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22 Novembre 2016

L’addestramento in Oriente

addestramento in oriente

E’ così difficile trovare un luogo più originale del tempio buddista dove far imparare al protagonista le arti marziali?

Noi occidentali abbiamo sempre dimostrato un certo interesse per la cultura orientale. Fin dal Medioevo, e ancor prima con l’Impero romano, mercanti ed esploratori hanno percorso la via della seta spinti dalla brama di conoscenza. “La katana è davvero una lama tanto leggendaria da tagliare il metallo? I ninja volano sui tetti? Chi vincerebbe tra Muhammad Ali e Bruce Lee?” Queste le domande che da sempre accompagnano l’uomo durante il suo viaggio alla scoperta della verità. Quello di cui voglio discutere in questo articolo però non riguarda queste domande (anche se prima o poi lo smonto il mito della katana, giuro che lo faccio). In questo articolo voglio parlarvi dello stereotipo dell’eroe che se ne va in Cina per allenarsi coi monaci.

L’idea mi è venuta dopo aver visto Doctor Strange, il filmone Marvel. Si tratta di un film dagli effetti speciali meravigliosi, ma fra un palazzo che si accartoccia e le mazzate stile kung fu c’è (purtroppo) anche una trama. Dico purtroppo perché avrei preferito un’ora e mezza di palazzi che si accartocciano piuttosto che seguire una storia così banale. E’ stato nei momenti di noia fra un’esplosione e l’altra che ho riflettuto sullo stereotipo del viaggio in Oriente del protagonista.

Batman sceglie il Tibet per imparare le arti marziali. Come lui anche Dottor Destino si fa un bel viaggetto sui monti tibetani. Lo fa Thunderbolt, diventato Ozymandias nella serie Watchmen e per restare in tema supereroi ci sono anche Pugno d’acciaio, Heath Wave e decine di altri sconosciuti con le tutine attillate. Nel secondo film di Karate Kid, il ragazzino protagonista si allena a Okinawa assieme al maestro Miyagi. Anche La Sposa di Kill Bill vola fino a Okinawa per apprendere una nuova tecnica. E poi ci sono i vari Van Damme, Steven Seagal e Chuck Norris, che in Asia ci saranno stati una decina di volte a testa. Perfino Ace Ventura apprende il segreto della pace interiore dai monaci pelati. Insomma, l’Oriente deve essere un posto molto affollato di eroi.

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Un arrabbiatissimo Van Damme che nel Film “The Quest” apprende le arti marziali in una sperduta isola del Siam

E’ così difficile trovare un luogo più originale del tempio buddista dove far imparare al protagonista le arti marziali? Prendete Rocky, ad esempio. Stallone si allena negli impianti industriali dismessi e picchia i prosciutti appesi ai ganci della cella frigorifera, c’è più inventiva in un film sul pugilato del 1976 che in un fantasy Marvel del 2016.

Lo stereotipo dell’eroe che se ne va in Oriente per addestrarsi è spesso legato a un altro stereotipo ancora più incomprensibile: gli occidentali bianchi sono dei migliori combattenti asiatici rispetto ai veri combattenti asiatici. Ora vi spiego. Avete presente il film L’ultimo Samurai? Alla fine della pellicola, Tom Cruise si rivela essere un samurai migliore di tutti gli altri samurai che fanno quel mestiere fin da quando sono nati. Lui si allena sì e no qualche mese e zac, diventa un maestro di katana. Stessa cosa per la Sposa di Kill Bill, che impara il kung fu dagli asiatici e poi li batte al loro stesso gioco, tutti e ottantotto.

Ora non voglio fare lo psicologo dei poveri, però sembrerebbe che questi stereotipi dicano qualcosa sulle fantasie dell’uomo occidentale. O perlomeno ci raccontano qualcosa riguardo la mediocrità delle sceneggiature di alcuni film. C’è però una cosa che vorrei sapere, a questo punto. Esiste un film nel quale il protagonista asiatico viene a imparare il combattimento in Occidente per poi tornare a spaccare i criminali nel suo paese d’origine? Non so cosa darei per vederlo.

Lorenzo Manara
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