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13 Dicembre 2016

Come riconoscere una fonte attendibile?

fonte storica attendibile

Da sempre l’uomo parla a sproposito di qualsiasi cosa. Perciò non basta che un documento sia antico per farlo diventare una fonte attendibile

Grazie a internet possediamo il sapere umano nella tasca del giacchetto. Immaginate di essere in coda alle poste e di provare un’irrefrenabile voglia di saperne di più sulla vita di Carlo Magno (a chi non è capitato?). Basterà muovere le dita sul touchscreen ed è fatta: milioni di parole che sbucano fuori dallo schermo. Ma non è tutto. E’ possibile approfondire l’argomento sfogliando i contenuti correlati e così via, all’infinito. Potete iniziare da Carlo Magno e arrivare fino alla fotosintesi clorofilliana; il mondo è nelle nostre mani, la coda alle poste non sarà più un problema.

Internet però non è un luogo privo di pericoli. La pantagruelica mole di informazioni sul web è così vasta e accessibile che le insidie sono nascoste ovunque. Tutti possono scrivere e modificare un testo nella più completa libertà intellettuale e morale, senza vincoli né controlli. Bella banalità, direte voi, lo sappiamo già. Non lo metto in dubbio, ma avete provato ad allargare il tema alle fonti storiche? Siete in grado di riconoscere una fonte attendibile?

Come avrete notato, su Facebook alla gente piace parlare (raccontare cazzate disfunzionali in realtà sarebbe un’espressione più adeguata). Tutti parlano di tutto, ma solo pochi verificano la correttezza delle proprie affermazioni. Lo notiamo nelle discussioni politiche e perfino in quelle scientifiche dove le opinioni personali dovrebbero essere messe da parte. Il cittadino comune è giurista, medico, ingegnere, pittore e CT della Nazionale allo stesso tempo. Si tratta di un male del nostro tempo? Assolutamente no. Da sempre l’uomo parla a sproposito di qualsiasi argomento, che fosse un maniscalco del XIII secolo o un samurai poco importa: gli uomini parlano, e parlano, e parlano…

L’uomo è fallace. Ciò che scrive, disegna o racconta è il frutto di una conoscenza labile, preda di facili errori e di una memoria sbagliata, modificata dalle emozioni e da una personale visione della realtà. Tutti filtriamo la realtà a nostro piacimento e mentiamo di continuo, perfino a noi stessi. Lo sapeva bene Sherlock Holmes.

Accade perfino nei documenti storici. Credete che i monaci amanuensi chiusi tutto il giorno nei loro scriptorium fossero infallibili? Erano persone comuni. Alcuni più studiosi e responsabili, altri più pasticcioni; proprio come accade oggi con i social. Cosa succedeva se un monaco doveva disegnare un certo tipo di arma da guerra e non sapeva come diavolo fosse fatta? Le opzioni potevano essere due: o il monaco andava a studiarsi le armi dei cavalieri su una qualche fonte attendibile per ricopiarle oppure mandava a fanculo tutto e usava l’immaginazione.

fonte attendibile
Ed ecco a voi, signore e signori, il mazzafrusto-foglia!

Questo qua sopra è il particolare di una miniatura del Bellifortis, un trattato militare scritto da Konrad Kyeser attorno al 1400. Il signor Kyeser era un geniere (ingegnere militare che si occupava della progettazione di macchine d’assedio) e godeva di un’elevata autorevolezza. L’opera si diffuse velocemente fra le corti europee, ma l’artista boemo che si occupò delle illustrazioni si prese un bel po’ di licenze poetiche. Lo vedete quello strano mazzafrusto da giardinaggio? Ovviamente è un’arma inventata, ma se il design fosse diventato particolarmente famoso altri illustratori lo avrebbero riprodotto innescando un meccanismo di propagazione del falso. Si tratta di un fenomeno che è accaduto più volte, come ad esempio con il mito del pollice verso romano, frutto di un’incomprensione storica.

Il Bellifortis è solo un esempio per mostrarvi quanto siano facili da diffondere eventuali falsi storici. Oggi li chiamiamo bufale, ma che si tratti di errori in buona o malafede non ha importanza. Resta il fatto che in alcuni casi possono diventare davvero pericolosi. E cosa possiamo fare noi che attendiamo il turno alle poste con lo smartphone in mano? L’unica arma a nostra disposizione per difenderci dalle bufale è il dubbio intelligente: quel tipo di dubbio che ti trascina verso la ricerca della verità. Ho usato l’aggettivo intelligente perché il dubbio deve portare a una crescita intellettuale, non a una regressione. Dubitare di tutto e tutti senza studiare conduce all’ignoranza allo stesso modo in cui accettare qualsiasi nozione in maniera passiva conduce all’ingenuità.

Perciò la prossima volta che un vostro amico se ne esce fuori con una miniatura medievale per avvalorare la propria tesi, non prendetela subito per buona. Andate a verificarne l’attendibilità, l’epoca, il contesto storico e tutto quello che serve. Le cose potrebbero girarsi a vostro favore nella discussione. E se invece vi doveste sbagliare, va bene lo stesso. Voi e il vostro amico siete cresciuti intellettualmente.

E poi provate a fare lo stesso con questo articolo. Verificate la roba che sta scritta qua sopra e che sta scritta nelle mie storie, romanzi o fumetti che siano. Anche io faccio un sacco di errori. Non vorrete mica credere a tutto ciò che dico, vero?

Lorenzo Manara
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