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27 Agosto 2018

Ching Shih: da prostituta a regina dei pirati

Ching Shih

La storia di Ching Shih, la prostituta cinese a comando della più grande flotta pirata della storia

La pirateria asiatica durante il corso dell’Ottocento, e in particolare quella che affliggeva i mari della Malaysia, Indonesia e della Cina Meridionale, era una piaga inarrestabile, tra le più terrificanti al mondo. Le coste erano letteralmente infestate dai vascelli pronti alla battaglia, molti dei quali comandati da un solo capitano: la piratessa di nome Ching Shih.

Ching Shih lavorava come prostituta in una cittadina portuale che si affacciava sul mar Cinese. La sua sarebbe stata una vita di sottomissione e miseria se non fosse che una calda notte primaverile comparve all’orizzonte una nave pirata. La cittadina venne saccheggiata e nel furore dei combattimenti Ching fu rapita e fatta prigioniera dallo stesso capitano. Egli la voleva tutta per sé e dopo averla portata a bordo del vascello la sposò.

Ching Shih si ritrovò a veleggiare per i mari asiatici imparando dal marito i segreti del perfetto bucaniere. Col tempo ottenne perfino il rispetto degli uomini e le venne affidato il comando di una giunca. La flotta crebbe a dismisura e quando il capitano morì pochi anni più tardi lei era ormai pronta a prenderne il posto.

L’ex prostituta cinese divenne uno dei pirati più potenti e temuti della storia. Grazie alle sue doti strategiche riunì sotto il suo comando le flotte cinesi che fino a quel momento si erano date battaglia, formando una coalizione mai vista prima: circa 300 giunche e un numero di uomini e donne che gli storici attestano sui 40.000 elementi.

Gli uomini di Ching Shih erano considerati inarrestabili sanguinari, formidabili in attacco e nella difesa. La regina dei pirati aveva un modo tutto suo per temprare il loro carattere e fare in modo che si sfogassero in battaglia: impedire loro di accoppiarsi con le prigioniere.

Lo stupro era cosa comune poiché le donne erano considerate parte del bottino. Tuttavia sotto il dominio dell’ex prostituta chiunque fosse stato colto in atteggiamenti intimi con una prigioniera (anche se consenziente!) sarebbe stato decapitato sul posto. Secondo alcuni si trattava di un modo per rendere gli uomini più feroci in battaglia, ma a giudicare dalla vita di questa donna mi viene da pensare che si trattasse di una sorta di rivendicazione sociale.

Non appena Ching Shih ha avuto l’occasione di riscattarsi ha messo in atto la sua personale giustizia contro il sesso maschile, forse ricordandosi degli anni passati tra i soprusi. E come darle torto?

Lorenzo Manara
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