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15 Dicembre 2015

Bruti: un gioco ideato e disegnato da Gipi

Gipi Bruti

A Lucca Comics ho comprato Bruti dopo aver visto Gipi schiantare fendenti in faccia ai bambini. Lo faceva col sorriso.

C’avevo i soldi contati. Mi ero detto: Lore, non sforare anche quest’anno. Che poi compri cose inutili che ti stancano dopo poco. Poi però sono entrato nell’area games e ho trovato Gipi per terra che giocava a un gioco di carte: Bruti. Sì, perché Gipi ha creato un gioco di carte. Giocava con questi bambini, ma più che giocare li massacrava. Senza pietà. Gettava al suolo carte fendente, colpi diagonali, malrovesci, affondi.
Il gioco è semplice, diceva, non devi fare altro che colpire l’avversario. E intanto ti tirava una smazzolata di spadone in faccia.

E insomma ho comprato Bruti. Versione basic con fumetto e carta omaggio “Sor Pacinotto”. Quando mi sono avvicinato Gipi ha estratto il pennarellone indelebile, mi ha firmato tutto quanto, ha abbassato di nuovo lo sguardo e ha spezzato le gambe di un tale con il mazzafrusto. Mah, mi sono allontanato un po’ scettico. Almeno il fumetto sarà bello, pensavo.

Lucca Comics and Games 2015

Edizione Bruti Basic + manualone di gioco e carta Sor Pacinotto, tutto autografato :D

Qualche giorno dopo l’ho provato con gli amici. Professionisti che a cinque anni costruivano fortini con le scatole rosse di D&D. Quattro giocatori: si comincia con un’arena tutti contro tutti per rompere il ghiaccio. Io pesco l’orco con le spine sull’armatura e scelgo ascia a due mani. Mi son sentito quasi subito a disagio. Al primo turno mi spaccano un braccio, al secondo pesco una carta: Morte. Fine. Ma che cazzo di merda è, ho pensato.
Ed è proprio in quel momento che ho capito l’essenza di Bruti.

I tre giocatori rimasti gridano alla mia uscita di gioco. Poi si scatena il degenero. Schivate, parate, e decine di ferite. C’è Manunta coperto di sangue che lascia il campo di battaglia dopo l’ennesimo colpo alla testa. Rimane Mezzuomo contro Sor Pacinotto. E io me la son guardata tutta quella sfida. Almeno venti minuti. Me lo sentivo che avrebbe vinto Mezzuomo, e infatti è andata proprio così. Il Bruto più sottovalutato nella Fossa solleva la testa mozzata di Sor Pacinotto. La folla in estasi.

Bruti è un gioco di carte strano. Puoi pescare al primo turno una carta che ti fa perdere la partita. In molti potrebbero criticare una regola simile, e invece la trovo bellissima.
Il gioco difficile è tornato di moda in questi ultimi anni, basta guardare i molti videogiochi cosiddetti “hardcore”. Bruti si inserisce in un contesto simile, anche se non propriamente hardcore. Diciamo che è un gioco bruto e basta, difficile fare paragoni.

A distanza di un mese ci gioco ancora. E io sono uno difficile da accontentare. L’unica pecca è il duello. Ho notato che lo stallo avviene di frequente e il gioco tende a diventare lento. Tuttavia Gipi ha già rilasciato un regolamento 2.0 che potete andare a pescare nell’aggiornatissimo gruppo Facebook, qui. Iscrivetevi, troverete centinaia di simpatici bruti che risponderanno alle vostre domande.
E il resto? I disegni sono quelli di Gipi, e basta e avanza. Niente da dire sul fumetto, ho adorato quel vecchio eretico e lo sketch della zuppa magica. Il gioco è senza dubbio devastante da 3 giocatori in su. Se devo essere sincero mi sono un po’ pentito di non aver preso la deluxe. Mi sento un Bruto scarso, il Sor Tirchio della situazione.

Ho scritto questo articolo su Bruti perché ritengo che sia una storia fantastica. Un gioco da tavolo in grado di trasmettere le stesse sensazioni di un bel libro, fumetto, film, videogioco o quello che vi pare a voi. Assaporate le pagine del fumetto introduttivo, sbirciate i vari personaggi e poi gettatevi nella Fossa: sarete protagonisti di un bel maciullamento alla vecchia maniera.
E lo dico io che sono Sor Tirchio.

Lorenzo Manara
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