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2 Febbraio 2016

La spada pistola: la vera storia del gunblade

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La spada pistola: una combinazione di lama affilata e meccanismo da sparo a pietra focaia. La storia del gunblade dal Rinascimento al fantasy!

Agli inizi del XVI secolo le armi da fuoco erano più diffuse di quanto si possa pensare. C’erano gli archibugi, gli schioppi, le colubrine, i moschetti… Nient’altro che fusti di legno con annessi tubi di metallo, alcuni così pesanti da dover essere sostenuti con appositi puntelli. Erano efficaci, spaccavano le armature (quando colpivano), facevano tanto fumo e fracasso, però avevano un difetto: erano terribilmente lenti da armare. Molto più delle balestre. Come avrebbero potuto difendersi i poveri scoppettieri mentre ricaricavano? E se avessero finito i colpi? Qualcuno pensò di munire le armi da fuoco di baionetta. Qualcun altro invece pensò di combinare le pistole con lame decisamente più appariscenti. Ed ecco che nacque la spada pistola.

La spada pistola è un’arma affascinante, degna di un romanzo steampunk o di un videogioco giapponese. Gli armaioli del passato si resero conto che il meccanismo d’accensione a pietra focaia, a ruota o martellina che fosse, si prestava bene per essere applicato ai lunghi manici di legno degli archibugi, ma anche a quello delle alabarde o alle impugnature di stocchi e falcioni. Il risultato fu una gran quantità di combinazioni (alcune delle quali le potrete vedere anche nel video che ho caricato sul mio canale YouTube!).

La spada pistola è un’arma molto rara e venne ideata prevalentemente come oggetto da esposizione e collezione da parte dei nobiluomini più facoltosi. In alcuni casi poteva essere utilizzata durante le battute di caccia 1 in altri per difesa personale, come nel caso di Re Enrico VIII.

“King Henry ye 8ths Walking Staff”, Londra

Si dice che Enrico VIII fosse un grande appassionato di armi combinate e che ne portasse sempre una con sé. La sua favorita è oggi esposta al Royal Armouries della Torre di Londra col nome di “King Henry ye 8ths Walking Staff”2. La leggenda vuole che questa mazza chiodata del tipo “aspersore d’acqua santa” (Holy Water Sprinkler), munita di nove punte acuminate e tre bocche da fuoco sulla sommità, fosse l’arma preferita di Enrico durante le sue passeggiate a Londra.

Un altro esempio di utilizzo di armi combinate, questa volta in ambito militare, è quello dell’ascia d’arrembaggio con carabina a pietra focaia. L’ascia d’arrembaggio è un’arma di origine alto medievale impiegata principalmente da quelle popolazioni nordiche che prendevano il mare nella cosiddetta epoca vichinga; Norvegesi, danesi, svedesi, talvolta pure i normanni: tutti diversi, ma accomunati dalla voglia matta di approdare sulle coste europee per sterminare e massacrare. Cosa che li faceva sembrare tutti uguali dal punto di vista di coloro che si ritrovavano assaliti.

L’ascia è un attrezzo piuttosto utile. Può tagliare il legno, le corde e pure la carne. Nel meraviglioso mondo navale, fra battaglie in mezzo alle onde oceaniche e arrembaggi all’ultimo sangue, uno strumento polivalente è bene accetto e per questo diffuso fra quei pirati medievali che noi chiamiamo vichinghi. Tanto diffuso da sopravvivere alla prova del tempo fino al XVIII secolo.

Ascia d’arrembaggio combinata con carabina a pietra focaia, marina svedese, 1703

Fu l’ammiraglio Erich Sjoblad a inventare la combinazione ascia-pistola3. Le versioni prodotte erano due, una che misurava circa 80cm e una di 150cm, che essendo più lunga presentava un calibro superiore e una maggiore carica esplosiva alla bocca da fuoco. Non ho trovato cronache che riportano il loro effettivo utilizzo in battaglia, neppure nelle biografie dell’ammiraglio stesso il quale si ritrovò spesso in spiacevoli situazioni e che, a giudicare da quello che accadde nella battaglia di Mon (o battaglia di Fehmarn), non doveva essere molto amato dai suoi uomini.

Il 31 maggio 1677, l’ammiraglio Sjoblad alla guida del suo squadrone di dodici navi da guerra veleggiava verso il mar Baltico per ricongiungersi con l’intera flotta svedese. Aveva tutta l’intenzione di fare alla svelta, poiché le navi che si ritrovava a comandare non erano il massimo in quanto ad armamenti e avanzamento tecnologico: cinque di queste erano infatti imbarcazioni nate come mercantili, armate successivamente alla leggera con pochi cannoni, e altre quattro troppo piccole e con poca potenza di fuoco. Insomma, se avesse incontrato il nemico in quelle condizioni sarebbe finita molto male. Cosa che avvenne.

Uno squadrone di tredici navi da guerra della coalizione danese-norvegese li intercettò lungo il tragitto, forte di una potenza di fuoco più che doppia. L’ammiraglio Sjoblad tentò di defilarsi restando in formazione, mantenendo la velocità dei velieri più lenti, per non disperdersi. Ma nella notte del 31 maggio la prima nave nemica arrivò a portata di cannone con l’ultima nave della formazione svedese, quella più lenta. E iniziò il massacro.

Una dopo l’altra le navi dell’ammiraglio Sjoblad caddero a pezzi sotto i potenti cannoni nemici. Vennero catturate otto navi e un totale di 1500 fra feriti, morti e dispersi; fra cui lo stesso ammiraglio. La sua nave, l’Amarant, venne raggiunta dal nemico e dopo due ore di cannoneggiamenti finì alla completa mercé del nemico. Fu in questo istante che il resto dello squadrone ancora in grado di combattere decise di salvarsi la pelle piuttosto che andare in aiuto del proprio comandante, poiché “non volevano tornare indietro e lasciarsi massacrare come pecore4.

Sjoblad venne catturato per poi essere rilasciato successivamente. Non sappiamo se l’ascia-pistola fosse già stata inventata e impiegata nella battaglia di Fehmarn, in ogni caso, considerata la scarsa considerazione dei marinai nei confronti del proprio ammiraglio, non credo che avrebbe fatto chissà quale differenza.

Un altro esempio storico dell’impiego delle armi combinate in ambito navale ci viene fornito oltreoceano. Nel 1838 la Marina degli Stati Uniti sviluppò una spada pistola calibro .54 a colpo singolo combinata con un coltello lungo 30cm, offrendola in dotazione agli equipaggi per abbordare le navi nemiche 5. Tutte queste testimonianze ci fanno capire quanto fosse importante dotare gli uomini della maggior potenza di fuoco possibile in alto mare, dove i combattimenti corpo a corpo si svolgevano a distanza ravvicinata, sui ponti di coperta cosparsi di schegge e sangue.

Nella storia militare non sono mancati tuttavia esempi ancora più strani, come l’alabarda archibugio.

spada pistola
Alabarda archibugio con meccanismo di fuoco a ruota. 213.5 cm di lunghezza. Possiede altre sei sorelle, ammirabili nel libro “Kombinationswaffen des 15. – 19. Jahrhunders”, di Heinz-Werner Lewerken [Germania, XVII secolo]

I guerrieri dotati di questi bestioni tiravano il grilletto o la leva, infiammavano la polvere nello scodellino e facevano partire la palla di piombo. La canna si trovava al termine del manico oppure lungo l’estremità superiore non affilata della lama della spada pistola.

Credevate che il gunblade impugnato da Squall di Final Fantasy VIII fosse un’arma inventata? Che le armi combinate degli anime giapponesi come Gundam o dei film trash hollywoodiani come Blade II fossero frutto di fantasia? Mi dispiace dirlo, ma a volte la storia può essere più fantastica delle storie fantastiche. Iscriviti alla newsletter per non perdere i nuovi articoli che pubblico qui sul blog. Alla prossima!

  1. Davis, J.M. (1996). “Swords & Knives”
  2. Royal Armouries collection
  3. L’esemplare di ascia d’arrembaggio combinata con carabina a pietra focaia conservata presso il Royal Armouries di Londra viene datata 1703, anno in cui dovrebbe essere attestata la produzione di simili esemplari, in servizio fino al XIX secolo
  4. Axel Zettersen, Svenska flottans historia aren 1635-1680 (1903) p. 491
  5. Shideler, Dan (2008). 2008 Standard Catalog of Firearms: The Collector’s Price and Reference Guide
Lorenzo Manara
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