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19 Agosto 2015

Il mito della spada legata sulla schiena

spada legata sulla schiena

La spada legata sulla schiena è un elemento cardine della narrativa ispirata al Medioevo. Ma si tratta di realtà storica o fantasia? Un cavaliere avrebbe davvero portato il fodero in spalla?

Potrei cominciare un elenco infinito di libri e romanzi fantasy, fumetti, manga, film, videogiochi e giochi di ruolo che narrano le gesta di eroi che se ne vanno a spasso con la spada legata sulla schiena. Spade, ma non solo. Anche pugnali, katane, asce, bazooka, zweihander di un metro e ottanta: insomma, qualsiasi cosa si possa appiccicare come una calamita ai dorsali del protagonista.

Il mito è così radicato nelle opere d’intrattenimento che molti lo credono un aspetto storico della guerra medievale. Ma da dove proviene questa leggenda? Sinceramente non ne ho idea. La cosa di cui sono sicuro, però, è che niente di simile accadeva sui campi di battaglia. Nessuno estraeva in modo fulmineo le spade dalla schiena. Non lo facevano neppure i ninja, figuriamoci.

Circa dieci anni fa nella stesura del mio primo romanzo stavo per cascarci anche io. Uno spadone a tracolla: un classico che non passa mai di moda. In fase di revisione però venni assalito dai dubbi. Nel descrivere le azioni del personaggio con la lama incollata fra le scapole erano saltati fuori un mucchio di dettagli che non tornavano (e che scopriremo fra poco). Visto che all’epoca ero già appassionato di spade e ammazzamenti bastò una breve rispolverata ai libri di storia per scoprire l’orrenda verità: la spada portata a tracolla è una cagata pazzesca.

Lo so, questa affermazione non vi piace. Già vi vedo coi pugni sulla tastiera, incazzati, pronti a difendere He-Man o Geralt di Rivia. Se la cosa vi disturba potete smettere di leggere l’articolo, mica mi offendo. Se invece avete la mente aperta e siete interessati a scavare sotto la superficie schiumosa della narrazione vi aspetto a braccia aperte (e vi invito anche a guardare il video su youtube, nel mio canale!).

Per confutare il mito inizieremo con le tre giustificazioni più usate dai sostenitori di questo abominio senza senso. Pronti?

  1. Una spada si appende alla schiena perché troppo lunga
  2. Una spada legata sulla schiena si sguaina più velocemente
  3. Una spada trasportata in spalla è ganza
  4. Eccezioni orientali
  5. Conclusioni

1. Una spada si appende alla schiena perché troppo lunga

spada legata sulla schiena he-man
He-Man c’ha tanti muscoli e un biondo caschetto.

Esistono e sono esistite un sacco di spade. Le caratteristiche differiscono in base all’epoca, alla posizione geografica, alla struttura, al materiale, all’utilizzo, all’utilizzatore, alla commistione tra culture e molto altro. La stragrande maggioranza delle persone pensa che una spada molto lunga, di qualsiasi tipo, stia benissimo adagiata sulla schiena. Perché la schiena è ampia e la spada può penzolare senza dar fastidio. Giusto?

Per ora non c’interessa sapere se la spada sia un montante, uno stocco o un odachi. Per praticità, e per rimanere in argomento, prendiamo in considerazione soltanto il parametro della lunghezza. Con una spada di dimensioni importanti sembrerebbe logico appendere il fodero alla schiena. Tuttavia, questa deduzione non tiene conto di un elemento fisico che basta da solo a far crollare l’intero mito: la lunghezza di un braccio umano. Ci sarebbe anche da considerare che le spade grandi difficilmente avevano un fodero, ma andiamo con ordine.

Prendiamo come esempio un classico senza tempo: la Claymore a due mani scozzese. L’abbiamo vista legata sulle spalle di Mel Gibson (fra l’altro, fuori contesto per svariati motivi1), indossata in tutta la sua imponenza sulle schiene di numerosi personaggi dei videogiochi da Gothic a Elder Scrolls e in moltissimi libri e fumetti.

Incisione di una claymore e di un'armatura del clan MacLeod [Lancelot Speed, 1890 ca.]
Incisione di una claymore e di un’armatura del clan MacLeod. [Lancelot Speed, 1890 ca.]

La Claymore è uno spadone che rientra nella categoria di “spade molto lunghe” e per questo la usiamo per testare l’attendibilità del mito. Leghiamola sulle spalle di un uomo rinascimentale: Giovanni dalle Bande Nere (la sua incompatibilità storica con la Claymore è ininfluente). Egli, secondo la recente riesumazione del 2012 2, viene descritto come:

“Un Giovanni de’ Medici vigoroso, con un’età antropologica di 25-30 anni, una statura di m 1,74 […]”

In proporzione, le sue braccia dovevano essere lunghe circa 72cm. Perché questo dettaglio sulla lunghezza delle braccia? Molto semplice, perché una claymore di 120cm, il cui fodero termina all’altezza delle spalle, è troppo lunga per essere sguainata dalla schiena.

E’ fisicamente impossibile sfoderare un’arma da un fodero appeso alla schiena che sia più lunga del braccio che la impugna. Per poter estrarre la Claymore, il nostro Giovanni dovrebbe avere le braccia lunghe più di un metro. Senza contare che gli spadoni non avevano fodero e venivano portati alla battaglia come mamma li ha fatti. Un dettaglio non da poco.

Chi ha acquistato una katana al Lucca Comics e ha provato a estrarla dalla schiena sa di cosa parlo. Dopo aver tentato di slogarsi una spalla con movimenti più che complicati potreste pure riuscire a farla scorrere (magari usando tutte e due le mani), ma la domanda è la seguente: trovate che sia comodo? Se il 99% dei foderi antichi che sono giunti fino a noi si appendono alla cintura e non alla schiena ci sarà qualche motivo. Forse quei signori medievali non erano così stupidi.

Gigantesca striscia sospesa all'arcione di un arciere a cavallo del XV secolo [de Chesnel da Guillemin]
Stocco d’arme sospeso all’arcione di un arciere a cavallo del XV secolo. Ahimè, nessun fodero per una spada così lunga. [de Chesnel da Guillemin]

2. Una spada legata sulla schiena si sguaina più velocemente

Abbiamo visto che le spade più lunghe di un braccio umano non possono essere fisicamente estratte dalla schiena. E le spade di lunghezza inferiore? Considerando le fattezze del nostro Giovanni, potremmo pensare che egli avrebbe potuto appendersi a mo’ di zainetto una coppia di spade più corte di 60cm. Magari una daga, un pugnale sfondagiaco o, perché no, un wakizashi. Dopotutto i ninja hanno sempre un sacco di katane appese ovunque nelle moderne rappresentazioni.

Nonostante sia fisicamente possibile estrarre delle lame corte dalla schiena, è necessario verificare se si tratta di una scelta sensata. Osservando le tipologie di fodero occidentale (medievale e rinascimentale) troviamo un sacco di modelli: cinture singole, doppie, a calate, foderi appesi in modo verticale, obliqui e addirittura orizzontali per le lame più corte. Esistono decine di varietà, tutte concepite per essere cinte in vita. Ma i foderi da schiena? Perché non ce n’è traccia?

Arrivato a questo punto potrei concludere l’articolo. Perché se non è possibile provare l’esistenza di cavalieri con gli spadoni sulla schiena vuol dire che non sono mai esistiti. Un po’ come la vergine di ferro (o vergine di Norimberga) quel sarcofago spinato di cui non si ha alcuna traccia nei verbali dei processi o nei manuali per torturatori e inquisitori (ho scritto un articolo a riguardo e potete leggerlo qui).

Se proprio vogliamo portare avanti delle ipotesi sull’inesistenza di foderi da schiena possiamo tirare in ballo la loro scomodità. Dover sollevare il braccio coperto d’acciaio fin sulla spalla per raggiungere l’impugnatura della spada non è il massimo, specialmente nelle situazioni di guerra. Ma c’è un altro motivo, sicuramente più importante, che ha impedito il proliferare di novelli Legolas nelle battaglie medievali: la pericolosità di una simile pratica.

Lasciare scoperta l’ascella poteva essere l’ultima azione della vostra vita. Le piastre delle migliori armature del XV e XVI secolo presentavano dei punti deboli in corrispondenza delle giunture per permettere una maggiore mobilità. Vi erano pochi espedienti a protezione di queste zone e un gesto così sconsiderato come alzare il braccio per afferrare l’elsa (e quindi aprire la guardia e scoprirsi del tutto al nemico) avrebbe reso queste protezioni del tutto inutili, esponendo uno dei punti più deboli del corpo. Non a caso i duelli fra cavalieri pesantemente armati del XVI secolo (periodo nel quale l’arte dei corazzari toccò l’apice tecnologico-metallurgico) si basavano sullo scovare il più piccolo punto debole nell’armatura dell’avversario3. Ci si avventava sulle ascelle, sull’inguine, e sulle visiere degli elmi per aprirle e pugnalare gli occhi, proprio come veniva insegnato nei migliori trattati di scherma4.

Tu senti che la spada al collo t’ò posta
E de morte in tera io te farò mostra.

Fiore de Liberi, Flos Duellatorum. 1410 ca.

Molti pensano che estrarre dalla schiena sia veloce. Molto più veloce che estrarre dal fianco. Se fosse vero potrebbe valere la pena prendersi qualche rischio in più. Tuttavia non è così. Per sfoderare una spada appesa alla cintura basta un solo movimento poiché normalmente le braccia se ne stanno giù, lungo i fianchi. Per fare lo stesso con l’arma sulla schiena sono necessari due movimenti: sollevare il braccio per raggiungere l’elsa e tirare. Nessuno se ne va a spasso con le braccia sopra la testa, specialmente se è coperto da 20-30kg di metallo.

3. Una spada trasportata in spalla è ganza

Ma non è tutto. Considerato che è impraticabile sfoderare una spada dalla schiena immaginate quanto possa essere difficile rimetterla a posto senza guardare. Perché in guerra mica si sta tutto il tempo con la spada in pugno. Potrebbero passare molti istanti prima di azzeccare il buco del fodero dietro di voi. La lama potrebbe perfino cadere a terra e “uccidere” di risate il vostro avversario (avete presente lo sketch comico di Aldo Giovanni e Giacomo “Pdor, figlio di Kmer”?).

Nell’ottica marziale della guerra, e dunque dello studio di tecniche militari, i gesti svolazzanti e coreografici sono sempre lasciati a Hollywood. I movimenti dovrebbero essere ridotti all’essenziale per ridurre l’esposizione ai colpi del nemico e incrementare le probabilità di sopravvivere allo scontro.

Il realismo è un aspetto molto importante da tenere in considerazione quando si creano storie. Perché sono i dettagli veri e concreti, basati sulla realtà che ci circonda, che fanno la differenza. Quando scrivo i miei romanzi cerco sempre di seguire questo principio. Il mio ultimo libro, “La Stirpe delle Ossa”, narra di un’Italia trecentesca perduta, fra cavalieri impoveriti, intrighi, guerre e misteri sovrannaturali. Tutto quanto è basato strettamente sulla realtà storica, perfino gli elementi fantastici.

La spada legata sulla schiena è un mito dell’intrattenimento moderno, tuttavia è esistita qualche eccezione storica. Alcune immagini dal mondo asiatico sono giunte fino a noi e sembrerebbero ribaltare completamente ciò che abbiamo detto finora. Prima di strapparvi i capelli però è importante che teniate a mente la distinzione fra “porto” e “trasporto”. Perché la spada legata e infagottata a tracolla durante la marcia non fa parte dell’equipaggiamento da battaglia, dove ogni elemento si trova nel posto più adatto a conferire maggiori possibilità di sopravvivenza. Un conto è portare la spada alla cintura, pronta per essere sguainata. Un conto è trasportarla in spalla, a tracolla o legata alla sella del cavallo: tutte situazioni che si verificano lontano dalla battaglia e da una qualsiasi situazione di pericolo.

4. Eccezioni orientali e non

L’eccezione più famosa è certamente quella dell’esercito rivoluzionario nazionale cinese. Fra il 1900 e il 1930 il governo cinese mise in campo la polizia militare ed è in quel frangente che fa la comparsa il dadao portato sulla schiena. Arma impiegata più come deterrente, forse, o come strumento d’esecuzione 5. Ci sono svariate foto sul web che ritraggono sentenze di morte per decapitazione, eseguite direttamente in strada. Alcune fotografie sono molto famose, come quella del boia in posa davanti a una pila di teste mozzate. Se vi piace il genere le potete trovare su Google, io non le metterò qui.

Se dovessimo ricercare l’origine del mito della spada sulla schiena io propenderei per questa pagina di storia cinese. E’ probabile che fotografie così truci abbiano ispirato la versione cinematografica di uno dei primi eroi fantasy contemporanei a portare la spada sulla schiena: Conan il barbaro. Specifico “cinematografica” perché sono abbastanza convinto che, nella versione originale romanzata, E. Howard abbia sempre descritto Conan con la spada sul fianco.

Ancora i soldati cinesi, in trincea, con i dadao sguainati e il fodero chiaramente visibile dietro le loro spalle.
Soldati cinesi dell’esercito rivoluzionario con i dadao sguainati e il fodero visibile dietro le loro spalle. 1930 ca.
Un samurai con una odachi (grande spada giapponese) legata sulla schiena. Un modo come un altro per trasportare le armi fino al campo di battaglia. [Hayakawa Kyuukei, 1735 ca.]
Un samurai con una odachi legata sulla schiena. Questa è l’immagine che dovrebbe supportare la causa persa della spada legata sulla schiena. Peccato che tale fodero venisse impiegato esclusivamente per il viaggio (ovvero il trasporto dell’arma). Una volta raggiunto il campo di battaglia, il samurai avrebbe impugnato la odachi e di certo non sarebbe più riuscito a infoderarla da solo. [Hayakawa Kyuukei, 1735 ca.]

Un’altra eccezione ci viene restituita dalla civiltà nuragica sarda, che secoli prima della nascita di Cristo popolava l’isola lasciandoci delle tracce architettoniche nella forma di fortificazioni, soprattutto costiere, ma anche scultoree, come nel caso delle celebri statuette di bronzo (bronzetti). Alcune di queste figure rappresentano guerrieri con dei foderi per spada trasportati proprio sulla schiena.

4. Conclusioni

In questo articolo mi sono ispirato più che altro al mondo occidentale del Medioevo e del Rinascimento (un mondo molto frequente nel fantasy, forse il più frequente per noi).

Via E-mail mi avete fatto notare alcuni “foderi” in vendita su internet che permettono di estrarre la spada dalla schiena. Ce ne sono un’infinità. Ho messo la parola “foderi” fra virgolette perché mi riesce difficile definirli tali, visto che non svolgono la funzione tipica di un fodero, ovvero di includere del tutto la lama. Lo scopo del fodero è quello di contenere totalmente la lama al fine di proteggerla e proteggersi. Quelle robe lì le definirei più imbracature. Anche perché la spada è un bene costoso, e non la si lasciava volentieri alla pioggia e alla ruggine. Insomma, quelli su ebay sono oggetti moderni, realizzati per risolvere un problema che potrebbe essere risolto in modo molto più semplice e storicamente attendibile: non mettere lo spadone sulla schiena.

E poi, il punto non è questo. L’articolo non vuole dimostrare l’impossibilità di estrarre una spada legata sulla schiena nel senso generico della questione. Lo so che un contorsionista potrebbe riuscirci. Sono consapevole che aprendo il fodero a metà la lama sguscia fuori compiendo un arco e quindi è più facile da estrarre. Ma sono tutte soluzioni posticce che ignorano l’elefante nella stanza: gli uomini d’arme antichi, medievali, rinascimentali o quel che volete non estraevano spade dalla schiena nel 99% dei casi.

Se poi, un domani, qualcuno inventasse un fodero a espulsione idraulica per far schizzare gli spadoni da dietro le spalle dei cosplayer, la questione non cambierebbe.

Per concludere, però, voglio lasciarvi con una chicca, giusto per non restare con l’amaro in bocca. Avete presente l’immagine del samurai con la nodachi sulla schiena? Quella lunga spada simile a una katana impossibile da sguainare da soli? Bene, se proprio dovessi inserire un personaggio in una delle mie storie con un affare del genere appiccicato ai dorsali ricorrerei a un espediente storico e reale che personalmente non ho mai visto in nessuna opera d’intrattenimento. Magari è stato rappresentato in qualche manga o anime, ma è comunque insolito e originale; sono sicuro che vi piacerà.

spada legata sulla schiena
Due spadaccini che praticano il Ninjutsu si aiutano a vicenda nell’estrarre le nodachi appese alla schiena – XX secolo, scuola Bujinkan.
spada legata sulla schiena
Due spadaccini cinesi che estraggono i miao dao (Dān Dāo Fǎ Xuǎn, di Cheng Chongdou)

Bello, vero? Nel caso in cui si presenti la necessità di estrarre una lunga spada legata sulla schiena, come la giapponese odachi o la cinese miao dao degli esempi qua sopra, e non si voglia perdere tempo con nodi e legacci per togliersela di dosso, la cosa migliore da fare è avere un compagno spadaccino, anch’esso dotato di spada a tracolla.

Basterà sguainare l’arma del proprio collega mentre quest’ultimo fa lo stesso et voilà! Entrambi pronti al duello. Ci avevate mai pensato? E certo che no, se non cominciate a seguirmi seriamente e iscrivervi alla mia newsletter queste robe non le troverete da nessun’altra parte.

Fra l’altro, questa tecnica “a due” è l’ennesima prova che le grandi spade non venivano sguainate dalla schiena. Perché se fosse stato possibile nessuno si sarebbe sbattuto per inventare una tecnica che necessita addirittura di due persone per eseguirla, no?

Non so voi, ma io questa chicca me la segno. Se un giorno dovesse servirmi in un qualche romanzo in lavorazione sono sicuro che farei un figurone. Perché spesso la storia è più fantastica delle storie fantastiche, solo che non ce ne rendiamo conto.

Se volete scoprire come diavolo veniva portata in battaglia una grande spada a due mani, date un occhio qua: come veniva portato lo spadone in battaglia.

  1. La prima rappresentazione di una claymore scozzese si attesta nella prima metà del XVI secolo, sulla stele funeraria di MacPhee, ben due secoli dopo la morte di William Wallace. Inoltre quella spada a due mani che vediamo nel film parrebbe più simile a uno zweihander
  2. Riesumazione e ricognizione dei corpi di Giovanni delle Bande Nere e della moglie Maria Salviati, Firenze 19 novembre 2012.
  3. Nel trattato di Fiore de Liberi quattrocentesco “Flos Duellatorum” sono presenti numerose tecniche per colpire di punta le giunzioni dell’armatura nemica
  4. Consiglio la lettura del romanzo L’arciere di Azincourt, di Bernard Cornwell. Nella battaglia di Azincourt del 1415, molti nobili francesi rivestiti con armature milanesi (il top di gamma delle armature dell’epoca) si impantanarono in un miscuglio di fango e cadaveri e vennero abbattuti a colpi di pugnale sul volto. Le frecce dei longbow inglesi faticavano a penetrare i 2mm di ottimo acciaio italiano.
  5. A Social and Visual History of the Dadao: The Chinese “Military Big-Saber.” – Benjamin N. Judkins, Ph.D.
Lorenzo Manara
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