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25 Ottobre 2016

Il mito del pollice verso nell’Antica Roma

pollice verso

Il pollice verso nell’antica Roma decretava le sorti dei gladiatori sconfitti, come nel film Il Gladiatore di Ridley Scott: ma è la verità?

Esistono molti equivoci riguardo l’affascinante tema dei gladiatori dell’antica Roma. Primo fra tutti l’elevata mortalità durante i combattimenti. Contrariamente a quanto si pensa, era raro che un gladiatore professionista finisse ucciso. Si trattava di atleti costosi da addestrare e mantenere, veri esperti dell’intrattenimento, e non potevano essere gettati via così. Ma c’è un altro equivoco molto diffuso, un gesto sul quale fondiamo l’intero immaginario dei giochi gladiatori romani: il pollice verso.

Il pubblico romano amava i gladiatori. Patteggiava per l’uno e per l’altro, un po’ come accade oggi nel wrestling. E gli “sceneggiatori” di questi spettacoli erano sempre pieni di idee nuove per trasformare i combattimenti in vere e proprie opere di rappresentazione teatrale. Nonostante questo, però, i giochi erano pur sempre pericolosi. E ogni tanto ci scappava il morto. Raramente il pubblico veniva chiamato a decidere le sorti di un gladiatore, ma quando accadeva lo si faceva con il mitico pollice verso. Già, ma verso dove?

Noi moderni esseri umani del XXI secolo pensiamo che il pollice rivolto verso il basso sia una brutta cosa. Giù è cattivo. Mentre su è buono. Ce lo dicono i film come Il Gladiatore di Ridley Scott. Lo vediamo addirittura nei dipinti, come ne “Il pollice verso” di Jean Leon Gerome.

pollice verso
“AMMAZZALOOO, UCCIDI QUEL BASTARDO!!” Jean-Léon Gérôme, Pollice Verso [1872]

Ma in verità le cose non sono andate così. Nell’antica Roma il pollice verso aveva un significato opposto a quello che gli attribuiamo oggi. Tenere il pollice rivolto verso l’alto imitava il gesto di sguainare la lama dal fodero, ricordando l’atto di impugnare un gladio, e quindi: morte1. Mentre per concedere la grazia, il pubblico faceva qualcosa che non si vede mai nei film: chiudere il pollice nel pugno. Questo gesto stava a indicare il riporre l’arma nel fodero ed era una gran bella notizia per colui che aveva perso il combattimento.

Ma come facciamo a saperlo con precisione? Be’, oggi posso scrivere questo articolo grazie a un ritrovamento archeologico del 1997, nel sud della Francia. Si tratta di un ritrovamento che smaschera una volta per tutte l’equivoco del pollice verso: il medaglione di Cavillargues.

Il medaglione di Cavillargues, datato II o III secolo, è un oggetto molto interessante che raffigura due gladiatori nell’atto di combattere. Sono riconoscibili per via del loro equipaggiamento come un Reziario a sinistra e un Secutores a destra. In alto è presente una dicitura: stantes missi. Tale iscrizione è traducibile come: fatti uscire in piedi/ rilasciati in piedi. E significa, in pratica, che sono entrambi salvi perché è avvenuto un pareggio.

Il signore sulla destra con il braccio teso sta stringendo il pollice nel pugno chiuso. Questo gesto ci mostra quindi il suo significato proprio grazie alla dicitura. Lo scontro viene terminato in pareggio e i gladiatori potranno abbandonare l’arena sulle loro gambe. Evviva! 2

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Medaglione di Cavillargues, Museo Archeologico di Nîmes

Oggi abbiamo imparato che tenere il pollice alzato per gli antichi romani significava morte, mentre chiuderlo nel pugno significava vita. Finalmente potremo assistere come eccellentissimi spettatori a un duello senza fare casino con i pollici. Mi raccomando, però, niente spade portate sulla schiena. Quello è tutto un altro mito.

  1. Gladiatori: i dannati dello spettacolo, Fabrizio Paolucci, pag 89
  2. Nature Embodied: Gesture in Ancient Rome, Di Anthony Corbeill
Lorenzo Manara
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