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26 Luglio 2016

Il museo Stibbert

museo stibbert

Il museo delle armi di Firenze, il più bello d’Italia

Frederick Stibbert era un gentiluomo di cittadinanza inglese, nato a Firenze. Suo padre era un colonnello delle Coldstream Guards, le classiche guardie con il colbacco di pelo nero e la giacca rossa. Sua madre invece era toscana. Il soldi li aveva fatti il nonno inglese, generale comandante della Compagnia delle Indie e Governatore del Bengala. Un mucchio di soldi, potete immaginarlo.
Appena ventenne, Frederick si trasferisce a Firenze nella meravigliosa villa di Montughi e si dedica anima e corpo alla sua passione: la storia del costume militare. Per tutta la vita non fa che acquistare e accumulare, mettendo assieme la collezione d’armi e armature più interessante d’Italia. Io ci sono stato tante volte in questo museo, e ora ve ne parlo un po’.

La cosa che colpisce di più del museo Stibbert è la scenografia. Sì, perché di scenografia si tratta. Il museo è innanzitutto una villa ottocentesca alla quale lavorò Giuseppe Poggi, l’architetto che cambiò il volto della città di Firenze con il suo Risanamento. In secondo luogo era la casa del nostro gentiluomo, il signor Stibbert. Egli ci viveva con le sue sorelle, i parenti, la servitù, e un sacco di altra gente. Ma questo non ostacolò la sua passione. Frederick cominciò col destinare una stanza alle sue armature, poi la sala adiacente, il corridoio, l’atrio… in breve tempo quasi tutto il piano terra era invaso da eserciti fantasma che nemmeno Pomi d’ottone e manici di scopa.

Stibbert adorava vivere nella sua casa museo, e adorava impressionare i visitatori con la sua mostra suggestiva. Ho nominato la scenografia poiché il museo Stibbert non è altro che una magnifica rappresentazione. La disposizione dei pezzi è studiata nel dettaglio, le armature non sono tenute in piedi da freddi supporti metallici, ma da statue a grandezza naturale tutte colorate. Stanno in posa, tra chi sguaina la spada e chi tiene le redini del cavallo. L’apoteosi scenica è la sala della cavalcata, dove una colonna di cavalieri su destrieri bardati sfilano come sospesi nel tempo.

museo stibbert

I pezzi della collezione sono tanti e la cosa ganza è che sono praticamente tutti esposti. Dimenticatevi le teche di vetro infrangibile dieci metri per dieci che contengono uno sputacchio d’opera che ci vuole il binocolo per vederla. Al museo Stibbert le teche non ci sono. Le alabarde sono impilate una in fila all’altra sulle rastrelliere, gli zweihander agganciati alla parete, le file interminabili di archibugi sono nel corridoio, ammirabili anche a un centimetro di distanza. Potreste perfino toccare le armature o infilarvici dentro, tanto sono vicine. Un’immersione nell’arte alla maniera antica, quando non si temevano attacchi vandalici, quando i musei erano per pochi e selezionati visitatori. Una concezione fuori dal mondo, se pensiamo alle odierne folle di turisti.

Le collezioni d’armi sono tre. La principale è quella europea, che copre soprattutto i secoli XVI – XVIII. Poi c’è la collezione islamica. La collezione giapponese risulterà affascinante anche a coloro che non sono appassionati di storia militare. Si tratta di pezzi tra il periodo Momoyama e il periodo Edo. Se vi piacciono i samurai e le katane non potete perdervela. Nella sala principale della sezione giapponese ci sono altre statue in posa, tra cui un bellissimo arciere in armatura.

Ma non credete che il museo Stibbert sia tutto asce e mazze. La villa stessa è un’opera d’arte. Ci sono arredi, dipinti, affreschi, costumi e perfino collezioni di porcellane ottocentesche. Mucchi di servizi da tè del settecento, con i fiorellini di porcellana e le tazzine… E poi il parco all’inglese. Monumenti, fontane e sculture si trovano nel parco che è visitabile gratuitamente. C’è pure un laghetto al cui centro spicca la riproduzione di un tempio egizio, pensate un po’.

Frederick Stibbert era un personaggione, e il suo lascito è un dono prezioso che tutti noi dovremmo apprezzare. Anche perché Frederick è stato il primo cosplayer della storia. Pensate che un gentiluomo con tutti quei soldi non si fosse realizzato una ganzissima armatura personale? Vi lascio con la foto del cosplay di un cavaliere medievale del buon Frederick. Se siete interessati ai musei delle armi d’Italia (e, perché no, anche d’Europa), restate connessi che fra i prossimi articoli parlerò anche di questo argomento.

armatura di stibbert

Immagino il buon Frederick che passeggiava per la sua immensa villa con indosso l’armatura, di notte, quando tutti dormivano. Sognava di battaglie, duelli tra eroi e cavalcate al chiaro di luna…

Lorenzo Manara
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