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23 Maggio 2017

Il duello di pistola alle olimpiadi (non ufficiali)

duello pistola olimpiadi

Nessuna disciplina olimpica era più pericolosa del duello di pistola

Tra le origini mitiche alle quali si attribuisce la nascita dei giochi olimpici, esiste la variante dedicata al semidio Eracle. Secondo Pindaro, Eracle istituì i giochi dopo aver ripulito le stalle di Augia (la sesta delle fatiche), chiamando a partecipare perfino Apollo e Ares. La competizione si apriva con la corsa dei carri, seguita dalla lotta, da un duello d’armi al primo sangue, tiro con l’arco, tiro del giavellotto e altre discipline di stampo militare. La connessione fra i giochi olimpici e la guerra era forte. L’occasione di confronto diventava motivo di addestramento, e la vittoria sportiva simulava quella bellica.

Agli inizi del XX secolo, la guerra aveva assunto una conformazione del tutto lontana dai canoni eroici dell’Antica Grecia. Si combatteva in trincea, nel fango, colpiti dal fuoco dell’artiglieria e dalle scariche di fucile degli avversari. Nessuna tradizione poteva resistere a un cambiamento di tale portata, neppure quella antica e gloriosa dei giochi olimpici. Prima o poi, la polvere da sparo avrebbe sporcato i campi di atletica ed è proprio quello che accadde nel 1896, con la prima edizione moderna delle olimpiadi internazionali.

Pierre de Coubertin, uno dei personaggi che ha riportato in auge questa tradizione sportiva, era un appassionato di pistole ed esperto tiratore. Partecipò egli stesso ad alcune edizioni, gareggiando nella specialità della pistola libera da 50 metri, in pratica un tiro al bersaglio fisso. Nonostante fosse uno sport che riscuoteva un ampio consenso di pubblico, le sfide vis-à-vis erano sempre le più apprezzate. Niente è più emozionante di due lottatori che con la sola forza fisica tentano di conquistare la medaglia. Ma come si può trasporre questa stessa emozione con le armi da fuoco? Semplice, con un bel duello.

Nel 1906, in un evento non correlato alle Olimpiadi ufficiali, venne fatta una dimostrazione del duello di pistola. Gli atleti indossavano lunghi cappotti imbottiti e una maschera protettiva simile a quella degli schermidori. Le pistole che impugnavano erano prive di polvere da sparo, e la carica era composta da un propellente che faceva espellere una palla di cera. Gli atleti si posizionavano a una distanza di 20 metri. Attendevano il segnale del giudice e si sparavano addosso.

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Emozionante vero? Be’, forse non tanto, considerato che la disciplina non vide mai la luce in un’edizione dei giochi vera e propria. C’erano molte perplessità riguardo questo nuovo sport. Innanzitutto la pericolosità: nessuno voleva che qualche atleta ci rimanesse secco. Oltretutto, la soluzione del propellente e della cera, usati per evitare qualche catastrofe, non erano poi il massimo della precisione e del controllo. Il proiettile era troppo leggero e non si agganciava alla rigatura dell’arma mentre la carica di propellente era troppo debole per assicurare una gittata simile a quella delle armi da fuoco vere e proprie. Insomma, il risultato era una via di mezzo comunque pericolosa, ma che non aveva niente a che fare con un vero duello.

L’idea venne abbandonata, nessuno provò più a rievocare una simile pratica. Fino a oggi.

Io, Lorenzo Manara, chiedo ufficialmente che il duello di pistola venga introdotto nelle prossime Olimpiadi internazionali. Le attrezzature potranno assomigliare a quelle del moderno Paintball, ovvero le pistole che sparano vernici colorate. Gli atleti dovranno ergersi uno di fronte all’altro alla distanza di 20 metri e attendere il segnale come usavano fare i veri gentiluomini d’altri tempi. I contendenti indosseranno indumenti eleganti e nobili: tight durante le competizioni pomeridiane e frac durante quelle serali.

Questo è quanto. Mi aspetto che il mio appello venga accolto dalle istituzioni competenti. Adesso me ne torno a scrivere i miei romanzi. Se volete saperne di più di duelli, avventure e ammazzamenti iscrivetevi alla newsletter, qui sul blog, perché sforno un articolo fantastico ogni settimana. Si tratta di roba ganza, che non si trova da nessun’altra parte. L’articolo de Il mito della spada legata sulla schiena, ad esempio, ha sforato da poco il milione di visualizzazioni. Non potete perderlo. Ciao!

Lorenzo Manara
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