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26 Settembre 2017

Il castello di Eilean Donan

castello di eilean donan

Il castello di Eilean Donan, una delle fortezze più amate di Scozia, e la leggenda di Duncan MacRae: ultimo highlander contro Gorm MacDonald

Uno dei castelli medievali più famosi di Scozia è senza dubbio quello di Eilean Donan. Un castello che sorge su un isolotto, chiamato Eilean Donan appunto, in mezzo a un loch, ovvero un’insenatura collegata al mare da uno stretto passaggio, tipica di quelle terre. Il castello è famoso per la sua suggestiva bellezza, meta di moltissimi turisti ogni anno, che gli è valsa anche la comparsa in un film cult degli anni ‘80 “Highlander – L’ultimo immortale”. Si dà il caso che io ci sia stato, tra quelle pietre, circa 10 anni fa, diventando testimone di un racconto epico, che merita un posto d’onore tra le leggende più affilate.

Le origini del castello di Eilean Donan si perdono nel mito. Sono poche le informazioni sopravvissute allo scorrere del tempo, ed eventuali reperti archeologici potrebbero trovarsi ancora sotto le sue fondamenta, in attesa di essere scoperti. Uno degli indizi che attestano l’antichità di un insediamento, in mezzo alle acque di quel loch, è la presenza di pietra vetrificata: pietre scaldate a temperature talmente alte da subire un processo chiamato proprio vetrificazione, avvenuto svariate centinaia di anni prima della nascita di Cristo, in piena Età del Ferro. Non sappiamo quasi niente di questo processo, presente anche in altre regioni nord-europee. Non sappiamo perché venisse fatto, non sappiamo come, e le ipotesi si sprecano.

Il nome dell’isolotto, Eilean Donan, è dovuto a San Donnàn, fondatore di una comunità cristiana nel VII secolo. Egli giunse dall’Irlanda per diffondere la religione cristiana nelle Ebridi e perfino oltre. Secondo il mito, San Donnàn stava celebrando la santa messa proprio dove oggi sorge il castello, quando all’improvviso affiorarono delle navi vichinghe all’orizzonte. Il Santo non si lasciò sconvolgere più di tanto dall’imminente assalto, e con fermezza e dedizione proseguì la liturgia. Purtroppo per lui i vichinghi non erano uomini di gran fede: lo decapitarono assieme ai 52 monaci suoi confratelli, e il martirio fu bello che servito.

Gli invasori che provenivano dalla Scandinavia non si limitarono a razziare le coste delle Isole Britanniche. Con il passare del tempo si stabilirono sul territorio e cominciarono ad annettere le regioni settentrionali ai propri domini. Fu in questo clima difficile che venne fondato il castello di Eilean Donan. Poiché il re degli scozzesi Alessandro II aveva ordinato la costruzione di una fortezza per difendere la costa dalle incursioni vichinghe.

Eilean Donan è un’isola minuscola, e per questo relativamente semplice da difendere. Oggi il castello è in piedi grazie a un pesante intervento di restauro, o per meglio dire vera e propria ricostruzione, avvenuta in pieno Novecento, perché nel 1719 fu raso al suolo da tre fregate della Royal Navy, durante una ribellione giacobita.

Nel corso della visita al castello ho avuto la fortuna di incontrare un signore anziano, con folti baffi e il kilt tradizionale indosso. Mi ha raccontato una storia affascinante riguardo il bastione di Eilean Donan; una storia che narra le gesta di un eroico highlander, antico progenitore del clan MacRae1: il suo nome era Duncan, e nel 1539 si ritrovò per davvero a combattere da solo contro un nemico inarrestabile, proprio come l’ultimo immortale del film anni ‘80.

La storia di Duncan inizia con il grido disperato di un uomo. Si trattava della sentinella di guardia sul bastione, che aveva appena avvistato qualcosa di spaventoso: una galea era comparsa all’orizzonte e faceva rotta verso il castello. Il conestabile, ovvero l’autorità che si occupava di gestire il castello in assenza del suo signore, ordinò la chiusura dell’ingresso principale, ma sapeva bene che la situazione era disperata. La fortezza era completamente sguarnita, gli unici uomini che potevano difenderla erano la sentinella, lo stesso conestabile e Duncan, un giovane guerriero del clan. Tre uomini in tutto.

L’imbarcazione nemica raggiunse le sponde dell’isolotto affacciato sul loch e gli assalitori scesero a terra del tutto indisturbati. Non erano razziatori vichinghi, bensì guerrieri del clan rivale dei MacDonald guidati dal famigerato Gorm. Gorm aveva devastato le terre di Skye con le sue incursioni, uccidendo chiunque avesse osato opporre la minima resistenza. Non appena Duncan riconobbe il volto del nemico sguainò la spada e si diresse al cancello. Non si sarebbe tirato indietro dinnanzi a colui che aveva sterminato i suoi fratelli, non finché gli fosse rimasto fiato in corpo.

Duncan si piazzò a difendere l’ingresso principale, da solo, nel caso in cui i nemici avessero sfondato il portone. Si trattava di uno stretto corridoio di pietra, percorribile da un uomo soltanto per volta, quindi Duncan contava sulla propria abilità di spadaccino per affrontare gli assalitori, uno alla volta. Sul bastione, in alto, rimasero invece il conestabile e la sentinella, a tirare frecce.

Gli assalitori si lanciarono all’attacco, sfondarono l’ingresso e sciamarono nello stretto passaggio di pietra, pronti a spezzare la vita di quel giovane highlander. Ma Duncan era davvero abile e seppe sfruttare la strettoia per affrontarli uno alla volta, mantenendo la posizione senza indietreggiare di un solo passo. Gli avversari, però, erano molti e cominciarono a tempestare di frecce il bastione. La sentinella che presidiava le mura, in alto, venne raggiunta al petto da un dardo, e poco dopo toccò al conestabile; entrambi si accasciarono a terra, colpiti a morte. Duncan era rimasto solo.

L’ultimo difensore stava ancora in piedi davanti all’ingresso, coperto di sudore e sangue, stremato, senza la minima possibilità di sopravvivere. Non poteva certo batterli tutti a colpi di spada, anche perché cominciava a essere esausto. Quindi,cominciò a ritirarsi attraverso i passaggi che conosceva a menadito, rifugiandosi dietro un portone e sbarrando la via agli assalitori. Era solo questione di tempo, prima o poi il nemico si sarebbe reso conto della totale assenza di difensori e avrebbe fatto irruzione. Duncan doveva pensare a qualcosa, alla svelta.

Si lanciò sulle scale e raggiunse la cima del bastione. Afferrò l’arco della sentinella, incoccò l’ultima freccia rimasta e prese la mira. La freccia saettò dritta ai piedi delle mura, tra le file dei nemici, conficcandosi proprio sulla fronte di Gorm: precisa, in mezzo agli occhi. Il capo dei razziatori cadde all’indietro e affondò nell’erba bagnata. Si fece improvvisamente silenzio. Le grida e la furia della battaglia s’interruppero. I nemici del clan MacDonald fissarono il corpo immobile del loro leader, caduto ai piedi del bastione, mentre in cima alle mura la sagoma di Duncan si stagliava contro il cielo grigio.

Uno a uno, gli assalitori cominciarono ad allontanarsi. Abbandonarono il campo e si ritirarono sulla galea. Salparono, lontano da quell’isolotto e dall’unico highlander che lo difendeva, l’ultimo immortale. Loro non sapevano che era rimasto solo, ma tanto era bastato per mandarli via. E non fecero più ritorno a Eilean Donan.

Non ho ben capito chi fosse quel signore, se una guida o un membro del clan. Fattostà, che dopo aver acquistato il libro del castello, ho ritrovato questa leggenda nel resoconto storico dei MacRae, gli ultimi discendenti dell’eroico Duncan, ancora orgogliosamente in possesso di quelle antiche pietre.

Se questa storia ti ha appassionato, consiglio di andare a visitare il castello e la Scozia, perché ne vale davvero la pena. E non dimenticare di seguirmi, perché di Leggende Affilate ce ne sono ancora molte da scoprire. Alla prossima.

Prossima tappa, il castello di Dunstaffnage.

  1. Le fonti che mi hanno consentito di scrivere questo testo derivano dalla visita al castello stesso e dal volume Eilean Donan, Jarrold Publishing
Lorenzo Manara
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