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3 Agosto 2016

Il giro del mondo in 80 giorni

giro del mondo in 80 giorni

Il romanzo avventuroso di Jules Verne, ma senza mongolfiera

Estate, tempo di sole e viaggi. Non c’è periodo migliore per leggere un bel libro. Che siate in treno o sotto l’ombrellone, l’importante è leggere. E’ molto più rilassante di quanto crediate, e Jules Verne può fare al caso vostro. Oggi voglio parlare di questo grande autore francese e del suo capolavoro: Il giro del mondo in 80 giorni.

Comincio l’articolo con uno spoilerone per coloro che non lo hanno mai letto. Non c’è nessuna mongolfiera. Sul serio. Il viaggio non si svolge manco per caso su una mongolfiera. I protagonisti non ci passano neppure vicino. Strano, vero? Il motivo di questa falsa credenza è legato ovviamente al cinema. Il pallone volante venne inserito per la prima volta nel film del 1956, e da allora la mongolfiera ha appestato le copertine di milioni di libri, edizioni, riedizioni e adattamenti che si ispirano al viaggio di Jules Verne.

Il mito è così radicato che pure gli autori dell’enciclopedia Treccani ci sono cascati:”… Tra i mezzi utilizzati dall’inglese Phileas Fogg per vincere la scommessa ne Il giro del mondo in 80 giorni non poteva mancare certo la mongolfiera.” Ora non voglio puntare il dito contro Treccani. Scrivere un’enciclopedia deve essere un lavoraccio. Ma stiamo parlando di quella che è considerata l’enciclopedia migliore d’Italia. Un errore simile mi fa pensare che molti argomenti potrebbero essere trattati con superficialità. Insomma, sarebbe bastato leggere il libro prima di scrivere il pezzo.

Il viaggio del ricco gentiluomo Phileas Fogg e del suo maggiordomo Passepartout ha inizio per scommessa. Phileas viene sfidato dagli amici del club a percorrere la circumnavigazione del globo entro 80 giorni. Il viaggio si svolge per la maggior parte del tempo via mare. I piroscafi la fanno da padrone. Il treno è al secondo posto, e un tratto dell’India britannica viene percorso a dorso di elefante. I nostri eroi hanno perfino il tempo di salvare un indianina dalle grinfie dei cultisti che vogliono bruciarla viva. Tra inseguimenti e avventure, la vicenda termina a Londra con un colpo di scena che permetterà al signor Fogg di vincere la scommessa per una manciata di minuti.

La trama è semplice, lo stile di Verne pure. Devo ammettere che Il giro del mondo in 80 giorni è quello che ho apprezzato meno tra i Voyages extraordinaires. Ventimila leghe sotto i mari (a parer mio il romanzo dal titolo più bello della storia della narrativa) e I figli del capitano Grant mi sono piaciuti molto di più. Ma la mia opinione non deve fermare la vostra sete di conoscenza. Dovete leggere il libro di Verne perché è giusto leggerlo. Così facendo vincerete la superficialità. Chissà quante volte mi sono fatto prendere dalla pigrizia e ho mancato di imparare qualcosa. Magari pensavo di integrare con un enciclopedia e invece…

Leggete Il giro del mondo in 80 giorni e gioite della mancanza di quella mongolfiera. E’ la vostra ricompensa per aver approfondito qualcosa. La vostra arma contro la superficialità.

Lorenzo Manara
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