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24 Aprile 2018

Il cane incendiario

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Alani addestrati a gettarsi sul nemico per spargere fiamme e morte: l’idea trash di Jacopo Mariano

Tra gli eroi che si fecero portatori del rinnovamento umano durante il Rinascimento oggi voglio parlarvi di Jacopo Mariano, detto il Taccola, artista e inventore senese che nel XV pubblicò i trattati De ingeneis e De machinis. I suoi libri sono affollati da moltissime idee per macchine da guerra, alcune geniali altre un po’ meno. Una di queste era semplice: prendere un alano, armarlo di congegno incendiario e lanciarlo contro il nemico.

Gli animali hanno calcato il palcoscenico della guerra fin dall’antichità: sui campi di battaglia di tutto il mondo era possibile incontrare cavalli, cammelli, cani e perfino elefanti. Alcuni esperti sostengono che i romani avessero ereditato l’utilizzo dei cani in seguito al contatto con le tribù di barbari che ne facevano ampio uso, come ad esempio accadde nella battaglia di Vercellae nel 101 a.C. dove l’esercito sotto il comando di Gaio Mario si ritrovò assalito da orde di mastini 1. Al contrario dei celti che vestivano i cani con armature in cuoio bollito, i romani preferivano proteggerli con vere e proprie cotte di maglia come si può osservare in uno degli episodi narrati nella Colonna di Marco Aurelio, a Roma.

Anche il cane incendiario ideato da Jacopo Mariano è equipaggiato con un’armatura: una lorica di cuoio asinino o bovino per la precisione, sulla quale però era assicurato un contum, spuntone, che avrebbe colpito il nemico durante gli assalti dell’animale 2. L’arma principale però risiedeva nella coppa di bronzo legata sul dorso del cane e spalmata di trementina, al cui interno era contenuta una spugna imbevuta d’acquavite. Se incendiata, la spugna avrebbe prodotto una fiammata che il cane avrebbe portato allegramente con sé tra le fila degli avversari, scompigliandone le formazioni di fanteria e soprattutto di cavalleria.

Non saprei dire se tale arma possa considerarsi efficace, non credo neppure che sia mai stata utilizzata veramente. Ricorda molto la leggenda dei maiali cosparsi di resina, olio combustibile e poi dati alle fiamme che nel 266 a.C. durante l’assedio di Megara si dice fossero stati impiegati contro gli elefanti 3 e che alcuni storici ritengono siano stati utilizzati addirittura dai romani (qualcuno conosce Rome Total War?). Può darsi che il Taccola abbia preso spunto proprio da quell’episodio narrato da Polieno.

Resta il fatto che nessuno ha pensato a calarsi nei panni del povero alano. Scendere in battaglia con un lanciafiamme sulla schiena non doveva essere una bella esperienza.

  1. Animals in the Military: From Hannibal’s Elephants to the Dolphins of the U.S. Navy – John Kistler
  2. La macchina da guerra nel Medioevo, Santi Mazzini
  3. Stratagemmi, Polieno, II secolo
Lorenzo Manara
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