti i passeggeri del treno gettando la valigia fuori dal finestrino del vagone, poco prima della fermata. La spiegazione era semplice: Jack lanciava la valigia nel cortile di casa, che si affacciava proprio sulla ferrovia. In questo modo si risparmiava la fatica di portarsi dietro il bagaglio dalla stazione 3.

  1. Young, Peter (1969). Commando
  2. Gazzetta di Londra, 18 Luglio 1944 https://www.thegazette.co.uk/London/issue/36615/supplement/3375
  3. WWII History Magazine, luglio 2005
Lorenzo Manara
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