Close

7 Settembre 2015

Lars Andersen: a new level of archery?

lars andersen trash fantasy

Un atleta su youtube di nome Lars Andersen sostiene che gli arcieri dell’antichità fossero dei saltellanti Legolas con archi da poche libbre. Sarà vero?

Un arciere danese di nome Lars Andersen ha pubblicato un video su youtube dove sostiene di aver reinventato delle incredibili tecniche d’arcieria da tempo dimenticate. Il video ha raggiunto più di 30 milioni di visualizzazioni, consiglio di guardarlo qui se per caso ve lo foste perso. Siccome sono sempre alla ricerca di cose di questo genere per documentarmi e captare spunti interessanti per le mie storie, purtroppo sono cascato nella sua trappola. Intendo dire che il video è divertente da guardare eh, per carità, ma pieno di sciocchezze.

La velocità con l’arco (della cui relativa potenza parleremo fra poco) e i numerosi giochi di puro intrattenimento fanno da cornice a un video il cui intento istruttivo è minato da una scarsa conoscenza storica che lascia pensare quasi alla malafede. Lars ci vuole avvertire che la storia militare non è andata esattamente come abbiamo sempre creduto, e che più o meno tutto quello che sappiamo è fasullo. Non perdiamo tempo e smontiamo il suo video pezzo per pezzo.

Il vero arciere antico non se ne sta fermo a sparare contro bersagli fissi.

Lars che dimostra le abilità di un vero arciere antico nel parco giochi condominiale
Lars nel parco giochi condominiale

Il motivo per il quale gli arcieri antichi non utilizzavano la faretra (secondo la personalissima opinione di Lars) è che avevano bisogno di muoversi. Come lui facevano un sacco di capriole, camminavano sui muri e correvano nel bosco: una faretra non avrebbe permesso tutta questa libertà. Immaginate che figura avreste fatto se vi cadevano le frecce durante un carpiato con avvitamento.

Subito dopo, nel video, ci viene spiegato che sparare ai bersagli fissi è un’invenzione moderna che gli antichi nemmeno conoscevano 1 . Non so proprio da dove iniziare per commentare una simile idiozia.

Gli arcieri medievali avevano necessità di imparare e migliorare esattamente come gli arcieri di oggi. L’addestramento nell’utilizzo di un’arma così difficile da padroneggiare li rendeva delle unità specializzate, a differenza della maggior parte dei soldati che componevano le milizie feudali. Il tiro al bersaglio era un elemento fondamentale dell’addestramento di un arciere (se non l’unico elemento).

Addestramento di arcieri gallesi. [Luttrell Psalter, 1325 ca.]
Addestramento di arcieri gallesi. [Luttrell Psalter, 1325 ca.]

Le competizioni d’arcieria medievali, divenute famose grazie agli eroi della letteratura anglosassone (Robin Hood in primis), erano in realtà il principale metodo di preparazione e reclutamento della milizia specializzata. Il decreto di Edoardo III del 1363 recitava così:

Whereas the people of our realm, rich and poor alike, were accustomed formerly in their games to practise archery – whence by God’s help, it is well known that high honour and profit came to our realm, and no small advantage to ourselves in our warlike enterprises… that every man in the same country, if he be able-bodied, shall, upon holidays, make use, in his games, of bows and arrows… and so learn and practise archery.

Le persone del nostro reame, sia ricche che povere, in passato erano abituate nei loro giochi a praticare il tiro con l’arco da cui, grazie all’aiuto di Dio, è risaputo che nel nostro regno arrivavano grandi onori e profitti, e non poco vantaggio per le nostre imprese di guerra… che ogni uomo nello stesso paese, se è in grado di farlo, durante le vacanze, usi nei suoi giochi archi e frecce … e così impari e pratichi il tiro con l’arco.

Non solo il tiro al bersaglio era una pratica conosciuta, ma era incoraggiato dai lungimiranti monarchi inglesi, i quali avevano compreso meglio di altri quanto l’attività agonistica potesse accrescere il sentimento nazionale e, soprattutto, la propensione alla guerra (Crécy, Poitiers e Azincourt ne sono la prova).

Ma facciamo un passo indietro e proviamo a contestualizzare ciò che Lars ha detto finora. Prendiamo un’armata europea del XIV secolo come quella di Edoardo III di Inghilterra, a Crécy, e facciamo finta che le tre battaglie di arcieri che componevano il suo esercito (in tutto 10.000 uomini, più della metà delle forze inglesi) fossero in realtà formate da tanti cloni di Lars Andersen. Proviamo a immaginare questi 10.000 poveracci senza faretra con archi da 50 libbre sfidare una carica di 12.000 cavalieri francesi armati con maglie di ferro rinforzate da piastre d’acciaio.

Squillano le trombe, lo scontro ha inizio. Le tre battaglie di cavalleria pesante di Filippo IV si preparano alla carica. Edoardo non deve assolutamente lasciare che i cavalieri francesi si avvicinino indenni, è necessario sfoltire le loro fila e, ottimisticamente, distruggere il loro morale. Ordina ai cloni di Lars Andersen di farsi avanti e fare il loro dovere. E accade il disastro.

Le frecce si piantano nel terreno tra i due schieramenti, gli archi dei cloni di Lars Andersen hanno la gittata molto più corta del longbow. I cavalieri prendono velocità e si compattano, il muro di metallo avanza senza una perdita. Quando i francesi sono abbastanza vicini per essere raggiunti efficacemente dalle frecce, è già troppo tardi. Gli archi da 50 libbre fanno la figura di giocattoli con la punta gommosa. Le perdite sono infime, pochissime frecce riescono a farsi strada fra le piastre d’acciaio, penetrare la maglia metallica e l’imbottitura interna. I cavalieri francesi si abbattono sugli inglesi. Falciano tutti quanti. Crecy è perduta, la storia è da riscrivere. Dio salvi la regina.

La battaglia di Crécy [Grandes Chroniques de France, 1415]

Come disse il Clausewitz:

Se andiamo più a lungi delle condizioni che la guerra impone a coloro che vi si dedicano troviamo che le forze intellettuali debbono essere preponderanti. 2

Esperienza, disciplina, organizzazione, obbedienza. A Crecy, Edoardo III ha potuto sbaragliare i francesi grazie alla disciplina dei suoi arcieri, al longbow, e gli errori grossolani dei francesi. Niente piroette e volteggi teatrali: solo 10.000 uomini addestrati a star fermi nelle loro posizioni mentre migliaia di cavalieri scintillanti li caricavano.

L’arco di Lars Andersen può penetrare un’armatura.

Boromir took an arrow in the knee
Boromir took an arrow in the knee.

Arriviamo all’ultima affermazione di Lars. Egli ci vuole far credere che i suoi tiri, nonostante le capriole e i saltelli, siano potenti abbastanza da trapassare un’armatura.

Diamo per scontato che tutti i giochi di abilità mostrati nel video necessitano di un arco dal basso libbraggio, compreso il gioco dell’afferrare frecce di GDR memoria. (Infatti è fisicamente possibile afferrare solo le frecce che raggiungono basse velocità, scagliate da archi poco potenti3).

Nel video, Lars Andersen scaglia una freccia attraverso una cotta di maglia di ferro ad anelli rivettati, come viene definita nella descrizione dell’info box. Considerato che il suo arco di basso libbraggio (50 libbre massimo?) non è per nulla adatto a un compito simile, viene da domandarsi se l’armatura sia una replica autentica, a maglia stretta e rivetti, con un’imbottitura (gambeson) adeguata sotto. Senza contare che Lars quando tira rilascia la corda molto in anticipo per favorire la velocità alla potenza. Come è possibile che riesca a penetrare un’armatura con così tanta facilità?

Ovviamente non stiamo parlando di una corazza d’acciaio spesso 3mm, ma di una maglia di ferro che, sì, in certe condizioni può essere penetrata da alcune frecce scagliate da determinati tipi di archi. Ma la potenza deve essere tanta, e anche la punta deve essere quella adatta. Sempre nell’infobox del video, Lars specifica di aver affilato la punta di tipo bodkin e perfino i bordi d’acciaio temperato. E’ già qualcosa (anche se ci sarebbe da discutere sull’accuratezza storica sia dell’acciaio temperato che dell’affilatura), ma non basta. Una maglia di ferro ad anelli rivettati (la migliore fra le varie tipologie) è difficile che ceda di fronte a un arco così poco potente.

L’argomento sulla resistenza della maglia di ferro alle frecce è vasto e interessante. Sarebbe da approfondire in un articolo a parte. Quasi quasi ci faccio un pensierino…

Insomma, per sopravvivere a una battaglia dal XIII secolo in poi, Lars avrebbe dovuto mettere da parte le sue velleità di ballerino e utilizzare un arco dal libbraggio decisamente superiore (i longbow inglesi arrivavano anche a 180 libbre 4 ). E poi la gittata dell’arco è fondamentale, limitare questa caratteristica in virtù di una serie di sciocchezze da circo lo avrebbe reso del tutto inutile. A Crécy i longbow inglesi hanno avuto la meglio sui balestrieri genovesi assoldati da Filippo VI proprio grazie alla gittata superiore.

Non posso giudicare il livello di Lars Andersen come arciere (sono comunque piovute critiche da molti professionisti in tal senso 5 ), ma credo che la mole di inesattezze storiche inserite consapevolmente nel video abbia rovinato quella che doveva essere una dimostrazione d’abilità fine a se stessa, divertente da guardare su facebook assieme ai video dei koreani che suonano la chitarra e ai gattini.

Ma poteva andare peggio. Avrebbe potuto cominciare a tirar frecce incendiarie

  1. minuto 1.00 del video
  2. Della Guerra, Libro Primo, p.60
  3. Gli episodi 78 e 109 della famosa serie MythBusters sono dedicati proprio a questo tema. Viene dimostrata l’impossibilità di afferrare una freccia scagliata da archi da guerra.
  4. Strickland & Hardy The Great Warbow: From Hastings to the Mary Rose 2005, p. 17
  5. http://geekdad.com/2015/01/danish-archer/
Lorenzo Manara
Latest posts by Lorenzo Manara (see all)