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14 Marzo 2017

Logan The Wolverine – Il film

logan the wolverine

L’ultimo film di Hugh Jackman nei panni di Wolverine

Mi piacerebbe star dietro alle infinite serie, ai tantissimi personaggi, agli eventi che saltuariamente stravolgono la continuity, ma non ci riesco; sono troppi. Leggere fumetti Marvel è un lavoro a tempo pieno, basta una distrazione che non ci si capisce più niente. E’ tutto collegato, tutto intrecciato. E Wolverine non fa eccezione.

Wolverine è una delle poche testate che riesco a seguire, più o meno. Gli X-men li ho ovviamente conosciuti da bambino, negli anni ’90, quando i costumi erano gialli e blu; e da allora non li ho (quasi) mai abbandonati. Il mio preferito è Gambit, di cui dovrebbe uscire il film quest’anno. E’ quello che lancia le carte da gioco con l’energia cinetica e ha la fascia tra i capelli. Si tratta di un personaggio marginale, che ultimamente è stato proprio messo da parte.

Insomma, sono andato a vedere Logan The Wolverine al cinema e mi è piaciuto. Un film solido, che inizia bene, che si svolge benone, ma che si perde un po’ nel finale. La natura del personaggio di Wolverine con il suo potere rigenerante ha permesso agli sceneggiatori di strapazzarlo come si deve per oltre due ore di film: gli sparano, lo picchiano, lo squartano e lui sta sempre in piedi, ansimante, con gli artigli retrattili d’adamantio.

La cosa che mi ha fatto davvero emozionare è stata l’assenza delle battutine ammiccanti che regnano sovrane in un film Marvel. Avete presente lo scambio di battute a raffica tra Tony Stark e Capitan America? Le sopracciglia che si alzano? Gli sguardi complici che quasi vengono rivolti alla telecamera? Ecco, nel film Logan The Wolverine non ce ne sono, grazie a Dio. Non ci sono bellimbusti che si raccontano barzellette tirandosi pacche sulle spalle; nessuno vuole essere simpatico a tutti i costi. Non fraintendetemi, la comicità c’è ed è legata allo stesso Logan. Memorabile il momento in cui Wolverine chiede a uno Xavier imbottito di psicofarmaci di soffiare sulle pillole che teneva nel palmo della mano come fossero dadi.

Un film buono, ma con qualche pecca. Come ad esempio la ragazzina al fianco di Logan. Non voglio anticipare nulla, ma ho avuto l’impressione che la sua personalità non sia stata gestita al meglio. Il suo carattere mutevole la rende troppo debole come personaggio, e il sentimento della rabbia poteva essere sfruttato in modi decisamente migliori. Da quanto ho letto a giro sembra che sia piaciuta molto, ma io non sono rimasto convinto.

Altro problema è il finale. Un grosso problema. Lo sontro con il “cattivo” è troppo forzato. Come se un film di supereroi debba concludersi per forza in quel modo. Eppure Logan The Wolverine fino all’ultima mezz’ora ci ha abituato in modo differente; un film che avrebbe voluto distinguersi per i suoi toni drammatici e realistici, ma che ha dovuto piegarsi alla necessità di un combattimento conclusivo stile videogioco. Combattimento che non mi è neppure piaciuto per come è stato scritto, caotico e pieno di incongruenze. Quanti erano i cattivi? Perché i cattivi si sarebbero dovuti fermare di fronte a uno stupido confine? E, soprattutto, perché i supereroi non usano subito i poteri invece di scappare come degli idioti?

Logan The Wolverine è un bel film. Migliorabile, ma pur sempre un bel film. Ah, per quelli che se lo chiedono, non ci incastra niente con la serie a fumetti di Mark Millar “Vecchio Logan” di cui vi parlerò nel prossimo articolo. Serie che potete acquistare con il Corriere dello sport a 3,99 euro. Se vi interessa vi consiglio di sbrigarvi, perché questo tipo di offerte vanno via come il pane.

Lorenzo Manara
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