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24 Gennaio 2017

Il ritorno del Cavaliere Oscuro

il ritorno del cavaliere oscuro

Il capolavoro di Frank Miller che narra le avventure di Batman da vecchio

E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che vi ho parlato di fumetti. Da pochi giorni ho concluso la rilettura del capolavoro di Frank Miller e, nonostante abbia già scritto un articolo sull’uomo pipistrello in precedenza, penso che farò il bis.

Batman è il mio supereroe preferito. L’ho adorato fin da quando ero un pischello che a Carnevale indossava la calzamaglia scura, col mantello in tessuto sintetico che faceva le scintille e la cintura gialla. Quelli che hanno vissuto gli anni ’90 ricorderanno bene quel tipo di costume. Era il costume della serie animata cantata da Cristina d’Avena; un cartone animato pazzesco, vi ricordate come faceva? “E’ rapidissimo, è furbissimo è giustissimo…” Quanti aggettivi superlativi tutti insieme. Troppi ricordi, mi scende la lacrimuccia.

Ma lasciamo da parte la nostalgia e torniamo al perché mi piace Batman. Innanzitutto perché è vestito di nero, come Zorro. E io quando avevo dieci anni adoravo sia Zorro che Batman. Sembra una motivazione cretina, ma i due personaggi hanno molto in comune: l’elevata disponibilità economica, la caverna segreta, le incursioni notturne, le capacità strategico/investigative, l’intelligenza e perfino un rigido codice morale. Senza dimenticare il mezzo di locomozione in tinta con il costume, particolare che ritroviamo ancora più marcato ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro.

il ritorno del cavaliere oscuro cavallo

“Là sulla duna, quando brilla la luna. Spunta il nostro eroe… Batman!”

Batman mi piace soprattutto perché non ha superpoteri. Tutto quello che fa è dovuto all’allenamento fisico e al pacco di soldi che tiene in banca. E poi è sempre incazzato. La cosa non è così banale come sembra. Certo, adesso di supereroi concettualmente simili è strapieno, ma prima non era così. Lui era l’unico nel suo genere. Gli altri erano tutti supponenti, troppo puri di cuore, troppo buoni. Batman no, lui spezzava gambe e braccia, marchiava i criminali con il batarang e fottesega.

Cosa succederebbe a un supereroe così se dovesse invecchiare? Come potrebbe combattere il crimine un vecchio (quasi) come gli altri, con un corpo rammollito, i sensi rallentati e perfino la memoria che fa cilecca? Frank Miller ha pensato bene di rispondere a queste domande, scrivendo e disegnando un fumetto che è un vero e proprio cult.

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro diede inizio a una rivoluzione. Negli anni ’80 i supereroi erano tanti, erano ovunque; tutti con le loro tutine, tutti che cercavano distinguersi dalla massa di vecchiume colorato nella quale erano impantanati. Combattevano avversari onnipotenti, decidevano il destino dell’intero pianeta o addirittura della galassia: tanta magia, superpoteri, e mosse spaziali. Frank Miller ne aveva piene le palle di quella roba. Volle ricominciare da capo, da qualcosa di più vicino a noi, al nostro mondo, quello reale, fuori dalle pagine. Studiò una Gotham city afflitta dalla criminalità di strada e ci piazzò dentro un Batman sessantenne. L’idea spiazzò tutti.

Venne segnato un nuovo corso. I fumetti si tolsero di dosso l’aria infantile con un solo colpo d’inchiostro. L’eroe si fece antieroe, l’impotenza prese il posto dei superpoteri e la rassegnazione soppiantò la speranza. Già, perché il sentimento che meglio rappresenta la condizione umana è proprio la rassegnazione. Siamo tutti rassegnati, noi umani. Ci ritroviamo in questo mondo un po’ spaesati e dobbiamo accettare la nostra condizione, qualsiasi essa sia, oppure soccombere. E’ una visione nichilista, cinica, e perfino misantropa quella di Frank Miller. Ma piacque proprio per questo.

Al Cavaliere Oscuro non va giù di invecchiare. Si ritrova a combattere i nemici di sempre in una lunga discesa verso l’autolesionismo, spinto dall’irrefrenabile voglia di andare avanti. Non ho intenzione di raccontare nemmeno un briciolo della trama di questo fumetto. Non perché sia così pregna di colpi di scena. Anzi, è piuttosto lineare e semplice. Ma perché credo che questo fumetto vada letto e basta, senza starci a pensare troppo su.

Perciò, se amate i fumetti leggetelo. Leggetelo anche se odiate i supereroi, perché sono certo che Il Ritorno del Cavaliere Oscuro vi farà ricredere.

Lorenzo Manara
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